Fatta luce sull'omicidio di Filippo Pantano avvenuto a Martirano Lombardo nel 2005, tre arresti

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Martirano Lombardo - Sono arrestati i tre presunti responsabili, considerati i mandanti e gli esecutori materiali dell’omicidio di Filippo Pantano, ucciso a colpi d’arma da fuoco a Martirano Lombardo il 20 luglio del 2005. Personale della Squadra Mobile di Catanzaro, unitamente al personale del Commissariato di Lamezia Terme, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Catanzaro – Dda, diretta dal Procuratore Capo Nicola Gratteri, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP Distrettuale di Catanzaro, su richiesta del Sost. Proc. della locale Procura Distrettuale Antimafia Elio Romano, nei confronti di Gino Strangis, 49 anni, Pino Strangis, 43 anni e di Vincenzo Arcieri, 58 anni, già detenuto per altra causa presso la Casa Circondariale di Caltanissetta. I tre sono ritenuti responsabili dell’omicidio, aggravato dalla metodologia mafiosa, di Filippo Pantano: Gino Strangis avrebbe avuto il ruolo di ideatore, organizzatore ed esecutore del fatto di sangue, il fratello Pino Strangis quale partecipe al fatto di sangue, e Vincenzo Arcieri, quale coautore della decisione omicidiaria, unitamente ai vertici della cosca Giampà.

Pantano ucciso da numerosi colpi d’arma da fuoco la notte del 20 luglio 2005

Il fatto di sangue risale al 20 luglio 2005 e fu compiuto nottetempo quando Filippo Pantano, nei pressi della propria abitazione alla guida di un’autovettura Land Rover, venne attinto da numerosi colpi d’arma da fuoco, di cui alcuni di fucile calibro 12 e uno di pistola calibro 9x21. Le nuove attuali evidenze investigative effettuate dalla Squadra Mobile, si inquadrano in un più ampio quadro consistente in un’attività di acquisizione, esame e riscontro delle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia. Tali dichiarazioni, minuziosamente esaminate, hanno consentito agli investigatori di riscontrare quegli indizi che già all’epoca dei fatti indicavano la cosca Giampa’ ed in particolare i fratelli Strangis, quali responsabili dell’omicidio Pantano, consentendo di fare piena luce sulle modalità, sul movente, sui mandanti e sui partecipi del fatto di sangue.

Le indagini

L’episodio suscitò particolare allarme in quanto, poteva costituire l’inizio di una faida in quei territori interessati al tempo da lavori pubblici di notevole importanza, come la costruzione di un metanodotto che realizzava conseguenti interessi criminali da parte delle famiglie mafiose che controllavano la zona. Le attività investigative condotte dalla Squadra Mobile di Catanzaro, hanno permesso, in particolare, di accertare le motivazioni alla base dell’evento omicidiario che consistevano nel contrasto esistente tra le famiglie “Arcieri-Cappello” a cui gli Strangis erano legati e la cui ‘ndrina costituiva una promanazione della cosca Giampà nell’area premontana di Lamezia Terme e Filippo Pantano che avrebbe rappresentato gli interessi della contrapposta consorteria dei “Iannazzo-Cannizzaro-Daponte”.

In particolare, i fratelli Strangis, per conto delle famiglie “Arcieri – Cappello”, nell’ambito della cosca di ‘ndrangheta Giampa’, incaricati di fatto al controllo della zona montana di Lamezia Terme, al fine di riappropriarsi della gestione delle estorsioni alle imprese e ditte operanti nell’area suddetta decidevano di uccidere il Pantano. Tale decisione veniva adottata d’intesa con i vertici delle famiglie “Giampà” e “Cappello – Arcieri”, nell’ambito del quale Arcieri Vincenzo, vantava un ruolo primario. E’ stato accertato anche che la decisione del delitto, veniva adottata con il consenso di Giuseppe Giampà, capo della cosca, figlio del “professore”, Francesco Giampà, successivamente divenuto collaboratore di giustizia. In particolare, come accennato, le investigazioni si sono sviluppate nell’individuazione delle plurime acquisizioni dichiarative di alcuni collaboratori di giustizia, nonché dalle numerose attività di riscontro delle stesse, rispetto a quelle che furono le investigazioni condotte nell’immediatezza dell’evento criminoso. I fratelli Strangis, ultimate le formalità di rito, sono stati associati presso la Casa circondariale di Catanzaro, mentre la notifica ad Vincenzo Arcieri è stata effettuata presso la Casa Circondariale di Caltanissetta.

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