Santa Maria del Cedro (Cosenza) - É un rito secolare che rabbini e sacerdoti di comunità ebraiche provenienti da tutto il mondo, rispettano rigorosamente. Tra luglio e agosto "invadono" Santa Maria del Cedro, comune sul Tirreno cosentino, per scendere tra le cedriere e selezionare e raccogliere di persona, e meticolosamente, i frutti più puri indispensabili per la festa delle capanne, "Sukkoth", che ricorre nel mese di ottobre e che rappresenta l'evento più importante del calendario religioso ebraico. Una festa che quest'anno si svolgerà dal 16 al 23 ottobre, in ricordo delle capanne che gli ebrei costruirono durante la traversata nel deserto dopo l'esodo dall'Egitto verso la Terra Promessa.
Il cedro (etrog in ebraico), insieme ai rami di "Lulav" (palma), di mirto e di salice, sono indispensabili per celebrare la festa delle capanne. Gli ebrei, che considerano il cedro il "frutto dell'albero più bello", attribuiscono a questo frutto un grosso valore simbolico da quando Dio, secondo le autorità religiose ebraiche, prescrisse a Mosè: "Prenderete i frutti dell'albero più bello, dei rami di palma e dell'albero più frondoso, dei salici del torrente e vi rallegrerete dinnanzi al Signore Dio Vostro". Un "lavoro" meticoloso quello che svolgono gli ebrei nella scelta dei cedri. "Solo quelli che brillano come i diamanti e che sono completamente lisci, puri e perfetti possono essere utilizzati per la festa delle capanne", dicono. Quelli che vengono scelti vengono poi avvolti e protetti, come veri e propri gioielli, in singoli incavi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA