Catanzaro – Proseguono le arringhe degli avvocati degli imputati nell’ambito del processo Chimera che si sta celebrando con il rito abbreviato al Tribunale di Catanzaro. Sono le battute finali per questo filone del processo, scaturito dalle due operazioni del maggio e dell’ottobre 2014 che hanno portato a più di quaranta arresti tra persone ritenute legate alla “storica” consorteria criminale dei Cerra-Torcasio-Gualtieri di Lamezia Terme con base operativa a Capizzaglie. Le prossime udienze sono state fissate per l’11 gennaio, il 1 e il 19 febbraio, quando probabilmente il Gup Antonio Battaglia pronuncerà la sentenza di primo grado. Davanti al giudice del Tribunale di Catanzaro, nell’udienza odierna, hanno discusso la loro arringa finale gli avvocati Lucio Canzoniere, Gianluca Careri, Salvatore Cerra, Antonio Larussa e Vitaliano. I legali hanno cheisto l’assoluzione per i loro assistiti Francesco, Antonio e Federico Gualtieri, Gaetano Larosa e Paolo Paone. I difensori hanno concentrato la loro linea difensiva sulla “assoluta genericità delle dichiarazioni dei collaboratori” che hanno riferito “de relato”, senza esplicitare la fonte di conoscenza delle informazioni. In particolare gli avvocati Canzoniere e Careri, per i loro assistiti Antonio e Federico Gualtieri, hanno contestato il quadro probatorio a carico degli imputati, dichiarando “inutilizzabili le dichiarazioni dei collaboratori perché si riferiscono a fatti antecedenti rispetto al periodo di contestazione dell'associazione”.
Per quanto riguarda la posizione specifica dell’imputato Paolo Paone, poi, il suo difensore, l’avvocato Careri, oltre a contestare l’inutilizzabilità delle dichiarazioni dei collaboratori per la “genericità delle accuse”, si è concentrato in particolare sulle dichiarazioni di Luca Piraina e Luciano Arzente, perché avrebbero riferito di “circostanze assolutamente false”. Sulla intraneità alla cosca di Paone, l’avvocato Careri contesta questa ipotesi facendo riferimento ad un verbale di interrogatorio del pentito Umberto Egidio Muraca che rimarcherebbe la contiguità dell’imputato alla cosca e non, quindi, il suo esserne parte integrante.
Nella prossima udienza, fissata per l’11 gennaio, proseguirà con le discussioni degli altri avvocati difensori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA