Catanzaro - Parole dure per quanto è emerso dall’indagine “Jonny” che ha portato al fermo di 68 persone nel corso di un’operazione congiunta della Polizia di Stato, dei Carabinieri e della Guardia di Finanza e, allo stesso tempo, parole di apprezzamento verso la Dda di Catanzaro e le forze dell’ordine sono giunte da parte di tutto il mondo politico. Diverse, quindi, le reazioni da parte di esponenti politici nazionali e regionali, in particolare, in riferimento agli interessi della ‘ndrangheta sull’accoglienza dei migranti a Isola Capo Rizzuto che ha visto, tra i fermati, anche il capo della Misericordia di Isola e il parroco.
Associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose, questi i reati contestati agli indagati.
Bindi: Cara di Isola miniera d'oro per cosca
L'imponente operazione contro il clan Arena, coordinata dalla DDA di Catanzaro, è un importante risultato nella lotta contro la 'ndrangheta e le infiltrazioni mafiose nella gestione dei migranti". Così la presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi. "Il Cara di Isola Capo Rizzuto, era diventato una miniera di denaro per la cosca, che grazie alla complicità del responsabile dell'ente che gestiva il centro, già vicepresidente delle Misericordie, controllava appalti e forniture dirottando nelle casse della famiglia i fondi comunitari destinati ai profughi. Sull'opacità della gestione del Cara in provincia di Crotone, aveva aperto un'inchiesta anche la nostra Commissione. Questa vicenda conferma la capacità delle mafie di sfruttare le debolezze e le fragilità del nostro tempo con un approccio predatorio e parassitario. La tragedia dei migranti è anche un vergognoso volano di corruzione, come già rivelato da Mafia Capitale, che va perseguita e stroncata con estremo determinazione". "Gli arresti di oggi sono - conclude Bindi - il coronamento di un'accurata indagine dei Ros, che ha permesso di ricostruire i molteplici affari della famiglia e il ruolo di cerniera con la pubblica amministrazione svolto dal responsabile del centro. Ringrazio il Procuratore Nicola Gratteri e gli uomini dei Carabinieri della Polizia e della Guardia di Finanza di Catanzaro e Crotone che condotto l'operazione e sequestrato beni e società riconducibili agi Arena".
Magorno (Pd): lo Stato vince
"Lo Stato vince e restituisce ai cittadini calabresi un pezzo di territorio, sottraendolo all'invadenza e al controllo criminale delle cosche. L'operazione messa a segno oggi dalla Dda di Catanzaro segna un momento di grande importanza per le nostre comunità e smantella una delle articolazioni mafiose, la cosca Arena, fra le più potenti e violente della Calabria". Ad affermarlo è Ernesto Magorno, segretario regionale Pd Calabria e componente la commissione parlamentare antimafia. "Ringraziamo la procura antimafia del capoluogo di regione, guidata Nicola Gratteri - aggiunge Magorno - le forze dell'ordine e tutti gli inquirenti che hanno lavorato perché l'operazione Jonny andasse in porto, facendo luce su anni di malversazioni, inquinamento dell'economia e gravi pratiche illegali, anche all'interno del Cara di Crotone".
Salvini: spero Governo senta suono manette
Vista l' operazione in Calabria che ha portato al fermo anche di un parroco, "spero che il suono delle manette arrivi alle orecchie del Governo": lo ha detto a Radio Padania Matteo Salvini. "La verità è che il Governo e l'UE sono complici di tutto ciò. Non dimentichiamo che sull' immigrazione c'è un giro d'affari di 5 miliardi. Meno male che, finalmente, ci sono procuratori che aprono gli occhi e alzano la testa. Del resto ce lo aveva già detto Mafia Capitale: i migranti rendono di più della droga".
