Gratteri su corruzione magistratura: "È un problema terribile, ed è segno di ingordigia”

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Catanzaro- "Il problema corruzione nella magistratura c'è, possiamo parlare del 6-7%. E' grave inimmaginabile, terribile. Noi guadagniamo bene. Io prendo 7200 euro e si vive bene e non c'è lo stato di necessità, non è un padre che ruba per fare mangiare i figli. E' un fatto di ingordigia. Il potere è avere incarichi o chiedere incarichi per amici degli amici". A dirlo il procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri intervistato da Lucia Annunciata a "Mezz'ora in +". 

"I magistrati - ha detto Gratteri - non vengono da Marte, sono il prodotto di questa società. L'abbassamento della morale e dell'etica c'è in tutte le categorie ma posso dire che sostanzialmente la struttura della magistratura è sana. Certo, un magistrato corrotto fa rumore, è molto grave. La gente si allontana da noi, perdiamo tanta credibilità. Se in passato avete celebrato degli eroi ed eroi non erano, la colpa è anche dei giornalisti, dei presentatori di certe trasmissioni televisive che hanno creato dei personaggi senza che in realtà nella vita avessero mai fatto nulla, quindi la responsabilità è un po' più ampia. Quando parliamo di avere sottovalutato le mafie, di avere continuato a recitare che gli 'ndranghetisti erano dei pastori o al massimo responsabili di sequestri di persona, la colpa è dei magistrati, delle forze dell'ordine, dei giornalisti, degli storici, dei professori universitari che non abbiamo saputo o voluto capire la vastità del fenomeno. Perché emergono oggi queste cose? Prima c'era qualche collaboratore di giustizia che ne parlava, ma una cosa è il collaboratore ed un'altra è l'intercettazione ambientale dove c'è la voce degli attori protagonisti che parlano in modo chiaro e poi si configurano, ad esempio, reati di corruzione o concussione e quindi la prova è dirompente. Non parliamo più di indizi ma di prove".

"Scarcerazioni Rinascita? finite esigenze"

"Le persone arrestate nell'inchiesta Rinascita Scott e poi scarcerate sono 69. Sono state arrestate, ad esempio, per intestazione fittizia di beni. Nel momento in cui ho il bene sequestrato, quella persona viene interrogata e risponde alle domande dove è più l'esigenza cautelare? Quindi viene scarcerato ma questo non vuol dire che il soggetto non ha commesso il reato. Vuol dire che non c'è più il pericolo di fuga, di inquinamento probatorio e le dichiarazioni sono cristallizzate. Poi se uno è in malafede può dire che l'indagine è fallita perché sono state scarcerate queste persone". 

"Invece urlare su prescrizione velocizzare processi"

"Tutte queste persone che si stanno ammazzando a gridare contro la prescrizione, perché nel mentre non presentano un'alternativa, un articolato di legge dove dimostrano concretamente che è possibile velocizzare i processi, che è possibile far funzionare la giustizia?" A dirlo Nicola Gratteri intervistato da Lucia Annunziata a 'Mezz'ora in +'. "E' necessario - ha aggiunto - togliere tutte le condizioni perché un fascicolo non rimanga più fermo. Ogni bambino ha un tablet, ogni persona ha due telefoni però quando chiediamo la tecnologia applicata al processo viene l'orticaria a tutti e dicono che si abbassa il livello di garanzia dell'indagato. L'informatica non abbassa la garanzia, lascia traccia. Non fa altro che aumentare le garanzie. Tecnologia vuol dire efficienza, diminuire il potere discrezionale dell'uomo, quindi diminuire l'abuso. La legge Bonafede ne esce cambiata? si certo ma la storia insegna che le cose dirompenti si fanno nei primi 6 mesi di legislatura poi qualsiasi governo man mano che va avanti ha sempre meno potere e energia".

"E' una mediazione al ribasso perché serviva la prescrizione per costringere il legislatore ad interessarsi concretamente per modifiche procedurali al codice di procedura per velocizzare il processo senza diminuire le garanzie dell'imputato". "Legislatore serio deve preoccuparsi del perché un fascicolo resta 4 anni in un armadio del pm" ha aggiunto.

