Casa degli orrori a Gizzeria, condannato a 20 anni l'uomo accusato di violenze e riduzione in schiavitù verso la compagna

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Lamezia Terme  - E' stato condannato a 20 anni di carcere Francesco Rosario Aloisio Giordano, l'uomo 54 anni di Gizzeria accusato di maltrattamenti in famiglia, riduzione in schiavitù e violenza sessuale pluriaggravata nei confronti della compagna di origini rumene. Arriva, dunque, a una prima tappa giudiziaria la terribile storia di orrori, violenze e degrado che scosse due anni fa l'intera comunità calabrese. Stando alle ricostruzioni effettuate durante le indagini e poi in aula, attraverso il racconto della vittima, l'uomo avrebbe costretto per quasi dieci anni la donna di 29 anni a vivere in una piccola baracca fatiscente in campagna, senza luce e servizi e in uan condizione di schiavitù e continue violenze fisiche e sessuali. I due avevano anche due bambini, ora di 5 e 11 anni.  Alla giovane donna non era consentito uscire o ricevere cure mediche, perfino durante le gravidanze. Quasi sempre era rinchiusa nella baracca dove immobilizzata e legata al letto subiva per ore le violenze. 

La donna conobbe il suo presunto aguzzino perché era stata badante dell'ex moglie dell'uomo; successivamente ne divenne compagna e ad appena vent'anni aveva dato alla luce il primo figlio ma, come ha raccontato la ragazza, lui l’avrebbe colpita per tutta la gravidanza, senza sottoporla ad alcuna visita, e non avrebbe cambiato questo atteggiamento neanche dopo. In un'occasione, avrebbe lui stesso applicato i punti di sutura su una ferita profonda causata alla donna e sarebbero stati ripetuti e sadici anche gli episodi di violenza sessuale. Per non parlare delle violenze subite dai bambini in tenera età. Le indagini sono state svolta dai carabinieri di Gizzeria Lido e sono nate da un controllo fortuito. L’uomo, difeso dagli avvocati Antonio Larussa e Bernardo Marasco era stato fermato infatti in auto e ad attirare l’attenzione dei carabinieri erano state le condizioni fatiscenti del veicolo a bordo del quale viaggiava con il figlio all'epoca di 9 anni. Nel corso del processo l'accusa aveva chiesto la condanna a 26 anni, mentre i legali hanno puntato sull'assoluzione contestando l'utilizzabilità delle dichiarazioni della parte offesa e sostenendo la prescrizione di alcuni reati.

G.V.

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