
Catanzaro - È racchiuso in 28 pagine il lavoro della commissione di accesso al Comune di Nocera Terinese, giunta dopo lo scioglimento successivo all'operazione della procura antimafia di Catanzaro denominata "Alibante". A firmarla il prefetto di Catanzaro, Maria Teresa Cucinotta, che ha nominato la commissione in questo lavoro di indagine e approfondimento sulla vita amministrativa del Comune del lametino. La commissione è formata da Vito Turco (capo gabinetto della Prefettura di Catanzaro); Christian Bruscia (comandante della compagnia Carabinieri di Lamezia Terme); Francesco Seminerio (ufficiale del Gruppo della Guardia di Finanza di Catanzaro).
Il controllo criminale dell'area lametina
Il quadro che tratteggia è quello di un condizionamento diffuso da parte della criminalità organizzata, non solo a Nocera ma in tutto il territorio circostante: "lo sviluppo di questo comprensorio - si legge nella relazione - accresciuto dalla dimensione degli investimenti pubblici e privati ha sempre di più accresciuto le attenzioni delle consorterie tanto da condurre sulle amministrazioni locali un'ossessiva e sistematica azione di condizionamento pur di raggiungere in modo fraudolento finanziamenti, autorizzazioni, appalti e servizi pubblici". Secondo le ricostruzioni contenute nella relazione prefettizia, il controllo criminale avrebbe soprattutto riguardato il settore turistico e alberghiero in tutta l'area del Lametino, attraverso articolate forme di intestazioni fittizia di beni e società e anche attraverso violente azioni criminali. "Il potere mafioso - è scritto nella relazione - per anni è stato esercitato sul territorio di Lamezia Terme, Sambiase e Sant'Eufemia ma anche nei comuni costieri della fascia tirrenica: Gizzeria, Falerna e Nocera Terinese".
Le mani sul Comune di Nocera
I riflettori si soffermano poi sull'oggetto stretto dell'inchiesta e quindi sul Comune di Nocera ed emerge, secondo i componenti della commissione "la strategia criminosa messa in atto dalla locale cosca mafiosa che, per ottenere il pieno controllo del Comune di Nocera Terinese, ha condizionato l’esito delle due ultime elezioni comunali tenutesi nel 2018 e 2019. In particolare, nella consultazione del 2019, l’affermazione elettorale dell’allora candidato consigliere comunale, poi nominato vicesindaco, è il risultato dell’appoggio elettorale ottenuto da parte di due persone, padre e figlio, entrambe contigue alla criminalità organizzata interessate ad ottenere, in cambio dell’appoggio elettorale l’aggiudicazione di un lotto demaniale marittimo sul quale realizzare un lido balneare e una discoteca". Provvedimento concessorio che poi è stato puntulmente arrivato.
La relazione arriva a parlare, agganciandosi agli esiti investigativi dell'operazione Alibante di "annichilimento della volontà popolare a Nocera da parte della cosca mafiosa" e di "amministratori locali che si avvicendano solo sotto il profilo nominalistico ma tutti indifferentemente riconducibili alla cosca".
"Gli accertamenti disposti dalla commissione d’indagine – si legge ancora nella relazione – hanno rilevato la grave esposizione degli uffici comunali alle illecite interferenze esterne, tanto da rimarcare il fatto che il Comune di Nocera Terinese si muove soltanto nella direzione segnata dalla cosca mafiosa. A tal proposito, la commissione d’indagine ha evidenziato che lo stesso commissario straordinario che ha gestito l’ente a seguito dello scioglimento disposto nel 2018, nel corso delle audizioni disposte dall’organo ispettivo ha descritto il Comune di Nocera Terinese come una struttura in totale disordine amministrativo, predisposta a una permeabilità da parte di terzi portatori di interessi propri che inquinano l’attività istituzionale individuando le aree tecniche ed amministrative dell’ente come quelle più compromesse; rileva a tal riguardo che tre dipendenti di quegli uffici risultano indagati nella predetta operazione giudiziaria".
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