Cantone: credo sia solo la punta di un iceberg
"Devo purtroppo dire e dare per scontato che questa vicenda che in sé può meravigliare non meraviglia e credo che sia la punta di un iceberg e certamente non una vicenda unica". Lo ha detto Raffaele Cantone, presidente dell'Anac, in merito agli arresti effettuati in Calabria contro esponenti della cosca Arena che gestiva anche il Cara di Isola di Capo Rizzuto. "C'è sicuramente un problema - ha affermato - che noi abbiamo già segnalato e affrontato perché per esempio il ministero dell'Interno ha fatto un decreto, che non è ancora del tutto applicato, sulle modalità con cui devono essere gestiti questi appalti che sono sempre più economicamente interessanti". "Il tema - prosegue - è che dietro le urgenze, dietro al fatto di trovare una risposta ai migranti che arrivano sempre più numerosi - ha aggiunto - spesso si abbassano le garanzie e i criteri da utilizzare". "Poi questi sono i risultati pratici in base ai quali qualcuno approfitta - ha concluso -. Ci sono tanti interessi significativi".
Gelli (Pd): quadro inquietante, adesso fare pulizia
"Il quadro che emerge dalla maxi operazione condotta da Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza che coinvolge il Cara 'Sant'Anna' di Isola Capo Rizzuto è inquietante. I capi di accusa mossi nei confronti anche di chi dovrebbe rappresentare una guida per la comunità non possono che lasciarci senza parole". Lo sostiene, in una dichiarazione, Federico Gelli, del Pd, presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione ed espulsione, nonché sulle condizioni di trattamento dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate. "Dobbiamo rafforzare le maglie del controllo preventivo - aggiunge - per l'intero sistema di accoglienza e fermare tutto ciò che può risultare sospetto. Non possiamo lasciare alla criminalità organizzata alcuna possibilità di infiltrarsi nella gestione del fenomeno migratorio. Adesso serve fare pulizia e pensare subito a fronteggiare le conseguenze di quanto avvenuto in uno dei più grandi centri di accoglienza d'Europa". "Porterò urgentemente la questione - conclude Gelli - nella prossima riunione di presidenza per definire le azioni da intraprendere".
Costantino (SI): da tempo inascoltati
"Finalmente oggi, dopo anni di denunce, ispezioni a sorpresa, interrogazioni parlamentari, richieste di audizioni in commissione Antimafia, grazie all'attività del procuratore Nicola Gratteri e degli uomini dei Carabinieri della Polizia e della Guardia di Finanza di Catanzaro e Crotone che hanno condotto l'operazione la verità finalmente è stata svelata. Troppe cose non andavano nel centro fra i più grandi d'Europa: dalla condizione in cui versavano i migranti alla gestione economica, dalla mancanza di trasparenza alla morte di un ragazzo". Lo afferma la deputata di Sinistra Italiana-Possibile Celeste Costantino, componente della commissione parlamentare Antimafia. "Ho denunciato per anni la gestione del Cara di Isola Capo Rizzuto, prima da giovane attivista poi da parlamentare e per una volta mi sento di dire che la politica non ha aspettato la magistratura, prosegue l'esponente della Sinistra. Anche se, ogni volta, la risposta, da Alfano a Morcone, era sempre la stessa: tutto in regola. Oggi dopo un bliz anti 'ndrangheta finalmente arrivano 68 arresti alla cosca Arena di Crotone, tra cui anche il capo della Misericordia, la cooperativa che da sempre è stata l'unica a poter gestire il centro. E la dimostrazione che non era tutto in regola. Adesso è necessario chiudere i Cara, da Mineo a Isola Capo Rizzuto, perché l'accoglienza sta diventando un volano economico per le mafie", conclude Costantino.
Ferrara (M5s): accoglienza a Crotone mai stata trasparente
"Dalla mia visita ispettiva del 2014 subito dopo l’insediamento al Parlamento europeo, emersero tutte le criticità e le anomalie rispetto al modus operandi dell’ente gestore, le Misericordie del Governatore Leonardo Sacco. Nessun tipo di trasparenza sui contratti e le convenzioni, difficili da reperire anche dopo espresse richieste alla Prefettura". Così l'europarlamentare 5stelle Laura Ferrara, che già tre anni fa ispezionò il Cara di Isola Capo Rizzuto oggi al centro della cronaca per gli arresti di stamattina. "Questa situazione - prosegue Ferrara - e le condizioni miserabili in cui vivevano gli oltre 1500 ospiti, mi spinsero a presentare un esposto alla Procura di Catanzaro oltre ad essere oggetto di diverse inchieste giornalistiche. Nonostante tutto c’era chi diceva che andava tutto bene, fra questi Matteo Salvini che dopo la sua visita al Sant’Anna si complimentò proprio con Sacco, con tanto di foto ricordo, per il buon lavoro svolto. L’inchiesta Johnny è il frutto di questo 'buon lavoro'. I clan si erano impossessati del centro, per anni migliaia di richiedenti asilo hanno vissuto in condizioni disumane e nello stesso tempo i portafogli dei soliti si sono ampiamente ingrossati. Nel frattempo i nostri politici hanno continuato a fare orecchie da mercante e relegare la questione accoglienza a sterili e ipocriti dibattiti nei comodi salotti televisivi".
