Lamezia Terme - Sono facce spaesate ma sorridenti, occhi pieni di gioia e di aspettative, quelli dei giovani studenti lametini al loro primo giorno di scuola - che in realtà, per i ragazzi di alcuni Istituti della città, con inizio scuola anticipato a giorno 15, è già il secondo. “Quest’anno sarà diverso - dice una ragazza al primo anno dell'Alberghiero - faremo nuove esperienze, conosceremo persone che prima nella nostra vita non c’erano”. “Ogni anno che passa si diventa più grandi”, dice invece un ragazzo al penultimo anno, “e ora che sono di quarto devo mantenere prestazioni da quarto, anche sul piano della condotta”. Si innesta qui la “patata bollente” del divieto dell’uso dei cellulari in aula, sulla quale in realtà la maggior parte dei ragazzi intervistati manifesta per ora un atteggiamento critico. Tutti in realtà ce l'hanno in mano, in tasca o nello zaino.
“Davvero non conosco nessuno che oggi l'abbia lasciato a casa”, dice franca una ragazza. I più cauti dicono di aspettare disposizioni esplicite da parte dei docenti, gli altri esprimono apertamente un certo dissenso. “Per me è stato un errore - spiega una ragazza - nel mondo di oggi i cellulari sono indispensabili, e potevano continuare ad essere usati, anche in aula a scopi didattici”. “Va bene il divieto durante le lezioni - dice invece una studentessa del 'Campanella Fiorentino' - ma almeno all'intervallo e nelle pause potevano lasciarci la libertà di usarlo”.
“Farebbero bene a preoccuparsi dei problemi strutturali dei nostri Istituti, che a volte non sono idonei e avrebbero bisogno di interventi - spiega un ragazzo - se mi tolgono il cellulare e poi la lavagna luminosa non funziona, è ovvio che per esigenze didattiche me lo devono ridare”. Ci sono ovviamente anche i ribelli, che dicono espressamente di non volersi adeguare, o gli scettici, che non credono alle paventate contromisure. Ma messi di fronte alla prospettiva di essere penalizzati in condotta se non rispettano il divieto - e un sei porterà da quest’anno alla bocciatura automatica - fanno un passo indietro.
“Non voglio essere bocciato per un cellulare”, è la frase ricorrente, perché quello che si aspettano soprattutto i ragazzi da quest’anno scolastico è di essere promossi, di cavarsela, di avere l'approvazione dei loro educatori. “La nostra professoressa di Lettere ci ha educato al non-uso dei cellulari in aula già dagli anni precedenti - dice con un pizzico d'orgoglio un giovane del Classico - non penso che come classe avremo problemi:siamo abituati”. Interessante il parere dei genitori dei ragazzi delle medie negli Istituti Comprensivi dove il divieto non è coercitivo ma esistono delle indicazioni. Una mamma dell’Ardito-Don Bosco dice serenamente: “Ho dato stamattina il cellulare a mia figlia da tenere spento nello zaino, chiedendole di accanderlo solo all’uscita per avvisarmi. È così che dovrebbe essere usato”. Quanto ai piccoli delle medie, loro si aspettano dal nuovo anno scolastico solo “gioia e divertimento”, e quello dei cellulari non è ancora un problema a cui pensare.
Giulia De Sensi
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