Rapina alla Sicurtransport a Catanzaro, per due imputati Cassazione annulla sentenza con rinvio

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Catanzaro - La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza con cui la Corte di Appello di Catanzaro aveva ritenuto che per due degli autori della rapina consumata a Catanzaro con un bottino di otto milioni di euro, sussistesse l’aggravante di aver agevolato il sodalizio mafioso della ‘ndrangheta.  Si tratta della vicenda relativa all'assalto al caveau di Vigilanza Sicurtransport compiuto il 4 dicembre 2016.

Con la sentenza di condanna, in primo grado, per due degli imputati ritenuti responsabili del delitto di rapina, Dante Mannolo e Giovanni Passalacqua, fu ritenuto che gli stessi avesse agito con l’ulteriore fine di agevolare un’associazione mafiosa. Di tale avviso non fu la Corte di Appello di Catanzaro che, nell’aprile del 2021, nel confermare il giudizio di responsabilità per la rapina, annullò la sentenza nella parte in cui aveva ritenuto il fatto aggravato dal fine di agevolare un sodalizio mafioso, così rideterminando la pena in senso favorevole ai due imputati. Da qui i ricorsi del PM e del difensore di parte civile, a seguito dei quali la Corte di Cassazione, annullò la sentenza disponendo un nuovo giudizio ritenendo immotivata l’esclusione dell’aggravante mafiosa.

La Corte di Appello di Catanzaro, a cui furono trasmessi gli atti per un nuovo giudizio, con sentenza del 27 gennaio 2023, ritenne, quindi, che il fatto fosse aggravato dall’avere agevolato un sodalizio mafioso della ndrangheta e per tale motivo confermò la stessa pena inflitta dal giudice di primo grado, aggravato, in forza del ritenuto fine di agevolare un sodalizio mafioso. Contro tale sentenza, però, hanno proposto ricorso in Cassazione i difensori di Mannolo (avvocati Francesco Gambardella e Luigi Falcone) e Passalacqua (avvocati Stefano Nimpo e Salvatore Iannone) eccependo l’insussistenza di elementi per ritenere che i due imputati avessero agito con il fine di agevolare un sodalizio mafioso. Ieri, all’esito della trattazione del ricorso davanti al Supremo Collegio, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza relativamente alla ritenuta aggravante della mafiosità rinviando per un nuovo giudizio davanti alla Corte di Appello.

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