Agguato in centro a Crotone: un altro arresto per omicidio Tersigni, processo passa a Dda Catanzaro

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Crotone - Salgono a sei le persone accusate dell'omicidio di Giovanni Tersigni, il 36enne crotonese ucciso a colpi di pistola il 7 settembre dello scorso anno in un agguato nel centro storico cittadino. Questa mattina gli agenti della squadra mobile della questura di Crotone hanno tratto in arresto Giuseppe Passalacqua, crotonese di 33 anni, con l'accusa di omicidio aggravato in concorso con altre cinque persone che, al termine di una rapida indagine, erano finite in carcere nel successivo mese di ottobre; si tratta di Cosimo Berlingieri, Paolo Cusato, Cosimo Damiano Passalacqua, Dimitar Dimitrov Todorov e Francesco Oliverio. Quest'ultimo nelle scorse settimane ha deciso di collaborare con la giustizia e le sue dichiarazioni hanno consentito di appurare il coinvolgimento di Giuseppe Passalacqua nel delitto.

I primi cinque uomini furono individuati rapidamente grazie all’incessante lavoro investigativo della squadra Mobile che permise di accertare come il gruppo fosse formato da due ccosiddetti 'trasfertisti', Cosimo Berlingieri e Cosimo Passalacqua, giunti nella tarda mattinata del 7 settembre a Crotone da Catanzaro a bordo di un’autovettura guidata dal Todorov sulla quale si trovavano anche Cusato e Oliverio. Il commando si recò nel primo pomeriggio presso l’abitazione di Oliverio da dove uscirono, pochi minuti prima dell’omicidio, dirigendosi verso piazza Albani dove si trovava la vittima che, nonostante i tentativi di sfuggire all’agguato, veniva raggiunta da diversi colpi di pistola calibro 7.65. A dare la notizia al commando sulla presenza di Tersigni in piazza Albani fu proprio Giuseppe Passalacqua, secondo quanto ha rivelato agli inquirenti il pentito Oliverio. La figura di Passalacqua era già nota agli investigatori della Squadra Mobile della Questura di Crotone i quali, nel corso dell’indagine, avevano notato movimenti sospetti presso l’abitazione di Oliverio non potendo tuttavia dimostrare che anche Passalacqua avesse avuto un ruolo attivo nella pianificazione dell’omicidio. Le recenti dichiarazioni del collaboratore Oliverio hanno consentito di fugare ogni dubbio circa le responsabilità del Passalacqua per il quale la Procura della Repubblica ha spiccato un mandato di cattura prima che potesse darsi alla fuga.

Processo passa a Dda Catanzaro

Sarà il gup distrettuale di Catanzaro ad occuparsi del processo per l'omicidio di Giovanni Tersigni avvenuto il 7 settembre 2019 a Crotone. Il gip del Tribunale di Crotone, Michele Ciociola, infatti, ha dichiarato la propria incompatibilità giudicando il delitto come un fatto accaduto nell'ambito di logiche contigue alla criminalità organizzata e quindi non di competenza del Tribunale ordinario. La decisione è stata presa al termine dell'udienza di oggi durante la quale è stato sentito anche il collaboratore di giustizia Francesco Oliverio, di 29 anni, ritenuto il mandante dell'omicidio Tersigni per il quale è stato arrestato insieme a Cosimo Berlingieri, 28 anni, di Catanzaro, ritenuto l'esecutore materiale del delitto, Cosimo Damiano Passalacqua, 23 anni, di Catanzaro, e Dimitar Dimitrov Todorov, bulgaro di 22 anni residente a Crotone, e Paolo Cusato, 30 anni, di Crotone. Proprio le dichiarazioni di Oliverio - che ha iniziato a collaborare con la Dda dal luglio scorso - sabato 19 settembre hanno portato oggi all'arresto anche di una sesta persona, Giuseppe Passalacqua, 33 anni di Crotone. Oliverio ha ricostruito in aula le fasi dell'organizzazione dell'omicidio sostenendo che l'agguato a Tersigni era nato per problemi legati alla divisione delle piazze di spaccio a Crotone e non per screzi in carcere come ipotizzato in precedenza.

"L'intenzione - ha detto Oliverio - era quella di gambizzare Tersigni, ma Berlingieri dopo il primo colpo si è intimorito vedendo alzare Tersigni e ha continuato a sparare". Nel corso dell'udienza proprio Cosimo Berlingieri ha fatto delle dichiarazioni spontanee sostenendo di essere stato costretto da Oliverio a sparare a Tersigni. "Eravamo venuti a Crotone per un affare legato allo spaccio di erba, ma poi Oliverio mi ha costretto a compiere l'agguato. Mi ha pure puntato la pistola alla testa minacciando la mia famiglia. io non volevo sparare. Chiedo scusa alla famiglia Tersigni". In base alle dichiarazioni del pentito ("non volevamo uccidere Tersigni, ma solo gambizzarlo"), il pubblico ministero Pasquale Festa ha anche modificato il capo di accusa in omicidio volontario escludendo la premeditazione.

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