Lamezia, consigliere regionale Pitaro: "Bene continuità operativa centro trasfusionale ma tempi troppo lunghi"

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Lamezia Terme - “Con delibera del 16 febbraio, la Commissione straordinaria dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro ha ripristinato - come da me richiesto con un’interrogazione indirizzata al Presidente della Regione nel settembre 2019 -  l’articolazione oraria H12 ‘con pronta disponibilità in prima notturna e festiva del personale dell’U.O. di Medicina Trasfusionale dell’Ospedale di Lamezia Terme o in subordine con articolazione oraria H 24 con guardia attiva e pronta disponibilità integrativa’. Illogicamente - afferma il consigliere regionale Francesco Pitaro - al “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme su cui da troppo tempo si consuma una disattenzione deplorevole, l’operatività del Centro Trasfusionale, fiore all’occhiello della sanità calabrese con prestazioni all’avanguardia, senza tener conto delle numerose situazioni di emergenza-urgenza, era stata ridotta da 12 a 6 ore, determinando conseguenze negative nello svolgimento delle funzioni ed  enormi riflessi negativi sul diritto alla salute dei cittadini”.

Aggiunge Pitaro: “Adesso, prendendo atto del notevole ed effettivo  consumo di unità trasfusionali/annuo, si consente all’Ospedale della quarta città più popolosa della Calabria di svolgere le proprie funzioni al fine di permettere ai cittadini di Lamezia e del comprensorio di ottenere tempestivamente le dovute prestazioni sanitarie”. Conclude il consigliere regionale: “Tutto è bene quel che finisce bene, ma c’è un ma che vale la pena considerare. Ossia che da quando ho sollevato il problema ad oggi sono trascorsi cinque mesi. Cinque mesi per rendersi conto che la quantità delle prestazioni erogate dal Centro Trasfusionale di Lamezia richiede la continuità operativa H 12? Non per caricare di responsabilità i decisori pubblici pro tempore, che sicuramente fronteggiano incrostazioni burocratiche annose, ma occorre comprendere che ritardi siffatti non solo acuiscono la sfiducia del cittadino nelle Istituzioni ma mettono a rischio la vita delle persone”.

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