Migliore: fare piazza pulita chi specula su deboli
"Lo smantellamento della cosca Arena di Isola Capo Rizzuto è una ottima notizia per l'affermazione della legalità nel nostro Paese. Grazie allo straordinario lavoro della DDA e dei ROS di Catanzaro, coordinati dal Procuratore Gratteri, si colpisce una delle più pericolose 'ndrine calabresi". Così Gennaro Migliore, esponente del Partito Democratico e Sottosegretario alla Giustizia, commenta l'operazione che oggi ha portato al fermo di 68 persone. "L'infiltrazione mafiosa - aggiunge - ha riguardato, tra gli altri affari che sono emersi dalle indagini, anche quella nel Cara di Crotone, attraverso il coinvolgimento dei suoi massimi responsabili. Si tratta di un fenomeno di una gravità inaudita, che testimonia come le mafie, come abbiamo visto nella vicenda di Mafia capitale, sfruttino le situazioni nelle quali sono coinvolti incolpevoli richiedenti asilo. Bisogna continuare senza indugi nel contrasto alle attività di chi si arricchisce illecitamente alle spalle dei migranti e rubando soldi ai cittadini italiani". "A Salvini, che anche oggi delira e invoca la pulizia etnica - sostiene ancora Migliore - dico che va fatta piazza pulita di chi specula sulle persone più deboli. Le prime vittime di queste azioni criminali sono proprio i migranti e perciò va reso merito a quei magistrati, da Pignatone a Gratteri, che colpiscono gli interessi illeciti delle organizzazioni mafiose".
Furlan: Cara di Isola sconcertante, ora verificare
"E' sconcertante quello che abbiamo appreso su possibili infiltrazioni mafiose rispetto alla gestione dell'asilo, dell'integrazione dell'offerta di asilo e assistenza ai profughi". Lo ha detto Annamaria Furlan, segretaria generale della Cisl, a proposito dell'inchiesta sul Cara 'Sant'Anna' di Isola Capo Rizzuto. "E' una cosa insopportabile - ha affermato, a margine del congresso regionale della Cisl Toscana - spero che si verifichino fino in fondo tutte le responsabilità e si facciano cose importanti rispetto a questo".
Fontana (Ln): le mani delle cosche sul business"Le mani delle cosche sul business degli immigrati: Mafia Capitale non ha insegnato niente a governo e Pd". E' quanto sostiene l'europarlamentare e vicepresidente della Lega Nord Lorenza Fontana in un nota. "L'immigrazione non gestita - evidenzia Fontana - è un business per la malavita e i faccendieri e l'accoglienza indiscriminata che da anni il governo sta mettendo in campo non ha niente di solidaristico: è solo un alibi per chi si arricchisce alle spalle dei contribuenti e sulla pelle degli immigrati. Non ci sono più scuse: un radicale giro di vite sugli arrivi - e più chiarezza sul ruolo delle Ong - sono urgenti priorità, il tempo per provvedere a un'emergenza senza fine è già scaduto". L'europarlamentare ha anche annunciato che dopo i fermi disposti dalla Dda di Catanzaro presenterà un'interrogazione alla Commissione per chiedere nuove e più efficaci misure di controllo nelle procedure per l'assegnazione dei fondi per l'accoglienza.
