Catanzaro - "Sono aperto all’ascolto, non mi piace lavorare nel chiuso delle stanze, la prefettura è una casa di vetro, deve essere trasparente, la casa di tutti, a misuri dei cittadini. Tutti troveranno ascolto. Non starò chiuso nelle mie stanze, sarò molto presente nei territori, penso di fare anche Comitati itineranti quando ci saranno le condizioni. Mi piace definirmi il prefetto del dialogo, dell’ascolto, sono pragmatico e non mi piace fare filosofia, chiederò ai miei interlocutori di essere altrettanto pragmatici perché la gente merita risposte immediate". Con queste parole, il nuovo prefetto della provincia di Catanzaro Castrese De Rosa, si è presentato ai giornalisti nel corso di una conferenza stampa che si è svolta nel salone delle prefettura del capoluogo. "Sono uomo del Sud, essendo nato a Napoli, i miei suoceri sono originari della provincia di Cosenza, e mio figlio studia all’Università di Catanzaro e quindi con lui sarà un ricongiungimento" - ha rilevato il rappresentante dello Stato.
"A questa regione sono molto legato, ci torno spesso anche per le parentele che ho nel Cosentino. Mi mancava Catanzaro ma mi innamorerò anche di questa terra. Il ministro Piantedosi dice che il prefetto è sempre competente, e io mi interesserò di tutti i problemi essendo la massima autorità locale, quella che rappresenta il governo". De Rosa, proveniente da Ravenna, nel 2018, ha atto parte della terna commissariale che ha guidato il Comune di Platì dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose. "Ordine e sicurezza pubblica sono l’argomento che mi sta più a cuore" - ha rimarcato De Rosa. "Poi la lotta alla criminalità organizzata, che è molto cambiata: anche a Lecco ho trovato famiglie ‘ndranghetiste, la mafia non ha confini, è silente e non ammazza più, bisogna stare sul pezzo, in un anno a Lecco ho emesso 12 interdittive antimafia. L’obiettivo è quello di garantire pace, coesione sociale, e tranquillità ai cittadini. Dall’esperienza in Emilia Romagna, con tre alluvioni in pochi mesi da gestire – ha evidenziato il prefetto di Catanzaro – mi porto la capacità di collaborazione con le istituzioni. La Calabria ha mille problemi e a volte è disgregata, bisogna fare squadra: io non sono il prefetto dei miracoli, bisogna dare risposte insieme, da soli non si va da nessuna parte. Mi auguro che lo spirito di coesione che ho riscontrato a Ravenna lo troverò anche qui. Qui ci sono potenzialità inespresse, dobbiamo farle uscire fuori. La Calabria non deve essere vista essere vista come una Cenerentola".
B.M.
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