Processo Perseo, controesame per Luca Piraina - VIDEO

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Lamezia Terme – Si ritorna in aula con il controesame per Luca Piraina nell’ambito del Processo Perseo. L’avvocato Di Renzo inizia ad esplorare il tema dei rapporti di PIraina con i Giampà. L’avvocato chiede di approfondire i rapporti intrapresi nel 2006 con Franco Trovato e, in particolare su un presunto discorso di Franco e Gino Trovato ad allontanarsi da ambienti criminali, ma, Piraina nega questa circostanza.

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Rito del battesimo pungendosi il dito indice con l’ago

La parola passa all’avvocato Andricciola che ripercorre la vicenda dei riti di ‘ndrangheta. “Conosce le regole e i riti per il battesimo?” ha chiesto l’avvocato e Piraina: “Si,la formula è stata detta da Domenico Chirico e si usa pungersi il dito indice con l’ago ma, dal momento che eravamo in un’aula bunker, questa cosa non è stata fatta anche se noi dovevamo dire di aver fatto questo rito”. “Lei - ha poi chiesto -  ha mai fatto uso di sostanze stupefacenti?”. “Si - risponde - non l’ho mai negato, usavo marijuana ho provato anche la cocaina ma mi piaceva fumare, non altro”. Poi il legale chiede: “secondo il regolamento interno alla cosca è possibile avere doti di ‘ndrangheta se la moglie non è fedele?”. “Non so - risponde Piraina -  All’epoca ero fidanzato ora no… ma non rispondo a domande personali”. Ma l’avvocato precisa che “secondo il regolamento le doti di ‘ndrangheta non possono darsi a chi ha relazioni extra coniugali, per questo il motivo della mia domanda personale”. Piraina ha replicato che non è legato ai suoi rapporti con la cosca il motivo della sua separazione dalla fidanzata.

Domenico Chirico aveva deciso di chiamare il Professore per riorganizzare cosca

L’avvocato vuole spiegato da Piraina un particolare passaggio degli interrogatori in merito alla volontà di far scendere il professore, al 41 bis, dopo che il figlio diviene collaboratore. “Domenico Chirico - dice Piraina - aveva deciso di chiamare il professore per riorganizzare la cosca. Domenico è uno dei vertici e poteva far scendere il professore detenuto per riorganizzare la cosca”. “Chi era presente al suo battesimo?” domanda poi l’avvocato. “Giampà Domenico, Saverio e Davide, Pasquale Catroppa, e forse Arcieri Vincenzo e naturalmente Domenico Chirico” ha risposto Piraina aggiungendo che “dovevamo essere in cinque per compiere il rito”. L’avvocato passa ad altro argomento. “Conosce il negozio Cortese sport?” “Si” risponde Piraina aggiungendo di essere cliente ma di non aver mai fatto un atto intimidatorio. “Una bottiglietta davanti alla porta d’ingresso?”chiede il legale e Piraina “No, no a Cortese mai”. Andricciola ritorna sulle doti di ‘ndrangheta. Piraina afferma che Davide Giampà è stato battezzato insieme a lui e che anche lui ha saltato il rito dell’ago, dal momento che non ne disponevano. Piraina non ricorda bene quale dote gli sia stata data a Davide “probabilmente picciotto”. L'avvocato chiede "Secondo le regole ‘ndranghetiste Davide Giampà può avere doti di ‘ndrangheta?" E Piraina: "Si, perché no?" "Sa se era coniugato?" chiede l'avvocato. "Si, si doveva sposare".rispodne Piraina. "Sa perché - chiede ancora l'avvocato - ora la relazione è cessata?" "Non lo sapevo" dice Piraina. "L’ex convivente di Davide era amica della sua ex fidanzata?" chiede Andricciola "Si" risponde Piraina. A questo punto interviene l’avvocato di Piraina che chiede all’avvocato di motivare queste domande prettamente personali.