Civati: dopo caso Cara Crotone Alfano si dimetta
"Angelino Alfano deve dimettersi: non è possibile che la stessa persona responsabile di aver creato un sistema d'accoglienza che, in larghissima parte, non offre alcuna garanzia di alcun tipo, oggi rappresenti l'Italia all'estero". Giuseppe Civati, segretario di Possibile, come conseguenza dello scandalo che ha travolto il Cara di Crotone non utilizza mezzi termini e chiede le dimissioni di colui che, nel momento in cui è andato ampliandosi il sistema di accoglienza italiano, guidava il ministero dell'Interno. "La gestione dell'accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati così come è stata voluta e impostata da Alfano, si è rivelata del tutto fallimentare: abbiamo centri straordinari, al di fuori della rete Sprar, che coprono oltre l'80% del totale dei posti e che, troppo spesso, sono stati oggetto dell'attenzione di imprenditori poco attenti ai fini sociali delle proprie attività o da parte di veri e propri clan mafiosi", prosegue Civati. "Del contratto di gestione del Cara di Crotone non si trova traccia sul sito della Prefettura, ma dai fatti che stanno emergendo ora sembrerebbe che milioni di euro siano finiti direttamente nelle casse del clan Arena. Due mesi fa abbiamo portato il caso in Parlamento", ricorda Civati citando un'inchiesta di Giovanni Tizian "che ricostruiva le vicende legate al Cara di Crotone, alla associazione Misericordia e ai possibili contatti con il clan Arena". Oggi, prosegue "ci troviamo di fronte a dinamiche molto simili a quelle raccontate nell'inchiesta "Mafia Capitale" e che sembrano emergere dalle indagini e dai rinvii a giudizio per la gestione del Cara di Mineo: si tratta di scandali di portata nazionale, che delineano una triangolazione perfetta tra criminalità organizzata, imprenditori spregiudicati, politici e pezzi di Stato conniventi, il tutto sulla pelle di persone in fuga che cercano salvezza nel nostro paese. E' più urgente che mai - conclude rivolgendosi al ministro Minniti - passare a un sistema d'accoglienza virtuoso su scala nazionale, così com'è quello delineato dallo Sprar: accoglienza diffusa, piccoli centri, percorsi individuali di inserimento sociale, rendicontazione puntuale e rigorosa, così da tenere lontane mafie e potentati locali e nazionali".
Gasparri: la prova che la 'ndrangheta ha fatto affari con i clandestini
"Il governo ritiene ancora compatibile togliere ben 5 miliardi agli italiani e destinarli all'accoglienza degli immigrati dopo le vergognose notizie che giungono dalla Calabria? Abbiamo la prova che la 'Ndrangheta ha fatto affari con i clandestini. Che ci sono organizzazioni che lucrano sul traffico di persone. Dietro la maschera della misericordia e dell'umanitarismo si celano in tanti casi veri e propri criminali". Lo afferma in una nota Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia. "Il governo italiano - prosegue - non può più far finta di nulla. Basta con la retorica dell'accoglienza. Si agisca subito impedendo altri sbarchi e bloccando tutti i fondi che per l'anno in corso si voleva destinate a chi si occupa di gestire gli extracomunitari. Servono verifiche, trasparenza, certezza che quelle risorse non vadano in mani sbagliate. Domani ci saranno le conclusioni dell'indagine fatta dalla commissione Difesa del Senato. Punteremo l'attenzione sulle Ong poco trasparenti e poco collaborative, su chi è in mare per arricchire gli scafisti libici e su chi specula sugli ingressi in Italia. È tempo di agire. Va impedito alle Ong sospette - conclude Gasparri - di attraccare nei nostri porti e al tempo stesso è indispensabile avviare un'indagine complessiva sul volontariato. Ogni ulteriore tentennamento del governo saprebbe di collusione".
