Lamezia: armi, assolto in corte di appello Vincenzo Torcasio

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Catanzaro - La Prima Sezione Penale della Corte di Appello di Catanzaro ha assolto Vincenzo Torcasio (U Niuru), 57 anni, dall’accusa di detenzione di armi perché il fatto non sussiste, accogliendo completamente l’appello proposto e le tesi difensive dagli avvocati Antonio Larussa e Giovanni Battista Puteri del Foro di Lamezia Terme. Il procedimento traeva origine da una perquisizione eseguita ex art. 41 Tulp in data 11.7.2012 presso l’abitazione di Torcasio e finalizzata alla ricerca di armi, munizioni o materie esplodenti. Nel corso del predetto atto investigativo, che aveva dato esito negativo con riferimento al rinvenimento di armi clandestine o comunque illegalmente detenute, gli operanti di PG in un locale adiacente all’abitazione, utilizzato come officina, hanno rinvenuto e sequestrato 3 cilindretti metallici che ritenevano potessero essere parti di armi comuni da fuoco. Ritenuto che quelle armi fossero illecite, Vincenzo Torcasio è stato sottoposto a processo per la violazione della legge sulle armi e in primo grado condannato alla pena di 8 mesi di reclusione. Tale procedimento penale inoltre era confluito nel Processo Perseo, rito abbreviato ed utilizzato come elemento di riscontro alle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia in ordine al ruolo, da parte del Torcasio, di armiere della cosca Giampà. Esito di condanna oggi completamente ribaltato nel processo di appello, ove la Corte di Appello, ha dichiarato insussistente il fatto che gli veniva ascritto, per mancanza della materialità storica dell’addebito mossogli, assolvendolo con la formula perché il fatto non sussiste.

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