Operazione Jonny, Callipo su rapporti con Sacco e don Scordio: chi insinua dubbi lo fa per mero calcolo politico

g-callipo2.jpg

Pizzo - "Una non-notizia, una post verita' che rischia di danneggiare soprattutto la liberta' di scelta dei cittadini che tra qualche settimana saranno chiamati alle urne. Ecco perche' invito tutte le persone in buona fede a tenere gli occhi aperti, senza farsi abbindolare da chi ora sta bassamente strumentalizzando queste "indiscrezioni" che non hanno nulla di rilevante, ne' da un punto di vista giudiziario ne' da un punto di vista etico. Purtroppo, come spesso accade in Italia, queste cose succedono stranamente nell'imminenza di un appuntamento elettorale". Lo afferma il sindaco di Pizzo Calabro, Gianluca Callipo, candidato alle elezioni amministrative dell'11 giugno, in merito ad articoli di stampa che riportano il contenuto di un'informativa dei Ros nell'ambito dell'inchiesta che coinvolge Leonardo Sacco, governatore della Confraternita della Misericordia di Isola Capo Rizzuto.

"Ho conosciuto Sacco tre anni fa - continua Callipo -, nell'ambito della campagna per le primarie che mi ha portato a girare la Calabria in lungo e in largo, incontrando migliaia di persone. A quell'epoca Sacco, insieme a don Edoardo Scordio, godeva della stima e della considerazione di tutti, dai prefetti ai sindaci, dalle massime cariche dello Stato alle piu' alte gerarchie ecclesiastiche. Basta fare una veloce ricerca in Internet per trovare alcune sue foto con i massimi leader politici nazionali e, addirittura, con il Papa. Questo ovviamente non vuol dire che tutti quelli che ha incontrato e con i quali abbia parlato siano collusi con la 'ndrangheta. Per quanto mi riguarda la mia storia politica e umana - aggiunge - e' cristallina, perché  ho sempre assunto posizioni di inequivocabile rigetto delle logiche mafiose. Lo dimostra il fatto che proprio in quella campagna elettorale per la scelta del candidato a presidente della Regione dissi pubblicamente che non volevamo i voti della 'ndrangheta, facendo storcere il naso a piu' di qualche persona in Calabria. Oggi, a distanza di 3 anni, alcuni organi di stampa riportano il contenuto di atti investigativi dai quali non emerge alcun profilo di responsabilita' da parte mia. Lo ribadisco: ho conosciuto Sacco e Scordio nel corso di una campagna elettorale, quando non erano indagati e quando rivestivano un ruolo di primaria importanza nel settore del volontariato in Calabria".

"E' emblematico - aggiunge - che lo stesso magistrato che oggi coordina l'inchiesta che riguarda Sacco e Scordio, il dottor Nicola Gratteri, in un suo libro del 2013 parlava del sacerdote come di un esempio di lotta alla criminalità organizzata: "Noto per le sue coraggiose omelie ai funerali di alcuni mafiosi della zona - scriveva Gratteri secondo quanto riportato da Callipo - e' un prete che riesce ad attrarre intorno a se' moltissimi giovani, con i quali fonda importanti movimenti di volontariato". Insomma - aggiunge Callipo - se un massimo esperto di 'ndrangheta qual e' Gratteri allora non aveva dubbi sulla liceita' e sul valore civico delle attivita' condotte attraverso la Confraternita di Isola Capo Rizzuto, non si capisce come avrei potuto averli io, senza considerare che al netto di ogni considerazione, ne' la struttura ne' i loro gestori hanno mai ottenuto alcun vantaggio o favore da me. Punto. Si puo' speculare quanto si vuole su questi fatti, magari cercando di fantasticare su banali espressioni colloquiali e di cortesia usate al telefono come puo' capitare a tutti, ma la realta' e' che non ho niente a che fare con questa storia. Chi cerca di insinuare dubbi - conclude - lo fa per mero calcolo politico, mortificando non soltanto il confronto democratico rappresentato dalle prossime elezioni, ma anche la propria dignita' di uomo e di cittadino"

© RIPRODUZIONE RISERVATA