Fratoianni: si colpiscano con più decisione i trafficanti e chi sull'accoglienza ci lucra
"Forse è meglio che l'attuale ministro degli Esteri ed ex titolare del Viminale si astenga dal commentare, come ha fatto ampiamente in queste settimane, sulle Ong e sul dramma dei migranti". Lo afferma Nicola Fratoianni, segretario nazionale di Sinistra Italiana. "Dopo le inchieste sul Cara di Mineo - prosegue il segretario di SI - ora l'indagine su Capo Rizzuto e arresti: altre ombre sul Ncd-Ap e i suoi rapporti opachi. Invece di mettere sul banco degli imputati chi salva vite umane, come si è tentato di fare finora, si colpiscano con ancora più decisione i trafficanti e chi sull'accoglienza ci lucra". "Penso infine - conclude Fratoianni - che sia arrivato il momento per il presidente del consiglio Gentiloni di affrontare e di risolvere il "problema Alfano". Ne va della credibilità delle Istituzioni italiane".
Alfano: chi ruba sull' accoglienza, ruba due volte
"Mi congratulo innanzitutto per l'operazione fatta dalla Procura di Catanzaro. Congratulazioni al procuratore Gratteri: ottimo lavoro. Chi ruba sull' accoglienza, ruba due volte. Dei 'Cinque Stelle' non mi curo anche perché chi è guidato da un condannato dovrebbe avere rispetto per gli incensurati". Così il ministro Angelino Alfano, a margine del Consiglio esteri, risponde a chi chiede un commento alla richiesta di dimissioni avanzata dal Movimento Cinque Stelle per la vicenda delle infiltrazioni della 'ndrangheta”.
Turtoro (Azione Identitaria Calabria): dove c’è business c’è mafia
“Apparentemente uno slogan pubblicitario, effettivamente quanto da anni va emergendo. Nella recente operazione antimafia Jonny, partita dalla DDA di Catanzaro, è emerso quel mondo parallelo che tutti conoscono ed in pochi hanno il coraggio di ammetterne l’esistenza e che ha, al momento, smantellato un intricatissimo sistema di imprenditoria criminale messo su da una delle piu’ potenti cosche calabresi e che, finalmente, ha messo a nudo anche le non sottovalutabili responsabilità della Chiesa riguardo al traffico di esseri umani che diplomaticamente viene chiamato fenomeno immigratorio”. Lo sostiene Paola Turtoro portavoce regionale di Azione Identitaria Calabria. “Che la piovra riesca a mettere radici ed uffici laddove la prospettiva di guadagni facili è lampante è cosa nota a tutti, ma non puo’ essere ignorato che per far si che questo seme marcio attecchisca ha bisogno di trovare terreno fertile per cui, noi di Azione Identitaria, ci auguriamo che inchieste come quelle che, partite dalla procura di Catania a firma del Dr.Zuccaro, stanno rilevando il malaffare in molte ONG (Organizzazioni Non Governative, ma sostenute da chi sta all’interno del Governo) e da giorni primeggiano sulle notizie di cronaca suscitando opinioni e reazioni contrastanti, si moltiplichino su tutto il territorio nazionale ed internazionale e vadano fino in fondo per inchiodare alle proprie responsabilità i complici che permettono che tutto cio’ accada. L’operazione Jonny ha finalmente fatto emergere anche la rete di business sulla “tratta di esseri umani” creatasi nella provincia di Crotone che vede dunque coinvolto anche un rappresentante della Chiesa (esecrabile piu’ di chiunque altro proprio per il ruolo che ricopre!). C’è chi da anni (ancor prima di “Mafia Capitale”) cerca di sensibilizzare opinione pubblica e magistratura e che si è adoperato, in tempi non sospetti, a fornire prove e documenti sulla fallacità di certe “opere misericordiose” e sull’ipocrisia di un buonismo imposto dall’alto, ma si è sempre scontrato con un muro di gomma. Oggi finalmente un ulteriore colpo è stato inferto a questo fetido sistema che da anni ha riconosciuto nel traffico umano un affare piu’ conveniente del traffico degli stupefacenti, e che, a noi cittadini e patrioti onesti, fa riaccendere un barlume di speranza verso la riacquisizione di fiducia in una parte di magistratura onesta. Noi di Azione Identitaria non possiamo che auspicarci altre operazioni come queste, poiché l’Italia dell’accoglienza business è ancora tanta”.
