Omicidio Mezzatesta: il presunto killer costretto a recuperare la moto in panne

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Lamezia Terme - Ha percorso circa 80 km, Marco Gallo, 32enne arrestato dai carabinieri a Falerna ritenuto il killer di Gregorio Mezzatesta, ucciso con 5 colpi di arma da fuoco a Catanzaro la mattina del 24 giugno. Incastrato dalle telecamere di videosorveglianza presenti su tutto il territorio e dalla visione dei filmati anche di esercizi commerciali e di privati, hanno portato a meno di due mesi dall’efferato omicidio ad arrestare un giovane “insospettabile”. Dagli esiti del cosiddetto “pedinamento elettronico” effettuato dagli inquirenti attraverso l'analisi dei filmati delle telecamere di videosorveglianza presenti nelle immediate adiacenze della scena del crimine è stato così possibile accertare che “Si trattava di un unico soggetto a bordo di una motocicletta da enduro di colore nero, con un casco integrale scuro ed un giubbino di colore nero”. Lo si legge nell’ordinanza sulla richiesta della misura cautelare della custodia in carcere nei confronti di Marco Gallo. Una descrizione dettagliata di tutto il percorso compiuto dal presunto killer partito da Lamezia e rientrato a Lamezia e documentato km dopo km dai filmati.

Dopo aver "agganciato" la vittima, che viaggiava a bordo di una Citroen Xsara Picasso, nel territorio del comune di Tiriolo, effettuava un pedinamento fino ad arrivare in via Milano a Catanzaro, dopo aver atteso l'uscita di Mezzatesta dal bar della Stazione (all'interno del quale la vittima si era recata con un collega, che guidava l’auto). “Immediatamente dopo che il Mezzatesta aveva fatto rientro all'interno dell'autoveicolo, lato passeggero, si avvicinava allo stesso ed esplodeva numerosi colpi d'arma da fuoco, quattro dei quali attingevano, come detto, il Mezzatesta al capo, cagionandone la morte”. Al delitto si aggiunge anche quello di “detenzione e porto in luogo pubblico una pistola cal. 9X21 utilizzata per esplodere i colpi letali”.

È stato così possibile accertare che il garage a Lamezia, nella disponibilità dell’indagato, ha rappresentato il "punto di partenza" (oltre che di rientro) dell'illecita condotta posta in essere dal 32enne. Dall’ordinanza emerge, infatti, che all’interno del garage, viene annotata, inoltre, la presenza di un carrello in ferro zincato per il trasporto di motocicli.

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Da un filmato estrapolato da un impianto di videosorveglianza installato in un'abitazione privata di Lamezia Terme, in cui il motociclista in fuga giunge, percorrendo la SP77. A questo punto si verifica una circostanza che si rivelerà di particolare importanza ai fini delle indagini e della compiuta identificazione dell'odierno indagato che viene così descritta nell’ordinanza: “Le immagini acquisite, difatti, consentono di acclarare che il conducente della moto, autore, poco più di un'ora prima, a Catanzaro, dell'omicidio di Mezzatesta Gregorio, seppur sempre in sella al mezzo, alle ore 09:01 (ora reale) transita sotto l'inquadratura della telecamera spingendo la moto con le gambe. La circostanza lascia, inequivocabilmente, ritenere, l'insorgere di un imprevisto, rappresentato da problemi di natura meccanica o, semplicemente, da una mancanza di carburante. Seppur le immagini non sono perfettamente nitide, si riconosce chiaramente il modello tipo "enduro" della moto ed il solito abbigliamento costituito da giubbino scuro, jeans celeste chiaro e scarpe bianche”.

“Poco più avanti rispetto al tratto di strada della SP79, dove era stato inquadrato, da una telecamera, si vede spingere con le gambe la moto su cui era in sella, l'autore dell'omicidio veniva filmato mentre continua a percorrere, questa volta a piedi, la SP79 in direzione del centro urbano di Lamezia Terme. Le immagini, lo riprendono a distanza di poco meno di 15 minuti, camminare a piedi senza la moto e senza casco, a volto scoperto. Che si tratti del medesimo soggetto che poco prima guidava la motocicletta monitorata risulta evidente non solo in virtù della chiara dinamica per cui, con la moto "in panne", il motociclista era costretto a proseguire a piedi, in una consequenzialità spazio/temporale inequivocabile ma anche in considerazione dell'abbigliamento dell'uomo, perfettamente corrispondente a quello rilevato in tutti i transiti filmati prima e dopo l'omicidio mentre era a bordo della motocicletta tipo "enduro": ritroviamo, quindi, il giubbino scuro, i pantaloni jeans celeste chiaro e le scarpe bianche marcate Nike. Nella circostanza si nota, altresì, sulla maglia scura indossata la presenza di un marchio di colore chiaro all'altezza del polso sinistro”.  

L'autovettura con carrello a rimorchio e il recupero della moto

“Nel procedere nel pedinamento elettronico, grazie all'analisi combinata dei sistemi di video sorveglianza istituzionali e privati (in particolare le telecamere del Ministero degli Interni posta su P.zza Mercato Vecchio e di un esercizio commerciale), si acclarava, con certezza, la circostanza per cui il soggetto d'interesse non transitava oltre la via Indipendenza del Comune di Lamezia Terme. L'attenzione investigativa rimaneva, pertanto, focalizzata sulle telecamere di via Indipendenza; alle successive ore 09:42 (ora reale), le telecamere di un esercizio commerciale inquadravano l'autovettura BMW 320 Station Wagon di colore blu transitare in direzione via Po con a rimorchio un carrello per trasporto di cicli/motocili. L'autovettura BMW in questione è risultata intestata all'odierno indagato (Gallo Marco, nato a Lamezia Terme, 32 anni, residente a Falerna Marina, incensurato e titolare di porto d'armi per uso sportivo e per uso caccia). Dopo dieci minuti circa, l'autovettura BMW Station transitava nuovamente sotto la telecamera. Sul carrello, questa volta, è presente la moto tipo "enduro" di colore nero, assolutamente identica in tutte le sue caratteristiche a quella utilizzata dall'autore dell'omicidio, evidentemente non marciante e recuperata dall'autore dell'omicidio che, raggiunta a piedi via Indipendenza di Lamezia Terme, aveva preso l'auto ed il carrello per effettuare, appunto, il recupero del motociclo”.

R.V.

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