“Unghe' Unghe'”

Scritto da  Pubblicato in Maria Arcieri

© RIPRODUZIONE RISERVATA

maria_arcieri_d23ae_3802d_63ae8_c7abf_6cf7d_0f295_41338_e9bd8_d1e69_33fc3_028db_fcc1c_f44b8_0f3c1_26a9d_145eb_52b3f_ea9f2_3f28e_20d3b_160f8_842c3_913e7_494d6_8b044_a4860_81582_9efd2_c1731_ad7c8_0f542_c545d_86e97_48a79__4_6d54d.jpg

Per alcuni è sintomo di debolezza per altri è sinonimo di emotività ma in realtà questa dolce emozione nasconde un altro dato. Piangere. Ci siamo mai chiesti perché per qualcuno è una frequente abitudine, (magari stile Niagara) mentre per altri è uno sforzo. Per gli studiosi, è un segno di forza e non di debolezza come potrebbe risultare magari per l’elevata sensibilità emotiva. Anche perché la genetica, il contesto sociale e il genere influenzano la frequenza con cui esprimiamo con le lacrime le nostre emozioni. Dalle ricerche risulta che chi piange facilmente è emotivamente forte. Quindi come direbbe De Niro sono “Tutte chiacchere” il dato che piangere sia un segno di debolezza, in quanto è accertato che in questo modo si riconoscono le emozioni che non vengono represse e che, permettono di affrontare situazioni difficili, anche perché per gli esperti di psicologia positiva il pianto può essere un indicatore di resilienza, è una sensibilità che trasforma la vulnerabilità in forza.

In sostanza chi piange spesso non è fragile ma ha una maggiore capacità di entrare in contatto con quello che prova e che gli accade. Anche perché le lacrime sono lo sfogo che aiuta a diminuire la tensione e a ritrovare l’equilibrio interiore. Infatti, per qualcuno risulta più facile piangere anche per fattori biologici. Dal rilascio di ormoni legati allo stress o per empatia. Per alcune donne è deprimente vedere un uomo che piange, a prescindere dalla motivazione, infatti, li inseriscono subito nella casella (soggetto non uomo). Mentre per altre è affascinante vedere le loro lacrime perché le considerano indice di sensibilità. Una mia amica, aveva soprannominato Unghè unghè un ragazzo di 60 anni che piangeva la mamma scomparsa e ogni volta che riscontrava un problema alla macchina. E, le persone “altamente sensibili” piangono di più, e mostrano una profonda empatia e una grande capacità di adattamento. Le lacrime hanno un ruolo fisiologico: aiutano a liberare le tossine, riducono i livelli di cortisolo e generano una sensazione di sollievo.

Per la psicologia il pianto non deve essere vissuto come un difetto, ma come una caratteristica della personalità che permette di integrare la sensibilità come parte del nostro benessere emotivo. In quanto è un’espressione umana potente, che collega corpo e mente e ci ricorda che provare emozioni molto intense è un segno di forza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Altro in questa categoria: « Disegno di una casa