Garavini (Pd): operazione "Jonny" fa onore a Paese
"L'operazione 'Jonny' che ha portato a scoprire gli interessi delle cosche calabresi intorno al Cara di Isola Capo Rizzuto fa onore alla dda di Catanzaro e alle istituzioni di questo paese. Complimenti a chi ha investito le migliori professionalità per arrivare a questo risultato". Così Laura Garavini, dell'Ufficio di Presidenza del Gruppo Pd alla Camera. "Quanto alle strumentalizzazioni contro il governo o le ong, contro l'accoglienza e le azioni difficili per gestire il flusso dei migranti - prosegue la parlamentare Pd, componente della Commissione Antimafia - le lasciamo ai politicanti. Noi siamo con la magistratura e con le forze dell'ordine e con il ministro Minniti che sta lavorando serratamente con le autorità libiche per affrontare al meglio il più grande problema del nostro tempo".
Ricchiuti: lotta diventi priorità
"La giornata di oggi ci consegna due notizie importanti sul fronte della lotta contro le mafie. La battaglia contro la 'ndrangheta e le infiltrazioni mafiose nella gestione dei migranti ha raggiunto infatti un risultato decisivo dopo il successo dell'operazione coordinata dalla Dda di Catanzaro contro il clan Arena che gestiva il centro di accoglienza dell'Isola di Capo Rizzuto, grazie ad un lavoro encomiabile svolto da magistratura e forze dell'ordine". Lo dichiara la senatrice di Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista Lucrezia Ricchiuti, componente della Commissione parlamentare Antimafia. "In questo quadro, sono davvero preoccupanti anche le relazioni tra il clan calabrese degli Arena e il parroco di Isola Capo Rizzuto Don Scordio. Occorrerebbe perciò ringraziare subito il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri, gli uomini dei Carabinieri della Polizia e della Guardia di Finanza di Catanzaro e Crotone, perché il numero imponente degli arresti, insieme al sequestro milionario di beni, riesce a svelare il gigantesco business della 'ndrangheta crotonese sulle attività imprenditoriali connesse al funzionamento dei servizi di accoglienza", aggiunge Ricchiuti. "Altra notizia di oggi, invece, riguarda il clan catanese Laudani che ha messo le mani sulla società di vigilantes che lavora in tribunale a Milano, su alcuni appalti pubblici e sulla catena di supermercati Lidl. Anche in questo caso plaudiamo al lavoro svolto dalla magistratura e dalle forze dell'ordine. Questa vicende - conclude la senatrice - dovrebbero quindi richiamare il governo a fare molto di più per evitare che le mafie abbiano estrema facilità a mettere la mano su appalti e fondi. È ora che la lotta contro mafie e corruzione diventi la priorità assoluta nell'agenda politica del Paese".
Santelli: su Cara Isola Minniti venga in Parlamento
“L'indagine dalla Dda di Catanzaro sul clan Arena che ha coinvolto il centro Cara di Isola di Capo Rizzuto è uno spaccato inquietante". Lo afferma, in una dichiarazione, la deputata Jole Santelli, di Forza Italia. "La politica deve interrogarsi - aggiunge - su quanto poteva essere evitato attraverso un serio sistema preventivo. Chiediamo al ministro Minniti di riferire in Parlamento su quanto é accaduto nell'ultimo triennio a Isola Capo Rizzuto e sulle attività preventive messe in opera dal Viminale. L'indagine ha disvelato l'ennesimo sistema di arricchimento delle cosche, che non lesinano di estendere i loro tentacoli in ogni possibile ambito. Chiediamo, inoltre, un controllo immediato di tutte le strutture e le associazioni, ivi comprese le no profit, coinvolte nel settore dell'accoglienza". "È necessario - sostiene ancora Jole Santelli - dare risposte chiare, trasparenti e certe all'opinione pubblica, senza alcun ritardo e nella consapevolezza dell'estrema gravità della situazione. E questo si può fare solo attraverso controlli preventivi severi".
