Lamezia: Artigiano pestato e costretto a truffa, sette indagati

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Lamezia Terme – Sette indagati per un pestaggio con conseguente truffa assicurativa ai danni di un artigiano lametino, reo di aver chiesto spiegazioni per un’aggressione al figlio minorenne. Il sostituto procuratore della DDA Elio Romano ha emesso un avviso di conclusione indagini per i fratelli Luigi, Franco e Alessandro Trovato, Antonio Voci, Francesco Gigliotti e Francesco Cosentino e l’avvocato Giovanni Scaramuzzino detto “Chicco”.

I fatti risalgono al luglio 2010 quando A.D.V. si presentò da Alessandro Trovato e Francesco Gigliotti per chiarire la vicenda della lite con suo figlio, l’artigiano però fu malmenato dai due con calci e pugni e con un grosso martello di ferro, oltre che essere ferito più volte con un taglierino tanto da provocargli uno sfregio permanente sul viso. Le lesioni riportate, guarite in 85 giorni, lo costrinsero al ricovero in ospedale. Durante il periodo di permanenza ricevette la visita di Franco e Luigi Trovato insieme ad Antonio Voci, i quali lo minacciarono di ritorsioni se avesse denunciato il fatto e lo costrinsero a “partecipare alla truffa assicurativa architettata per ‘coprire’ le condotte criminose”.

L’artigiano fu costretto ad affermare che le ferite riportate erano dovute ad un incidente stradale, di fatto mai avvenuto tra un’automobile di proprietà di Francesco Cosentino e un autocarro. La pratica dell’incidente era seguita dall’avvocato Scaramuzzino “su mandato occulto ed interesse sostanziale di Luigi Trovato e Franco Trovato, predisponendo gli atti legali finalizzati ad ottenere l’illecito profitto”. L’assicurazione liquidò 33.500 euro: 16.750 andarono alla vittima, 12.550 a Franco Trovato e 4.200 euro furono trattenuti da Scaramuzzino per le spese legali.

Il sostituto procuratore ha definito il “fatto aggravato altresì per aver agito al fine di agevolare l’attività di un’associazione per delinquere di tipo ‘ndranghetistico, che avvalendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo persegue scopi corrispondenti a quelle associazioni di tipo mafioso, individuabile nel clan Giampà di Lamezia Terme, in cui Franco Trovato e Luigi Trovato erano inseriti almeno dal 2007”.

C.S.

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