Lamezia Terme - Insisto (e insisterò) nel chiedere l’attenzione dei media, a favore dei pazienti, per l’impianto in Calabria dei pacemaker di nuova generazione (intracavitari e senza fili)". È l’appello di Cesare Perri, medico lametino affetto da patologie cardiache, che ha deciso di trasformare la sua vicenda personale in una battaglia pubblica.
"Lo sfascio della sanità calabrese è generale – scrive – ma vanno affrontate pure alcune problematiche specifiche. E non intendo in questa fase prelettorale strumentalizzare (segnalando colpe o ritardi) un aspetto che riguarda tutti i pazienti ai quali viene prescritto un pacemaker tradizionale in luogo di quello tecnologicamente più avanzato (intracavitario, senza fili) che va diffondendosi almeno da due anni in gran parte degli ospedali pubblici e privati del Centro-Nord mentre in Calabria solo eccezionalmente".
Perri racconta di aver scritto a vari rappresentanti istituzionali senza ricevere risposte soddisfacenti: "Nonostante una mia seria patologia cardiaca, ho comunicato negli ultimi 3 mesi a diversi rappresentanti delle istituzioni politiche e sanitarie che accetterò l’impianto di un pacemaker cordless solo se esso verrà effettuato in Calabria (già domani potrei farlo in un ospedale del Nord) e sarà progressivamente reso disponibile per tutti i calabresi. Poche e interlocutorie le risposte". Un gesto che definisce "una rischiosa provocazione ma anche un modo per sollecitare l’attenzione, attraverso i media, dei pazienti".
Il medico evidenzia i vantaggi dei pacemaker cordless: intervento meno invasivo, minori complicanze e durata maggiore della batteria, che compensa i costi inizialmente più elevati. Diversa la tecnica tradizionale, che comporta incisioni, fili elettrici e un rischio di complicanze fino all’11% nei cinque anni successivi all’impianto.
In Italia vengono impiantati circa 80.000 pacemaker ogni anno, di cui 1.000 in Calabria E conclude con amarezza: "Francamente mi sorprende, ma lo rispetto, lo scarso rilievo dato a questo ‘appello’ a favore di cittadini".
© RIPRODUZIONE RISERVATA