
Lamezia Terme, 19 novembre - Il Questore di Catanzaro Guido Marino ha emesso un Daspo che impone tre anni lontano dagli stadi per l'attaccante del Cosenza calcio (serie D) Pietro Arcidiacono, 24 anni, di Catania, che sabato, per festeggiare un gol, ha esibito una maglia con la scritta "Speziale innocente" per solidarietà con l'ultras del Catania condannato in via definitiva per omicidio preterintenzionale per la morte dell'ispettore capo di polizia Filippo Raciti in occasione del derby col Palermo. La Questura di Catanzaro ha chiesto inoltre alla Digos di Cosenza di compiere una serie di accertamenti per verificare eventuali responsabilità di altre persone nella vicenda del calciatore che ha mostrato una maglietta con la scritta "Speziale innocente". Il giocatore Pietro Arcidiacono, infatti, dopo avere segnato il gol, è andato verso la panchina dove il fratello Salvatore, anche lui giocatore del Cosenza, gli ha passato la maglia incriminata. Alla Digos di Cosenza è stato anche trasmesso il Daspo emesso dal Questore di Catanzaro affinché sia notificato al giocatore. Gli agenti del Commissariato di polizia di Lamezia Terme, città in cui si è giocata la partita durante la quale Arcidiacono ha mostrato la maglietta, intanto, hanno inviato una relazione alla Procura per verificare se sussistano estremi di reato nel comportamento del calciatore.
Coisp: Bene Daspo calciatore e presa distanza società Cosenza Calcio da proprio tesserato
"Non possiamo che condividere la decisione del Questore di Catanzaro, Guido Marino, che ha emesso un Daspo di tre anni a carico del calciatore del Cosenza, Pietro Arcidiacono, che dopo un gol segnato a Lamezia Terme ha esibito una maglietta con la scritta 'Speziale innocente', in segno di solidarietà verso l'ultras catanese condannato in via definitiva per l'omicidio preterintenzionale dell'Ispettore Capo di Polizia Filippo Raciti". E' quanto afferma in una nota il segretario generale del Coisp, Franco Maccari. "Quello del calciatore - aggiunge - è stato un gesto intollerabile che non ha nulla a che vedere con i valori dello sport, anzi ha rappresentato un insulto alla memoria di Filippo Raciti, alle sofferenze dei suoi familiari, al dolore dei suoi colleghi. Una esibizione vergognosa ed inopportuna, che non può trovare alcuna giustificazione, perché rappresenta una apologia dell'odio e della violenza nei confronti delle Forze dell'Ordine. Sono certo che anche la Federcalcio assumerà provvedimenti che siano da esempio per tutti, così come la Magistratura valuterà ipotesi di reato e l'eventuale coinvolgimento di altri compagni di squadra". "Abbiamo anche apprezzato moltissimo - conclude Maccari - la decisione della società del Cosenza Calcio di dissociarsi subito e senza ambiguità dall'iniziativa del proprio tesserato, comunicandone l'immediata sospensione. Una prova di sensibilità e attenzione, consona ad una città come quella di Cosenza, la cui grande tradizione sportiva, civile e democratica non può essere offuscata dalla assurda iniziativa di un irresponsabile".
Vedova Raciti: "Ora chieda scusa ai miei figi"
"Arcidiacono è uno stupido e un presuntuoso, sono contenta per il Daspo del questore di Catanzaro nei suoi confronti. Con quella maglietta ha offeso i miei figli. Chieda loro scusa, perché non prova a solidarizzare con loro, che da quasi sei anni non possono più pronunciare la parola papà? E dire che, in questi anni, non l'ho mai visto in Tribunale, a chiedere verità e giustizia" Così Marisa Grasso, la vedova di Filippo Raciti, commenta a Radio 24 l'emissione del Daspo di tre anni nei confronti del calciatore del Cosenza, Pietro Arcidiacono, che sabato, per festeggiare un gol, ha esibito una maglietta con una scritta di solidarietà ad Antonino Speziale, uno dei due ultras del Catania condannati in via definitiva per l'omicidio preterintenzionale dell'ispettore capo della polizia di Stato, Filippo Raciti, durante Catania-Palermo del 2 febbraio 2007. "Il Daspo è nato dopo l'omicidio di mio marito - sottolinea Marisa Grasso - e sono contenta per la decisione della questura di Catanzaro. Spero anzi che anche la questura di Catania emetta dei decreti di Daspo nei confronti di quegli ultrà etnei che ancora domenica scorsa hanno esposto striscioni e cantato cori offensivi alla memoria di mio marito".
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