Lamezia: Margherita Hack e Pierluigi Di Piazza, incontro su fede e scienza

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Lamezia Terme – È stato presentato a Palazzo Nicotera il libro “Io credo. Dialogo tra un'atea e un prete" di Margherita Hack e Pierluigi Di Piazza. L’evento è stato promosso dal Sistema Bibliotecario lametino assieme alla libreria Tavella. Alla presentazione hanno partecipato Pierluigi di Piazza, Margherita Hack in videoconferenza, e le professoresse Fernanda Mastroianni e Aquila Villella. Lui, Pierluigi di Piazza, è un sacerdote da sempre in prima linea, parroco di Zugliano, in Friuli, dove, nel 1989, ha fondato un centro di accoglienza per immigrati, profughi e rifugiati politici intitolato a padre Ernesto Balducci del quale è direttore e instancabile animatore. Lei, Margherita Hack, è, invece, una delle personalità più in vista del mondo scientifico. Alla soglia dei novant’uno anni accompagna la sua attività di astrofisica ad un forte impegno in campo sociale, politico ed etico, definendosi lei stessa una scienziata atea.

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Il libro è una raccolta di conversazioni tra i due che, riuniti nel salotto della casa triestina della Hack, hanno discusso amabilmente confrontandosi sui temi più disparati. Nelle conversazioni, “rubate” e raccolte poi nel libro dalla giornalista Mariella Chirico che ne ha curato l’edizione, i due si interrogano sui valori fondamentali che orientano l'azione umana e sui temi del vivere quotidiano: il senso della fede oggi, l'etica, il significato del progresso, il futuro dei giovani, le forme dell'amore, la vita e la morte, l'impegno civile e la politica, le questioni ambientali e sociali, il lavoro e la giustizia. Confronto che parla di diritti, solidarietà, fede, politica, ma anche di un uomo e di una donna, di un’amicizia nata vent’anni fa: “È un libro nato da una possibilità concreta ma che ha ripreso un itinerario cominciato vent’anni fa - afferma il sacerdote – quando chiamai Margherita la prima volta in chiesa per un confronto, un dialogo sull’ateismo”. “È stata una possibilità - ha aggiunto Pierluigi di Piazza – per noi due e anche per altre persone di allargare le possibilità di dialogo e di confronto che tante volte sembrerebbe chiuso – ha concluso - quando due persone dichiarano di essere su posizioni differenti”. La Hack, in videoconferenza ha spiegato cosa ha significato per lei questo dialogo: “Ci conosciamo da tanti anni, mi ha chiamato più volte a parlare di scienza e fede, ma spesso ci siamo trovati d’accordo su alcune idee fondamentali come il rispetto del prossimo, la giustizia, la libertà - ha affermato la scienziata - e per questo non c’è bisogno di essere egualmente credenti. Io non credo, lui crede, ma abbiamo certi valori in comune”.

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Alla domanda su quale fosse il rapporto tra scienza e fede, la Hack ha risposto: “La scienza cerca di risolvere e capire le leggi che regolano l’universo, però la scienza risponde al come e non al perché. E allora è lì che la religione interviene – ha concluso - per spiegare e sopperire ciò che la scienza non sa o non può spiegare”. Ha terminato poi il suo intervento lanciando un messaggio ai giovani: “Cercate di fare il vostro lavoro o studio nel miglior modo possibile; e cercate di trovare una soddisfazione in quello che fate - ha continuato - e non siate fondamentalisti, cioè rispettate le credenze di tutti senza voler imporre le vostre”. Il libro, che contiene anche due lettere dei due autori e anche alcune foto inedite del backstage degli incontri a casa della scienziata, rappresenta un nuovo modo di comunicare tra mondi diversi, ed anche se è stato definito un confronto tra una scienziata atea e un prete laico, può essere definito semplicemente un momento di confronto tra un uomo e una donna che affrontano argomenti delicati e controversi con profondo rispetto reciproco.

 C.S.

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