Lamezia: agguato nella notte, ucciso l’avvocato Pagliuso

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Lamezia Terme - L'avvocato penalista, Francesco Pagliuso, di 43 anni, è stato ucciso in un agguato nella tarda serata di ieri a Lamezia Terme. Pagliuso, nel momento dell'agguato, era alla guida della propria automobile e stava facendo rientro a casa su via Marconi a Lamezia. Il penalista, noto negli ambienti forensi calabresi, è stato assassinato con alcuni colpi di pistola alla testa ed è morto sul colpo. A trovare il suo corpo, nel corso della notte, sono stati i carabinieri, avvertiti dai familiari della vittima allarmati per il fatto che il penalista non rispondeva al cellulare. I carabinieri hanno avviato indagini per ricostruire l'accaduto. La titolarità dell'inchiesta sull'assassinio di Pagliuso è stata assunta dal procuratore della Repubblica facente funzioni, Luigi Maffia, insieme al sostituto Marta Agostini che in queste ore hanno ascoltato i collaboratori e i familiari dell’avvocato.

Determinanti per indagini riprese delle videocamere

Potrebbero, infatti, essere determinanti ai fini delle indagini, le riprese delle videocamere del sistema di sorveglianza dell'abitazione. I filmati dovrebbero, infatti, ricostruire le fasi del delitto. Dai primi accertamenti pare che una persona si sarebbe introdotta nel giardino praticando un buco nella recinzione dove avrebbe atteso l'avvocato per poi sparargli due colpi di pistola alla testa mentre scendeva dalla sua vettura, una Volkswagen. Il cadavere, all'arrivo degli inquireti, era ancora in auto, riverso sul sedile di guida, con lo sportello ancora aperto, nel cortile di casa. Le immagini sono adesso al vaglio dei carabinieri e si spera possano dare un concreto contributo per identificare l'assassino.

Ipotesi vendetta legata a sua professione

Una vendetta legata alla sua attività professionale: è questa l'ipotesi che viene seguita in prima battuta nelle indagini, condotte dai carabinieri di Lamezia Terme e del reparto operativo di Catanzaro. Pagliuso, come avvocato, aveva un vasto giro di clienti, molti dei quali legati ad ambienti della 'ndrangheta lametina e della criminalità. Era uno degli avvocati della difesa nei processi come “Medusa”, “Perseo” e “Andromeda” che si sono disputati e, in parte si stanno ancora disvolgendo tra Lamezia, Catanzaro e Roma. Pagliuso, lo ricordiamo, era anche il legale di Franco e Pasqualino Perri proprietari del centro commerciale “Due Mari”. Tra i suoi clienti anche persone comuni con pendenze di vario tipo con la giustizia o coinvolte in controversie di natura privata. Adesso bisogna accertare chi e perché abbia voluto che Pagliuso morisse, uccidendo personalmente il professionista o, probabilmente, incaricando a tale scopo un killer. Pagliuso ha, inoltre, anche interessi commerciali, in particolare nella ristorazione.

L'omicidio di Francesco Pagliuso, richiama un altro clamoroso delitto, quello di Torquato Ciriaco, assassinato a colpi d'arma da fuoco il primo marzo 2002 a 55 anni. Il porofessionista fu ucciso intorno alle 23 sulla strada che collega Lamezia con Maida che stava percorrendo a bordo della sua auto. La vettura di Ciriaco fu affiancata da quella dei killer che spararono ripetutamente con un fucile ferendolo, per poi finirlo con due colpi d'arma da fuoco alla testa. Per l'omicidio, che secondo alcuni pentiti fu ordinato dalla cosca Anello di Filadelfia, è ancora in corso il processo che vede imputati il boss Tommaso Anello, il pentito Francesco Michienzi, sulle cui rivelazioni si basò l'inchiesta, e Santo Panzarella, l'uomo scomparso nel luglio 2002. L'avvocato sarebbe stato ucciso per il suo interessamento all'acquisto dei beni di una grossa azienda edile fallita in concorrenza con gli interessi degli Anello.

auto-cc-studio-pagliuso.jpgCarabinieri sotto lo studio dell’avvocato in via Luigi Galvani

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brattoli-08102016-091324.jpgIl Presidente del Tribunale di Lamezia Terme, Bruno Brattoli, sul luogo del delitto

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