Lamezia, Soroptimist dona defibrillatore all’Agesci per la base scout “Don Saverio Gatti”

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Lamezia Terme – "Grande partecipazione all’evento “Parliamo di cuore” dedicato alla Medicina di genere e alle malattie cardiovascolari organizzato dal Soroptimist club di Lamezia Terme presieduto da Luigina Pileggi, nel corso del quale il Soroptimist ha donato un defibrillatore semiautomatico e pediatrico alla Zona del Reventivo dell’Agesci per la base scout “Don Saverio Gatti”, dove ogni anno transitano migliaia di scout da tutta Europa, oltre che frequentata dai gruppi del territorio lametino e calabrese" è quanto si legge in una nota.

"All’incontro - fanno sapere - che si è svolto al parco Peppino Impastato, hanno preso parte Caterina Ermio, direttore del reparto di Neurologia dell'ospedale di Lamezia Terme e Referente in Calabria della Medicina di genere, la cardiologa Rosamaria Montesanti, i responsabili Agesci della Zona del Reventino Giovanni Bevilacqua e Simona Tarantino, il presidente dell’associazione “Calabria Cardioprotetta” Giuseppe Donato. Presenti all’evento il comandante della Compagnia dei Carabinieri di Lamezia Terme il cap. Augusto Petrocchi, il presidente dell’associazione “Il dono” Alfonso Toscano, il presidente  Lions club Davide Gambarotti, la referente di Komen Italia Lamezia Francesca Graziano, i rappresentanti di diversi gruppi scout cittatini, del Masci e dell’Avis comunale".

La presidente Pileggi ha spiegato come il Soroptimist ha accolto con grande entusiasmo la possibilità di poter essere utile al territorio, acquistando il defibrillatore, con il sostegno anche dell’Agesci e del Masci, da destinare alla base scout. “Il Soroptimist è un’associazione internazionale di donne che porta avanti azioni per promuovere i diritti umani e il progresso delle donne in ogni ambito della società - ha detto - e la salute, in ogni sua sfaccettatura, è un pilastro fondamentale per il pieno sviluppo e l'empowerment femminile”. 

"Molto interessante - sottolineano - l’intervento della dott.ssa Ermio che ha evidenziato come la medicina di genere rappresenti “un approccio essenziale per garantire cure più efficaci, personalizzate e giuste: non si tratta semplicemente di distinguere tra uomini e donne, ma di considerare come il sesso biologico e il genere influenzino la prevenzione, la diagnosi, la risposta ai farmaci e l’evoluzione delle malattie. La medicina di genere studia l'influenza delle differenze biologiche (sesso) e socio-culturali (genere) sulla salute delle persone. Queste differenze possono manifestarsi in molteplici aspetti: sintomi differenti della stessa malattia, risposta diversa ai trattamenti, variazioni nei fattori di rischio, e persino nelle modalità di accesso alle cure sanitarie”. Nonostante le evidenze scientifiche, “la medicina di genere non è ancora sufficientemente integrata nella formazione medica e nella pratica clinica quotidiana. Organizzare incontri informativi e momenti di confronto rappresenta un passo cruciale per colmare questo divario. Adottare la medicina di genere significa anche contrastare stereotipi e disuguaglianze. Non si tratta solo di "parità" tra uomini e donne, ma di offrire a ciascuno la possibilità di ricevere la cura più adatta, tenendo conto delle sue specificità”.  

"A parlare di malattie cardiovascolari - precisano - è stata la dott.ssa Montesanti che ha sottolineato come l’immaginario collettivo tende ancora ad associarle le malattie cardiovascolari prevalentemente agli uomini, eppure le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte anche tra le donne. “Per molto tempo - ha spiegato Montesanti - la ricerca clinica e le linee guida si sono basate principalmente su studi condotti su popolazioni maschili. Questo ha portato a una sottovalutazione dei sintomi femminili e a diagnosi meno tempestive. Nelle donne, ad esempio, un infarto può presentarsi con sintomi diversi da quelli “classici”: più spesso si manifestano affaticamento, nausea, dolore alla schiena, alla mandibola o al collo, piuttosto che il classico dolore toracico. Queste manifestazioni atipiche possono essere confuse con disturbi meno gravi, portando a ritardi nei soccorsi e nei trattamenti. Le donne condividono molti dei fattori di rischio con gli uomini - come ipertensione, colesterolo alto, fumo e sedentarietà - ma presentano anche peculiarità specifiche”. Promuovere la prevenzione cardiovascolare nelle donne “significa educare fin dalla giovane età a uno stile di vita sano: alimentazione equilibrata, attività fisica regolare, controllo del peso, attenzione alla pressione arteriosa e al profilo lipidico. Ma significa anche formare il personale sanitario affinché sappia riconoscere le specificità femminili nella sintomatologia e nella gestione della patologia”.

"È seguita la cerimonia di consegna del defibrillatore agli scout. Nell’occasione Bevilacqua ha evidenziato come rappresenti uno strumento molto utile, anche perché dalla base scout ogni anno passano oltre 3mila ragazzi, anche non scout, e quindi era ormai diventato necessario avere una strumentazione salvavita come questa. Il pomeriggio si è concluso con la passeggiata nel parco “Walk with a doctor", guidata dalla dott.ssa Montesanti, referente nazionale dell’associazione “Walk with a doctor”, nel corso della quale i partecipanti hanno posto domande alla cardiologa. Un modo per camminare, parlare di argomenti di salute e anche socializzare".   

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