Lamezia, blitz a Scordovillo: cinque arrestati restano in carcere, sostituiti per molti i divieti di dimora in città

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Lamezia Terme – Restano in carcere le cinque persone arrestate nell’ambito del blitz dei carabinieri a Scordovillo che ha portato all’emissione, una settimana fa, di 39 misure cautelari nei confronti di altrettanti cittadini rom a Lamezia.

Inquinamento ambientale, furto aggravato, traffico illecito di rifiuti, discarica non autorizzata e violazione di sigilli, i reati contestati a vario titolo agli indagati. Per le cinque persone finite in carcere, Antonio Berlingieri, 33 anni, Massimo Berlingieri, 39 anni, Antonio Bevilacqua, 32 anni, Simone Berlingieri, 32 anni e Riccardo Amato, 34 anni, la misura cautelare rimane invariata, così come rimangono sotto sequestro i mezzi e la società specializzata nel trasporto di rifiuti, con sede nel campo rom, la Beda Ecologia srl.

Discorso diverso per quanto riguarda le altre misure applicate nei confronti delle 34 persone a cui era stato imposto il divieto di dimora a Lamezia Terme e che avrebbero dovuto quindi lasciare la città. Tranne che per cinque di loro, infatti, la misura cautelare è stata sostituita con quella dell’obbligo di presentazione alla P.g. Da quanto si apprende, molti avrebbero presentato ricorso per questioni legate a problemi di salute e impossibilità a trovare un’altra sistemazione fuori dal comune di Lamezia.

L’operazione aveva coinvolto oltre 200 militari del Comando Gruppo Carabinieri di Lamezia Terme e, come aveva specificato il procuratore Salvatore Curcio in conferenza stampa, mirava soprattutto alla repressione dei reati in materia ambientale connessi ai i fumi degli incendi appiccati nell'accampamento, con presenza anche di diossina, cercando di tutelare in primis la salute pubblica. 

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