Lamezia Terme - Pubblichiamo la replica del capogruppo di Lamezia Unita Luigi Muraca dopo la nota dei consiglieri di “Calabria al Centro”.
“Sapevo da qualche ora della velenosa replica dei consiglieri cacchini, i quali mi avevano anticipato la loro dissociazione dalla nota concepita e redatta dal loro capo, che non ha avuto il coraggio di firmarla” - replica Luigi Muraca - ma il coraggio nessuno può prenderlo in prestito, o lo si ha o non lo si ha. Proprio la loro condotta odierna conferma quello che nell’intervista di ieri, incentrata su argomenti più seri, avevo solo ipotizzato e cioè che si fa politica sulla scia di un potentucolo locale. Veniamo al dunque. Per fortuna Lamezia è adulta e mi conosce a fondo, sa bene che, quando a seguito di un congresso, lasciai il Partito Popolare, che stava andando a mio giudizio troppo a sinistra, ero Vicepresidente di SACAL per nomina del Comune di Lamezia, guidato dall’ex Sindaco Doris Lo Moro. Mi dimisi dalla carica senza batter ciglio o cincischiare, per potere continuare ad esprimere le mie idee con autorevolezza e credibilità".
"Doris Lo Moro, la quale mi ringraziò ed espresse apprezzamento pubblico per il mio operato, può confermare quanto ho appena riferito. Non molti si sono comportati così in questa città. Non capisco i riferimenti agli altri incarichi che ho espletato sempre nella massima correttezza - prosegue Muraca - e con irrefutabile trasparenza, portando in attivo il bilancio del Consorzio Industriale, come è noto a tutti. In tale circostanza, mi sono dimesso immediatamente dall’incarico di Coordinatore del PDL per evitare doppi incarichi, in una fase in cui qualcuno ne ricopriva 3 contestualmente. Non molti si sono comportati così, come evidenziarono gli organi di stampa. Alquanto squallido, personale ed ingiustificato il richiamo alla mia mancata candidatura al Consiglio Regionale che ho autonomamente deciso, nonostante gli inviti pervenutimi. Galati ha il problema opposto al mio, lui per farsi mettere in lista è rimasto genuflesso a fare l’ascaro per un mese a Roma, in quanto verosimilmente sgradito anche a livello nazionale, ed io ho rifiutato, senza perdere la mia identità, ben solida, che ho da quando a 15 anni ero capofamiglia. Lamezia è adulta e sa altrettanto bene che Pino Galati, in Parlamento da 20 anni, non ha mai agito nell’interesse del territorio, i cittadini sanno bene, e per questo lo disistimano profondamente, che per Lamezia Terme non ha mai fatto nulla, nemmeno quando ha avuto ruoli di governo ed avrebbe potuto davvero provocare lo sviluppo socio-economico della nostra città".
"Galati ha beneficiato del consenso e lo ha utilizzato solo per godere dei privilegi del potere, senza una vera emancipazione sul piano culturale e politico, tanto è vero che ancora ricorre a sotterfugi mediocri ed anche infantili per fare attaccare un collega consigliere da altri consiglieri che di tutto possono parlare, fuorchè dei passaggi da destra a sinistra o viceversa. L’unica esperienza a lui ascrivibile, e lo ricordano costantemente gli organi di informazione, è la prima pietra della Biofata, la più colossale bufala dell’ultimo ventennio, un investimento milionario svanito nel nulla e partito nel 2002, guarda caso quando Galati era Sottosegretario. Ma questo i cittadini lo sanno bene, tanto è vero che non volevano votare Mascaro per la presunta vicinanza con Galati, in quanto temevano che potesse condizionare il Sindaco. Ed anche la candidatura di Pasqualino Ruberto - asserisce Muraca - è nata in contrasto a possibili egemonie di Galati, che il Sindaco Mascaro, invero, non ha consentito. Confermo certamente le mie dichiarazioni squisitamente politiche di ieri in ordine all’irrilevanza e povertà di contenuti del movimento di Verdini, di cui io non conosco una sola proposta, non intravedo alcuna traiettoria che non sia quella di raccattare personaggi discutibili e sgradevoli, peraltro espulsi dal consesso civile, per farli restare ob torto collo in Parlamento. Un manifesto politico che si può sussumere così: “ La gente ci odia ma noi a casa non vogliamo andare perché non sappiamo cosa fare”.
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