Lamezia, al via processo "Dirty Soccer" contro il calcioscommesse

foto-dirty-soccer-fuori-tribunale-lamezia-29119ok.jpg

Lamezia Terme - Avrebbero alterato i risultati di alcuni match con lo scopo di realizzare lucrose vincite attraverso il sistema delle scommesse. A quattro anni dall’operazione, è arrivato al tribunale di Lamezia, questa mattina, uno dei filoni del processo “Dirty Soccer” sul calcioscommesse che nel maggio 2015 aveva portato a 50 fermi emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Il Processo era stato diviso in 13 tribunali. L’udienza di oggi, nell’aula Garofalo del tribunale lametino, in seduta ordinaria davanti al giudice Emma Sonni, si è conclusa con un nulla di fatto e il processo è stato rinviato al 9 aprile per via di alcuni difetti di notifica. Fuori dal Tribunale questa mattina si è radunato un gruppo di tifosi che ha esposto uno striscione “Verità e giustizia per la Vigor”, fiduciosi che nelle aule di tribunale emerga con chiarezza quanto avvenuto nel mondo sportivo lametino.

Il sistema delle scommesse

L'operazione “Dirty Soccer”, ovvero “calcio sporco” era scattata nel maggio dello scorso anno e aveva portato al fermo di 50 persone, mentre altre 70 sono state indagate in stato di libertà. Secondo la Dda di Catanzaro sarebbero state organizzate una serie di combine di partite di calcio dei campionati di Lega Pro e Lega D nella stagione 2014-15. Dell'organizzazione avrebbero fatto parte giocatori, allenatori e direttori sportivi che avrebbero alterato i risultati di alcuni match con lo scopo di realizzare lucrose vincite attraverso il sistema delle scommesse. “Finalmente ci sarà un processo e già questo è un bene per tutti. Usciranno i documenti, le verità, gli eventuali inciuci e le telefonate che chi ha condotto le indagini ha definito ‘disgustose’ e sulle quali l’ex capo della mobile di Catanzaro oggi in servizio a Palermo, Rodolfo Ruperti, aveva dichiarato: ‘siamo nauseati da quello che abbiamo intercettato nel calcio’”. Questo, invece, quanto si legge nei manifesti sparsi per la città recanti la firma Cna attraverso i quali i tifosi continuano a chiedere “Giustizia per la Vigor”.

A rimanere coinvolti nell’inchiesta, nel maggio di tre anni fa, giocatori, allenatori e direttori sportivi che avrebbero, secondo l’accusa, alterato i risultati di alcuni match con lo scopo di realizzare lucrose vincite attraverso il sistema delle scommesse. Da allora, si sono susseguiti una serie di processi, sportivi e giudiziari, con vari tronconi in tutta Italia. Dopo l’eccezione di incompetenza territoriale avanzata da alcuni difensori, il procedimento, per una parte di indagati, per i quali è stato chiesto il rinvio a giudizio, è stato spostato a Lamezia. A processo, per l’udienza preliminare nel tribunale lametino, sono stati chiamati Claudio Arpaia, Fabrizio Maglia e Felice Bellini, rispettivamente ex presidente, ex direttore sportivo ed ex responsabile marketing della Vigor Lamezia, Domenico Giampà, Luigi Condò, Ercole Di Nicola, Armando Ortoli, Sebastiano La Ferla, Giuseppe Perpignano, Salvatore Casapulla, Robert e Adrian Farrugia. 

R.V.

© RIPRODUZIONE RISERVATA