"Obiettivo sia rendere delinquere non conveniente"

"Se il politico volesse ci sarebbe la possibilità, in pochissimo tempo, di fare tante di quelle modificare dove diventi non conveniente delinquere. Questa è la barra, la non convenienza a delinquere, non dobbiamo parlare di morale o etica". "Spetta al legislatore - ha aggiunto - avere il coraggio, la volontà, la libertà di creare un sistema proporzionato a questa realtà criminale. Anziché perdere mesi ad appigliarsi sulla prescrizione, andiamo a rileggere il codice di procedura penale e applichiamo la tecnologia per velocizzare i processi e cominciamo a rivedere tutta l'esecuzione della pena perché chiunque entri in carcere non sa quando uscirà, anche dopo una sentenza definitiva". "Io - ha detto Gratteri - sono contrario ad ogni forma di violenza, ad uno schiaffo in carcere o in caserma. Sono per il rispetto assoluto della Costituzione e per il rispetto ortodosso della legge. Lavorare con il codice in mano, perché se vado oltre la legge faccio il gioco del mafioso perché diventa vittima e quindi cerca la sponda, la solidarietà nella persona in malafede, negli sporcaccioni, in quelli che in nome del garantismo dicono falsità continue, assolute e reiterate e non aspetterebbero altro che essere denunciati per farsi pubblicità e per darsi un tono che nessuno gli ha mai dato nel corso della loro vita o professione".

Mancata nomina a Ministro 

"Renzi l'ho conosciuto nel 2014 il giorno prima che andasse dal presidente Napolitano. Io sono uno che dice sempre quello che penso e faccio una cosa se ci credo, sono allenato a decidere. Ho detto le cose che bisognava fare e lui era d'accordo su tutto, cose strutturali che riguardavano tutto il sistema giudiziario. Se mi è andata bene viste le posizioni di adesso di Renzi? Io non ho problemi, sono fatto così sono decisionista diretto e dico quello che penso". "Lui - ha aggiunto - ha insistito non è che appena me l'ha proposto ho detto sì perché poi una volta finito di fare il ministro non sarei tornato a fare il magistrato avrei forse aperto un'azienda agricola. Di certo non sarei tornato a fare il magistrato perché per la gente non solo devi essere serio e credibile, ma deve anche avere fiducia in te. Perché il no di Napolitano? Non mi sono fatto un'idea. Pare che abbia detto che sono un pm troppo caratterizzato. Non so cosa voleva dire. Chi è in confidenza come giornalista può andare a chiederlo a lui. E' vero che sono molto indipendente, non faccio parte di nessuna corrente e ho un carattere forte, duro, a volte burbero. Non esiste la mediazione al ribasso. La cosa più bella del mio lavoro è che se uno veramente vuole essere libero, è l'unico lavoro in cui non si dipende da nessuno".

"A mio avviso il Csm è migliorato"

"A mio avviso il Csm è migliorato, lo vedo molto serio, tosto, duro. Mi va benissimo. In questo Csm vedo una forte etica. C'è gente molto sensibile, che si indigna, si scandalizza, non è assuefatta. Quindi vedo un Csm molto molto serio".

"Consulente gratuito perchè non ho mai chiesto niente"

"Queste cose non mi toccano più di tanto, non mi cambia il modo di lavorare. Salvini è venuto anche a trovarmi. Io parlo con tutti. Mi chiamano parlamentari da Fdi a Leu, faccio il consulente gratuito ma poi fanno quello che vogliono. Lo posso fare perché non ho mai chiesto niente a nessuno. Quando vado a Roma faccio la questua dalle forze dell'ordine al ministero, ma è normale se si dirige un ufficio". Lo ha detto Nicola Gratteri intervistato da Lucia Annunziata su Rai3 'Mezz'ora in +' rispondendo dei complimenti ricevuti da Matteo Salvini.

"Le carceri oggi sono dei contenitori, non si fa rieducazione e trattamento

"Le carceri oggi sono dei contenitori, non si fa rieducazione e trattamento. Io non parlo di lavori forzati ma di campi di lavoro. Un tossicodipendente quanto entra in comunità lavora otto ore al giorno e poi fa un'ora o due di psicoterapia. Perché invece un detenuto deve stare otto ore al giorno davanti al televisore? Quando esce perché dovrebbe cambiare? Ma se invece usiamo il lavoro come terapia, come rieducazione, come trattamento allora le cose cambiano". "Avremmo le spiagge, i fiumi, le montagne più pulite al mondo. Quando parliamo di detenuti - ha aggiunto - vi fanno vedere Bollate, ma quello è uno spot". Alla domanda di Lucia Annunziata che il lavoro come terapia somiglia molto al "lavoro rende libero" del campo di concentramento di Auschwitz, Gratteri ha risposto: "se la stessa frase la spostiamo in diversi contesti storici possiamo darle l'interpretazione che più ci assomiglia".

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