Falsi titolo di studio per ottenere assunzioni nella pubblica istruzione, indagata anche direttrice Ufficio scolastico Calabria - NOMI E VIDEO

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Vibo Valentia - L’operazione è scattata alle prime luci dell’alba nelle province di Vibo Valentia, Cosenza, Catanzaro, Reggio Calabria e Napoli dove i militari del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Vibo Valentia, con l’ausilio di personale dei reparti arma territorialmente competenti e il supporto aereo fornito dall’8° Nucleo Elicotteri Carabinieri, hanno eseguito una ordinanza di misura cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Vibo Valentia su conforme richiesta della locale Procura della Repubblica, guidata dal Dott. Camillo Falvo, nei confronti di 10 soggetti (8 in carcere, 2 agli AA.DD.), operanti nel settore dell’Istruzione, circuito A.F.A.M. e istituti paritari, ritenuti responsabili in concorso, a vario titolo, di associazione a delinquere, corruzione, falso in atti destinati all’A.G., falso in atto pubblico, abuso d’ufficio e autoriciclaggio.

Gli indagati 

Pietro Amato, 39 anni, di Locri; 

Incoronata Bax, 68 anni, di Campobasso;

Domenico Califano, 39 anni, di Reggio Calabria; 

Maria Rita Calvosa, 59 anni, di Roma;

Carmine Caratozzolo, 49 anni, nato negli Stati Uniti; 

Giovanni Carbone, 60 anni, di Bagnara Calabra; 

Rosa Cilea, 50 anni, di Reggio Calabria; 

Patrizia Fazzari, 47 anni, nata in Germania; 

Vincenzo Giovinazzo, 34 anni, di Cinquefrondi; 

Davide Pietro Licata, 52 anni, di Stefanaconi; 

Dimitri Maria Licata, 42 anni, di Stefanaconi; 

Jgor Vincenzo Licata, 48 anni, nato a Vibo Valentia;

Michela Licata, 22 anni, nata a Vibo Valentia; 

Michele Licata, 77 anni, nato a Comiso;

Rossella Marzano, 46 anni, di Vibo Valentia; 

Antonio Gavino Oggiano, 81 anni, di Sassari; 

Christian Piscitelli, 24 anni, di Napoli; 

Maurizio Piscitelli, 56 anni, di Casalnuovo di Napoli; 

Giovanni Procopio, 71 anni, di Montepaone; 

Carlo Pugliese, 69 anni, di Spilinga; 

Pasquale Sorrentino, 49 anni, di Formia; 

Paolo Tittozzi, 75 anni, di Roma; 

Domenico Maria Carrozzo, 42 anni, di Tropea.

 

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L’indagine, denominata Diacono, condotta sotto la costante guida del procuratore della Repubblica di Vibo Valentia e del sostituto Ciro Lotoro, è stata avviata a seguito del ritrovamento, il 2 luglio 2020, di un arsenale di armi (da guerra e clandestine) e ingente somma di denaro presso l’abitazione di Davide Pietro Licata, contigua all’Istituto “Accademia Fidia”, gestito dalla famiglia Licata. Gli approfondimenti hanno consentito di ricostruire una rete di istituti formativi (paritari e artistici/musicali) che ha illecitamente prodotto, in cambio di denaro e/o altre utilità, titoli di studio e attestati (oltre che operato fittizie assunzioni), al fine di favorire la partecipazione dei beneficiari a pubblici concorsi per l’assunzione di personale docente e A.T.A. (Assistente Tecnico Amministrativo). Tali illecite condotte sono state agevolate e rese possibili grazie alla corruzione di un alto funzionario del M.I.U.R, il quale è incaricato, fra l’altro delle attività ispettive e di controllo degli istituti provati accreditati al MIUR.

Lo sforzo investigativo ha consentito di fare luce anche su un ulteriore episodio di corruttela, finalizzato a conseguire l’attribuzione di importante incarico istituzionale nell’ambito del Ministero dell’Istruzione, a beneficio di una Dirigente dell’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria. Nel corso dell’attività di esecuzione delle misure cautelari sono state anche poste sotto sequestro con decreto d’urgenza 19 società, operanti nel settore dell’Istruzione, per un valore stimato in circa 7 milioni di euro. C'è anche la direttrice dell'Ufficio scolastico regionale della Calabria Maria Rita Calvosa tra le 13 persone indagate, in stato di libertà. Calvosa, 59 anni, romana, è alla guida dell'Ufficio scolastico regionale per la Calabria dal settembre del 2018, dopo essere stata per dieci anni responsabile dell'ambito territoriale di Latina.

Procuratore Falvo: "Scoperto vero e proprio mercimonio"

Dal 2014 ad oggi potrebbero essere stati rilasciati circa 20-30mila attestati con un giro d'affari enorme. E' quanto emerge dall'inchiesta condotta dai carabinieri con il coordinamento della della Procura di Vibo Valentia denominata "Diacono" su un giro di presunti diplomi falsi. "Una indagine molto delicata, nel campo della pubblica istruzione - ha detto il procuratore Camillo Falvo - che ha avuto un prologo nel luglio del 2020 con arresti e con il rinvenimento di un arsenale nell'Accademia Fidia e di 202mila euro in contanti che sembravano di provenienza illecita". "Da quell'episodio - ha aggiunto Falvo - è partita una serie di attività investigative e tecniche e ambientali che ha portato al rinvenimento di un vero e proprio mercimonio della funzione pubblica, con la vendita di migliaia e migliaia di attestati, diplomi e master che, immessi nel circuito nazionale, hanno condizionato il mercato del lavoro. Se pensiamo ai tanti ragazzi che studiano con tanta fatica e sudore affrontando prove d'esame e redigendo curriculum reali, questa cosa fa molta rabbia". "L'entità è dimostrata - ha detto ancora il procuratore - dalle somme trovate stamani: 700mila euro. Tra l'altro, uno degli indagati era arrivato a dire che per fare i soldi non fosse necessario fare ciò che fanno i malandrini perché bastava una risma di carta. E tutti i componenti dell'associazione hanno messo in atto qualsiasi metodo illegale per procedere alla vendita dei diplomi".

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