Criminalità, Consiglio dei Ministri scioglie comuni di Cutro e Sant'Eufemia d'Aspromonte: in Calabria 23 gli enti commissariati

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Roma - Il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'interno Luciana Lamorgese, in esito ad approfonditi accertamenti dai quali sono emerse forme di ingerenza da parte della criminalità organizzata che espongono le amministrazioni a pressanti condizionamenti e ne compromettono il buon andamento, ha deliberato lo scioglimento dei Consigli comunali di Cutro (Crotone) e di Sant'Eufemia d'Aspromonte (Reggio Calabria), a norma dell'articolo 143 del Testo unico degli enti locali (decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267), affidandone contestualmente la gestione a una commissione straordinaria. Lo si legge nel comunicato finale del Consiglio dei Ministri.

Il consiglio comunale di Cutro, il cui scioglimento è stato deliberato dal Cdm, era stato sospeso lo scorso 3 luglio dopo le dimissioni divenute irrevocabili del sindaco Salvatore Divuono, eletto nel giugno 2016 alla guida di una lista civica. La decisione del sindaco era scaturita a seguito delle fibrillazioni politiche intervenute nella maggioranza a seguito degli esiti dell'operazione "Thomas" della Dda di Catanzaro che aveva coinvolto un ex dirigente dell'ufficio tecnico comunale. A seguito di quella vicenda, la prefettura di Crotone aveva insediato una commissione d'accesso antimafia. Lo scioglimento del consiglio comunale di Sant'Eufemia d'Aspromonte, nel Reggino, fa seguito all'operazione Eyphemos della Dda di Reggio Calabria che ha portato all'esecuzione di 65 ordinanze di custodia cautelare, di cui 53 in carcere e 12 agli arresti domiciliari. Nell'inchiesta sui condizionamenti delle cosche all'interno dell'ente venne posto ai domiciliari anche il sindaco Domenico Creazzo, eletto da poco consigliere regionale assieme ad altri amministratori e consiglieri.

Sale a 23 il numero degli enti locali attualmente commissariati per infiltrazioni mafiose in Calabria, dopo che il Consiglio dei Ministri, la scorsa notte, ha deciso di mettere fine alle esperienze amministrative dei Comuni di Cutro (Crotone) e Sant’Eufemia d’Aspromonte (Reggio Calabria). Tra questi enti, sono comprese due Aziende sanitarie provinciali colpite da provvedimenti analoghi: sono infatti stati sciolti gli organi di direzione generale dell’Asp di Reggio Calabria e Catanzaro. In Calabria le infiltrazioni mafiose rappresentano la metà dei casi che hanno portato ad una interruzione anticipata della legislatura consiliare, a conferma della forte pervasività mafiosa.

L’ultima relazione semestrale della Direzione investigativa antimafia ha dedicato una analisi ai commissariamenti per infiltrazione mafiosa deliberati nel 2019 e nei primi mesi del 2020 e delle ragioni alla base del forte interesse delle organizzazioni criminali per gli enti locali. Per contrastare più efficacemente il fenomeno delle infiltrazioni mafiose la relazione suggerisce, tra l’altro, un rafforzamento del ruolo dei segretari comunali, un più attento controllo da parte dei gruppi interforze provinciali istituiti presso le prefetture (cui collabora la stessa Direzione investigativa antimafia) sugli affidamenti di appalti e servizi pubblici. Questi risultano spesso affidati a ditte legate ai clan locali e, infine, il monitoraggio dei flussi finanziari per individuare eventuali attività di riciclaggio. Fino ad oggi, per quanto riguarda la situazione calabrese, sono stati 121 i decreti di scioglimenti per infiltrazioni mafiose, di cui 8 annullati e 21 procedimenti archiviati.

Nel 2017 è stato registrato l’anno “nero” per la pubblica amministrazione regionale, con ben 12 decreti di scioglimento. La provincia più interessata da questo fenomeno è quella di Reggio Calabria con ben 69 decreti di scioglimento. Il procuratore della Repubblica di Catanzaro, Nicola Gratteri, ha più volte sottolineato che “i Comuni sciolti per mafia saranno sempre di più”, evidenziando anche che “il problema della Calabria sono i quadri della pubblica amministrazione”. Ai numeri da record relativi ai commissariamenti per ingerenze della criminalità locale si affianca il dato relativo alle intimidazioni subìte dagli amministratori locali. Il rapporto "Amministratori sotto tiro di Avviso Pubblico", diffuso nel giugno scorso, segnala 53 atti intimidatori avvenuti nel solo 2019. Nella triste classifica, la Calabria è la quarta regione italiana, preceduta da Campania, Puglia e Sicilia.

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