Killer 'ndrangheta evaso dai domiciliari nel Milanese, catturato dai Carabinieri nel Napoletano - Reazioni

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Milano - I carabinieri di Milano, con il supporto dei colleghi di Napoli, hanno catturato il killer della 'ndrangheta Massimiliano Sestito, evaso dai domiciliari a Pero, nel Milanese, il 30 gennaio. L'uomo, che aveva già scontato una condanna per l'omicidio del Renato Lio nel 1991 e attendeva la pronuncia del ricorso in cassazione per l'omicidio del boss Vincenzo Femia, è stato rintracciato e catturato dai militari alla Stazione Circumvesuviana di Sant'Anastasia in provincia di Napoli.

Aspettava taxi, non era armato

Massimiliano Sestito non era armato al momento dell'intervento dei carabinieri. Era da solo davanti alla stazione della Circumvesuviana e aspettava un taxi. In suo possesso un documento di identità del fratello, con il quale esiste una notevole somiglianza. Sono in corso indagini per accertare da dove provenisse e dove intendesse dirigersi.

Carabinieri: "Per cattura fondamentali intercettazioni"

Per catturare il killer della 'ndrangheta Massimiliano Sestito sono state fondamentali le intercettazioni telefoniche: è quanto spiegato dai carabinieri. Il grandissimo e immediato impegno dei militari è stato "anche dovuto alla volontà di onorare l'appuntato dei carabinieri Renato Lio ucciso nel 1991". Per arrivare a Sestito sono stati utilizzate anche il monitoraggio del web e le indagini sulle relazione dell'assassino che si ritiene avesse "coperture" dove è stato arrestato. Alla ricerca dell'evaso hanno preso parte, fra l'altro, i Nuclei investigativi dell'Arma di Milano e di Napoli, la Compagnia di Rho (Milano) e il Reparto operativo partenopeo. I carabinieri - è stato spiegato - hanno lavorato giorno e notto dispiegando tutti i mezzi necessari e utilizzando un numero imponente di militari. L'obiettivo è stato quello di agire nella maniera più tempestiva possibile per impedire a Sestito di diventare irreperibile.

Reazioni

Occhiuto: "Mai più domiciliari per questo pericoloso malavitoso"

“Il killer della ‘ndrangheta Massimiliano Sestito - evaso qualche giorno fa dai domiciliari a Pero, nel milanese - è stato catturato. Stava scontando la condanna per l’assassinio del carabiniere calabrese Renato Lio, avvenuto a Soverato nel 1991. E proprio ieri la Procura della Cassazione aveva chiesto la conferma dell’ergastolo per un altro omicidio commesso da Sestito nel 2013 a Roma. Congratulazioni ai carabinieri di Milano e di Napoli che hanno nuovamente assicurato alla giustizia questo criminale. Mai più domiciliari per questo pericoloso malavitoso”. Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.

Ferro: "Cattura Sestito segnale importante da Stato"

“In pochi giorni di serrate indagini il killer di ‘ndrangheta Massimiliano Sestito, evaso dai domiciliari dopo essersi liberato del braccialetto elettronico, è stato nuovamente catturato. Si tratta di un’operazione di straordinaria importanza anche dal punto di vista simbolico, perché dà un segnale di fiducia ai cittadini, dimostrando che lo Stato non molla la presa nei confronti dei mafiosi. Rivolgo le mie congratulazioni all’Arma dei Carabinieri per aver stroncato il tentativo di latitanza di un pericoloso criminale, condannato a trent’anni per l’omicidio a Soverato dell’appuntato Renato Lio, e in attesa di verdetto definitivo per un secondo delitto”.  E’ quanto afferma il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro (FDI).

Fsp Polizia: “Ennesima conferma che forze dell’ordine sono la vera garanzia”

“La rapida e ineluttabile cattura di Massimiliano Sestito è una bella notizia che riempie di soddisfazione tutti quelli che vestono la divisa, a cominciare dal figlio di Renato Lio, assassinato da questo brutale killer, nostro stimato collega. Siamo emozionati per lui e per noi, e siamo orgogliosi perchè tutti hanno l’ennesima conferma che le forze dell’ordine in Italia sono una vera garanzia. L’angoscia e la frustrazione di vedere un soggetto di tale ferocia e pericolosità sgusciare via, approfittando delle maglie larghe di un sistema in cui chiaramente qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto, è stata immediatamente compensata dalla professionalità, dalla tenacia, dall’inflessibilità e dallo spirito di sacrificio dei tutori della sicurezza. E adesso torniamo a chiedere a gran voce che tutti, sempre, mettano al primo posto le vittime e il rispetto loro dovuto, il diritto dei cittadini a ottenere concretamente giustizia e sicurezza, e il lavoro di tutti noi che a questo dedichiamo una vita intera. Su Sestito attendiamo la decisione della Cassazione il 28 febbraio, speriamo, insomma, che possa restare in carcere fino ad allora”.   

Così Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, dopo che i carabinieri ieri hanno catturato il killer della ‘ndrangheta Massimiliano Sestito, evaso dai domiciliari a Pero, nel milanese, il 30 gennaio. Sestito, era uscito dal carcere il 12 gennaio, dopo una decisione della Corte di Assise di Appello di Roma, che ha accolto un’istanza della difesa. L’imputato aveva finito di scontare la condanna a 30 anni per l’omicidio del carabiniere Renato Lio, del 1991, ma era ancora sottoposto a custodia cautelare perché imputato per l’omicidio del boss di ‘ndrangheta Vincenzo Femia, avvenuto nel 2013, e per questo condannato all’ergastolo. Una decisione su cui è stata chiamata a pronunciarsi la Corte di Cassazione, la cui sentenza è attesa per il 28 febbraio.

Alecci: "Occorre essere fiduciosi: anche oggi, lo Stato ha fatto sentire la sua presenza"

"Intendo fare un plauso e ringraziare l’Arma dei Carabinieri per l’ottimo lavoro di intelligence che ha portato alla cattura di Massimiliano Sestito. Solo poche ore fa avevo auspicato ciò, consapevole delle straordinarie forze che si stavano mettendo in campo per assicurare alla giustizia l’assassino di Renato Lio, ma anche della difficoltà di rintracciarlo se fossero passati troppi giorni dalla sua fuga. Come d’altronde dimostra il fatto che sia stato arrestato in Campania, a tantissimi chilometri dalla zona di detenzione, da cui era partita la caccia all’indomani della sua fuga. Occorre essere fiduciosi: anche oggi, lo Stato ha fatto sentire la sua presenza, dando, ancora una volta, un fortissimo segnale alla ndrangheta e alla criminalità organizzata bloccando sul nascere la latitanza di un pericoloso criminale" è quanto si legge in una nota di Ernesto Francesco Alecci Consigliere Regionale e Segretario Questore

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