Prende poi la parola l’avvocato Marchese. "Lei - domanda il legale - si è autodenunciato di omicidi?" "Si" risponde Piraina e ripete gli omicidi dei quali ha partecipato. Si tratta di nove anni di condanna per l'omicidio di Torcasio Vincenzo e si menziona il tentato omicidio di Muraca. Si prende poi atto che Piraina è a domicialiri e ha una condanna a nove anni per un omicidio e un tentato omicidio. Dall’altra parte l’avvocato di Piraina interviene più volte dal momento che vengono toccati argomenti prettamente personali. Piraina risponde alle domande dall’avvocato Marchese ripercorrendo riti di ‘ndrangheta e struttura della famiglia Giampà. Cita anche Bonaddio Vincenzo in quanto capo della cosca. Parla del suo rapporto con Antonio Voci. “Giampà Giuseppe non gli avrebbe più dato sostanze stupefacenti perché se la faceva”. Sapeva che Voci la prendeva anche da altre parti? Si. A Vibo? Non so risponde ancora Piraina. “Insomma quando non gliela dava Giampà si riforniva anche da altre parte”. 

Festini in appartamenti a Nocera Terinese

Piraina afferma di aver partecipato a festini in appartamenti a Nocera Marina dove si faceva uso di sostanze stupefacenti. “A Giuseppe Giampà non l’ho mai visto far uso di cocaina, mai davanti a noi. Io non faccio uso di cocaina è capitato in passato”. “Ho il cervello bruciato dalla droga” legge questo passaggio l’avvocato Marchese. Ma Piraina insiste sul fatto che lui faceva principalmente uso di marijuana e non cocaina. Ma l’avvocato contesta, “oggi sta più volte ribadendo che usava solo limitatamente la cocaina, ma nei verbali risultano cose completamente diverse”.

Nonostante i problemi audio Piraina descrive anche il ruolo di Antonio Voci in merito all’arrivo delle giostre “Voci spianava il terreno, commenta Piraina”. “Di chi erano i terreni?”. “Di Parrilla e Perri (proprietario titanic) riferisce Piraina”. Si scalda l’avvocato Marchese, dal momento che oggi Piraina ricorda eventi e persone che in precedenza non ricordava con tale lucidità. Come ad esempio i nomi dei proprietari dei terreni che negli interrogatori con Borrelli non ricordava.  “Se lei non sa le cose non deve per forza rispondere! – si sfoga l’avvocato”.

Spuntano foto compromettenti

Capitolo a parte oggi per il processo Perseo nell’aula Garofalo del tribunale lametino, durante il controesame di Luca Piraina da parte dell’avvocato Francesco Pagliuso. A collegamento spento l’avvocato rende pubblico il contenuto di una chiavetta con 96 fotografie. Foto di persone, di luoghi ma soprattutto di soggetti, probabilmente noti anche a Piraina, in atteggiamenti amorosi con personale di sicurezza.

Il Pm Elio Romano invita l'avvocato a considerare il dato che la denuncia di questa pennetta da parte della signora C. è stata fatta nel settembre 2013 mentre Luca Piraina ha deciso di collaborare il 20 febbraio 2013 e l'Operazione Perseo è scattata il 26 luglio 2013.

Dalle 96 foto ne sono state estrapolate 17. Foto che saranno trasmesse al collaboratore di giustizia Piraina nella successiva udienza di completamento del controesame il 22 maggio prossimo. Si tratterebbe di ragazze soggette a protezione, in quanto compagne di imputati, che sarebbero venute in possesso di queste chiavette, si parla di sette dispositivi in circolazione, da parte degli agenti. Ma, la chiavetta conterrebbe anche altri atti come le testimonianze di alcuni collaboratori che, se giunte ad altri pentiti, come presume l’avvocato Pagliuso, si verificherebbe la circolarità della propagazione. Le dinamiche di questa vicenda, apparentemente assurda e complessa, saranno svelate nella prossima udienza.

Per quanto riguarda invece i riti di battesimo, l’avvocato ha disposto l’acquisizione dell’elenco degli agenti di polizia penitenziaria per chiarire se sono stati veramente compiuti dietro le sbarre in udienza riti di affiliazione raccontati anche da Piraina. L’avvocato, infine, chiede anche di disporre dell’elenco ufficiale degli agenti nelle udienze dove, secondo i pentiti, sarebbero avvenuti questi riti di affiliazione.

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