Vescovo Crotone: Sgomento e trepidazione, attività confraternita non è parrocchiale
Sull'operazione della Dda di Catanzaro c'è "sgomento, trepidazione e preghiera". Lo ha detto il vescovo di Crotone, mons. Domenico Graziani, in un'intervista a InBlu Radio, il network delle radio cattoliche italiane, commentando l'operazione della Dda di Catanzaro contro il clan Arena che controllava il Cara più grande d'Europa e che ha portato al fermo di 68 persone. Tra gli arrestati anche il presidente della sezione calabrese e lucana della Confraternita delle Misericordie, organizzazione che gestiva il Cara di Isola Capo Rizzuto, ed il parroco del paese, don Edoardo Scordio. "Sono rimasto sorpreso - ha aggiunto il vescovo di Crotone - anche se da qualche tempo ero preoccupato perché si cominciavano a sentire in giro alcune voci". "L'attività della Confraternita - ha spiegato il mons. Graziani - non faceva parte dell'attività parrocchiale. Anni fa ho preteso che l'attività fosse nettamente distinta dal punto di vista logistico dall'attività della parrocchia. Il vescovo locale non ha alcun potere di vigilanza perché si tratta di un'associazione privata di fedeli che non risponde al vescovo, e sui quali ha dei doveri dal punto di vista pastorale ma che riguardano solo la moralità dei soggetti. Non ha poteri, doveri e possibilità di verifica. Per quello ci affidiamo alla giustizia". "Attendo le procedure giudiziarie - ha concluso mons. Graziani - per parlare di corruzione. Siamo vivamente interessati che i servitori della giustizia ci diano la serenità di un giudizio che ci consenta di camminare con più tranquillità. Ho fiducia nell'autorità giudiziaria e spero che mi aiuti a trovare uno spiraglio di luce".
Bruno Bossio: colpire coperture e complicità
"L'indagine della Procura di Catanzaro ha, prima di tutto, abbattuto un impenetrabile muro di omertà che per lunghi anni ha consentito al sistema messo in piedi attraverso 'le Misericordie' di consolidarsi e divenire pervasivo. Fino ad oggi si è preferito non vedere, non sentire e non parlare". A scriverlo è la deputata Pd Enza Bruno Bossio, componente della Commissione parlamentare Antimafia. "Il confine tra omertà e complicità - prosegue la parlamentare - è divenuto sempre più labile tra la gestione del CARA e ampi settori della realtà circostante. Sono stati numerosi e molteplici i 'suggerimenti' e i 'consigli' alla cautela cui io stessa sono stata destinataria. Del resto, e' stata sufficiente una ordinaria interpellanza parlamentare per ricevere dal sig. Leonardo Sacco insulti sul web e querela in tribunale". "Lo stesso Sacco che oggi è stato arrestato come uno dei protagonisti principali dei crimini odiosi quotidianamente perpetrati a danno di gente inerme. Anche per una certa "società perbenista" crotonese e calabrese il problema era costituito dalle iniziative di denuncia e non dalla evidente, triste realtà che si svolgeva sotto gli occhi di tutti", accusa la deputata. "Chi ha inteso dunque, dolosamente, coprirsi gli occhi con il prosciutto non poteva non conoscere quanto ho potuto rilevare nel corso delle visite ispettive parlamentari all'interno del centro migranti.È, per questo, molto forte il sospetto che tutto quello che ci raccontano oggi i magistrati di Catanzaro, potesse accadere solo con la complicità di estese e pesanti coperture. Tutti sapevano che questa orribile vicenda si è svolta tra cerimonie di battesimi di 'ndrangheta e manifestazioni politiche con foto e strette di mano. Intorno ad Isola Capo Rizzuto si esibivano amicizie politiche trasversali con il chiaro intento di impaludare e criminalizzare ogni tentativo di denuncia e di contrasto di questa drammatica realtà". "Sono fiduciosa e certa che ciò avverrà non solo per la competenza, la professionalità e la determinazione dei magistrati inquirenti ma anche perché, non è banale sottolinearlo, oggi al Ministero degli Interni si respira aria nuova e pulita", conclude Bruno Bossio.
Turco: assenza istituzioni porta affermarsi mafie
"Quanto accaduto a Capo Rizzuto è il frutto di anni e anni di mala politica e di una gestione a dir poco miope della questione migranti e richiedenti asilo. L'assenza delle istituzioni ha portato all'affermarsi delle mafie che sono riuscite a tessere una solida rete di corruzione durata ben 10 anni. Capo Rizzuto rappresenta il fallimento delle politiche degli ultimi governi, ma può diventare un nuovo punto di partenza per dare un nuovo impianto, certamente più trasparente ed efficace, nell'amministrazione di Cara e delle altre strutture nate per accogliere migranti e richiedenti asilo". Lo afferma Maurizio Turco del partito Radicale.
