"Stop genocidio a Gaza": il comune di Marcellinara prende posizione contro il massacro del popolo palestinese

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Marcellinara - Alla vigilia del 2 Giugno, Festa della Repubblica che ripudia la guerra, il Comune di Marcellinara ha affisso uno striscione con una scritta chiara e inequivocabile: “STOP GENOCIDIO A GAZA”. Una scelta simbolica ma profondamente politica, che si colloca sotto la lapide commemorativa del Referendum del 2 giugno 1946, quando anche il popolo marcellinarese contribuì alla nascita della Repubblica italiana.

"Non possiamo restare in silenzio mentre a Gaza si continua a morire – hanno dichiarato congiuntamente il Sindaco Vittorio Scerbo e il Capogruppo di Maggioranza Francesco Rizzuto –. Sotto le bombe, di fame, di malattie, muoiono soprattutto i più piccoli. È un orrore che la coscienza umana e democratica non può più tollerare". Lo striscione è, per questo, un forte gesto pubblico che vuole scuotere le coscienze: quello in atto è un genocidio che va fermato subito. "Per rispetto della memoria storica, della sofferenza di interi popoli perseguitati – hanno proseguito Scerbo e Rizzuto - diciamo con forza che oggi, in Palestina, si sta perpetrando un crimine contro l’umanità. E il silenzio sarebbe complice".

Il Comune di Marcellinara non è nuovo a prese di posizione nette e civili. Dopo l’affissione del “Sudario di Gaza” nelle scorse settimane, questo striscione è un’ulteriore testimonianza dell’impegno morale e civico di una comunità che, pur piccola, sceglie di non voltarsi dall’altra parte. "La comunità internazionale tace o balbetta. Anche l’Italia continua ad avere rapporti ufficiali con chi, oggi, è responsabile di crimini inaccettabili contro un’intera popolazione mentre i bambini vengono uccisi con armi anche italiane. È ora di dire basta. Il nostro Paese, la nostra Costituzione, ci chiedono di essere umani. E umani lo saremo fino in fondo". Marcellinara dice con fermezza: "Fermate il massacro del popolo palestinese. Ora! Lo dobbiamo alle nostre coscienze, lo dobbiamo ai valori fondanti della nostra Repubblica, lo dobbiamo a tutti i bambini di Gaza".

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