Cosenza – Quindici gli arresti per l’operazione “Drugstore”, compiuta stamane dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza e dagli agenti della polizia di Stato. Le cosche della 'ndrangheta dei Forastefano e degli Abbruzzese, contrapposte per anni e protagoniste di una sanguinosa faida, si erano unite per gestire il traffico di droga. I provvedimenti di fermo sono stati emessi dalla Dda di Catanzaro al termine di una serie di indagini che hanno portato a ricostruire i canali di approvvigionamento e quelli di spaccio della droga. In particolare venivano acquistati ingenti quantitativi di cocaina ed eroina che poi erano destinati al mercato dello spaccio nel cosentino. Gli investigatori hanno ricostruito anche un fiorente traffico di armi. I particolari dell'inchiesta sono stati resi noti stamane a Cosenza dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro e capo della Dda, Vincenzo Antonio Lombardo, dal procuratore aggiunto, Giovanni Bombardieri, e dal comandante provinciale dei carabinieri, col. Francesco Ferace. "Le cosche, anche se contrapposte per anni, colpite da sanguinose faide interne, possono unirsi - ha detto Lombardo - se il fine è il controllo del territorio e in particolare quello del mercato della droga. Tra i fermati ci sono infatti soggetti di primo piano del clan Abbruzzese. Dalle indagini sembrerebbe che sia stato avviato un rapporto distensivo tra la cosca Forestafeno e quella degli zingari nel territorio dello ionio cosentino. I rifornimenti di droga sono stati vicendevolmente scambiati con l'accordo di tutti". L'inchiesta, ha proseguito Ferace, è partita nel 2011 e ha portato nel corso di questi anni all'arresto di 8 persone e al sequestro di 16 chili di sostanze stupefacenti. "La droga - ha concluso - in prevalenza eroina e cocaina, arrivava dall'estero per poi essere distribuita nel territorio dello ionio cosentino ma anche nell'hinterland del capoluogo".
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