Lamezia Terme – “Dopo le recenti polemiche a seguito della manifestazione di libri contro la mafia nella mia Città, non posso non intervenire in merito”. Inizia così la riflessione del testimone di giustizia Rocco Mangiardi che, in una lettera aperta rompe il silenzio sul festival Trame: “Con amarezza noto che ancora ci si divide su qualcosa che dovrebbe vedere i cittadini onesti tutti uniti nella lotta contro la mafia. Ho contribuito fin dal primo anno a far nascere Trame, come costola promozionale di ciò che allora doveva essere uno strumento potente di opposizione alle mafie locali, l’Associazione Antiracket Lamezia (Ala) costituita da imprenditori lametini. Ma così purtroppo non è stato. Nonostante avessi il ruolo di vicepresidente di Ala, me ne uscii, come si dice, sbattendo la porta. La stessa cosa fece un grande uomo ed ex parlamentare, Costantino Fittante, che trent’anni orsono fu uno dei primissimi promotori della costituzione di quella associazione, senza che nessuno dei nuovi “arrivati” gliene abbiano mai riconosciuto il merito”.
“Già allora - ricorda Mangiardi - ero un Testimone di Giustizia, avevo fatto nomi e cognomi e indicato coloro i quali a giudizio in tribunale per le mie denunce mi trovavo davanti a loro. Era il 2009. Mi aspettavo un’altrettanta coerenza da parte degli imprenditori che facevano parte di Ala, denunce, attività contro le mafie, di prevenzione contro l’arruolamento dei giovani dai poteri criminali. Mi aspettavo che lo facessero, senza aspettare fondi, senza progetti lautamente finanziati, mi aspettavo che aprissero le porte delle loro sedi, sempre e per sempre gratuitamente. Mi aspettavo anche che non facessero accordi per avere dei contributi da enti dubbi, su cui rappresentanti gravano ancora pesanti pendenze penali, mi riferisco a Calabria Etica. Invece, così non è stato, pur di ottenere dei contributi. Vivo da quel lontano 2009 sotto scorta, sono un uomo libero di pensare, ma non di far due passi da solo, neppure con la mia famiglia, da allora. Ciò, testimonia che la mafia in questa Città esiste e mi vorrebbe morto! No, non è un privilegio vivere con la scorta, non è come aver auto blu e autista che ti scarrozza a spese dei contribuenti”.
Per Rocco Mangiardi “La mafia esiste, ma questa Città non è solo di mafiosi. È una Città che, come molte nel nostro Sud, vive molte contraddizioni. È una Città che vive molte difficoltà, con gli ultimi sempre più abbandonati, a meno che non ci siano grossi finanziamenti in ballo. Ritengo che la Cultura sia uno degli strumenti più potenti per liberarsi dal potere mafioso, ritengo che se si costituisce un’associazione antiracket, allora questa deve portare fatti, denunce, nomi! Così come ritengo che il festival Trame debba continuare, ma, farebbe bene a chiarire fatti ancora poco chiari, poiché alcuni di quei vecchi amministratori che fecero scelte poco illuminate sono ancora all’interno. Ci terrei anche che quando gli addetti stampa di Trame scrivono su giornali la storia del festival e il legame con Ala, facendo anche il mio nome, spiegassero perché io abbandonai l’associazione. Magari anche perché sono ancora da solo ad aver fatto nomi e cognomi di estortori. Perché non si può dire ad altri di denunciare, se non si dà il buon esempio”.
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