Bianchi(Ap). arresti sono la vittoria dei cittadini onesti
"Gli arresti di oggi degli affiliati al clan Arena sono un risultato importante e rilevante nella lotta quotidiana che lo Stato porta avanti contro la 'ndrangheta. Un plauso, dunque, al Procuratore Nicola Gratteri e ai carabinieri, alla polizia e alla guardia di finanza di Catanzaro e Crotone per questa ennesima operazione di successo". é quanto afferma, in una dichiarazione, Dorina Bianchi, sottosegretario al Turismo e deputato di Alternativa Popolare. "Quella di oggi - aggiunge Bianchi - è una vittoria anche di tutti quei cittadini onesti oppressi dall'arroganza della malavita. Siamo riusciti a indebolire una cosca radicata sul territorio e a smantellarla. Le indagini faranno il loro corso e faranno di sicuro la giusta chiarezza sulla gestione del Cara di Isola di Capo Rizzuto. È inaccettabile lucrare sulle difficoltà degli altri".
Covello (Pd): inferto duro colpo a cosca senza freni
"Attraverso l'ottimo lavoro della Dda e dei Ros, lo Stato ha inferto un durissimo colpo a una delle più rilevanti cosche criminali che si sono infiltrate anche nella gestione del Cara di Crotone". Lo dichiara Stefania Covello, deputata del Partito democratico. "La gravità dei reati evidenzia come non ci sia alcun limite a tal punto da sfruttare persino tragedie umanitarie. Bisogna contrastare fermamente queste attività illecite e al tempo stesso evitare - conclude la parlamentare - che speculazioni politiche come quelle portate avanti da Lega e M5S, finiscano per distogliere l'attenzione facendo confusione, solo per raccattare consensi".
Bova: attorno alla disperazione c’era l’interesse speculativo della criminalità
"Il velo sulla criminosa gestione dei migranti è stato squarciato. Già nei giorni scorsi, l’intervento delle Forze dell’Ordine e della magistratura contro il caporalato aveva messo in luce che attorno alla disperazione e al bisogno di uomini, donne e bambini, c’era l’interesse speculativo della criminalità. Ieri abbiamo avuto, addirittura, la conferma – sottolinea Arturo Bova - che i migranti sono stati usati come un bancomat, parecchio redditizio, da parte del crimine organizzato del Crotonese”. “Da politico e da presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria – dice ancora Bova – continuo a ribadire la necessità di un confronto teso a sciogliere ogni forma, fosse anche minima, di incoerenza, o disattenzione, istituzionale per evitare che l’emergere di tali situazioni distruggano, oltre le vite di centinaia di nostri simili sofferenti, anche le residue potenziali credibilità della Calabria dinanzi agli occhi del Paese e del resto del mondo”.
“Voglio anche esprimere la mia convinta condivisione con la dichiarazione riportata oggi sul quotidiano l’Avvenire di mons. Domenico Graziani, arcivescovo di Crotone e Santa Severina, che in relazione al coinvolgimento di un sacerdote nell’inchiesta della Dda di Catanzaro, ha ricordato come l’alto magistero della Chiesa risieda essenzialmente nell’ossequio del Vangelo e del bene comune, così come la nota della Conferenza episcopale calabra che evidenzia compiutamente che ..’dove c’è Vangelo non possono esservi mafiosi o interessi comunque criminali..’ “Se anche stavolta le Procure e le Forze dell’Ordine – termina Arturo Bova - hanno dimostrato di avere capacità e determinazione di recidere alla base le ingerenze criminali nel tessuto economico e sociale calabrese, altrettanto dobbiamo fare noi uomini delle istituzioni abbandonando logiche di partito, calcoli personali e strategie da basso impero lavorando per un unico obiettivo: contribuire a sradicare la ‘ndrangheta dalla nostra terra”.
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