Lamezia, chiesto rinvio a giudizio per imprenditore e commercialista

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Lamezia Terme – Chiesto il rinvio a giudizio per l’imprenditore Giuliano Caruso e il suo commercialista Gianfranco Muraca, ritenuti responsabili secondo la Procura del reato di usura commesso in concorso tra loro, a danno di un operatore economico di Lamezia Terme.  Il rinvio a giudizio è stato chiesto dal procuratore della Repubblica di Lamezia Salvatore Curcio. Le complesse indagini del caso furono svolte dal Gruppo della Guardia di Finanza di Lamezia Terme, all’epoca guidato dal colonnello Fabio Bianco, attraverso le quali sarebbe stato svelato un sistema illecito di prestito usurario, al quale gli indagati avrebbero tentato di dare parvenze legali. In particolare, secondo la ricostruzione effettuata dai militari del Nucleo Mobile delle fiamme gialle lametine, l’imprenditore vittima dell’usura, nel momento topico di difficoltà finanziaria della sua azienda, sarebbe stato costretto a sottoscrivere un contratto di associazione in partecipazione (regolarmente registrato) con il quale accettava un apporto di capitali erogati da Caruso, per € 250.000,00 che si impegnava a restituire mediante il versamento di rate mensili con interessi pari al 23%. Gli investigatori avrebbero così scoperto quella che in realtà sarebbe stata una pattuizione usuraria.  

L’associazione in partecipazione, infatti, è un contratto di scambio con il quale, di norma, l’associato apporta un finanziamento all’impresa e come contropartita partecipa agli utili della stessa. Nel contratto stipulato tra gli indagati e la vittima, invece, la clausola derivante era quella che prevedeva, a fronte del finanziamento, un “reddito minimo garantito” annuo di € 69.000,00 per sei anni, mediante rate di € 5.750,00 al mese ed al termine di tale periodo la restituzione dell’intero capitale.  Secondo la Procura della Repubblica l’imprenditore indagato non sarebbe stato in grado, da solo, a formulare un così articolato sistema di finanziamento ed è in questo contesto che è entrato in gioco il commercialista, il quale avrebbe dato un consistente contributo alla formalizzazione del prestito usurario con la predetta formula apparentemente lecita.

Nella fase delle indagini preliminari, inoltre, il Tribunale, ufficio GIP di Lamezia Terme, su conforme richiesta della Procura della Repubblica, che ha condiviso l’assunto investigativo formulato dalla Guardia di Finanza, aveva disposto nei confronti dei due indagati, Caruso e Muraca, il sequestro per equivalente di disponibilità finanziarie, beni mobili ed immobili fino alla concorrenza di € 217.000, pari alle somme di interesse che fino a quel momento aveva corrisposto la vittima agli usurai; tale importo fu ridotto successivamente in € 110.000,00 dal Tribunale del Riesame. Le due persone interessate dalle indagini, dovranno ora rispondere dinanzi al Giudice per le indagini preliminari del reato di usura continuata ed in concorso, con l’aggravante di aver commesso il fatto a danno di chi svolge attività imprenditoriale. L’udienza era stata fissata per il 4 dicembre, ma è slittata al 12 marzo 2019. Giuliano Caruso ha già subito una condanna in primo grado dal Tribunale di Lamezia Terme, perché ritenuto responsabile dello stesso reato a danno di altri imprenditori e la Corte d’Appello di Catanzaro, lo scorso mese di ottobre, nel definire un procedimento in materia di misure di prevenzione, ha confermato la confisca dei suoi beni ed il “formulato giudizio di pericolosità sociale espresso dai giudici di primo grado”.

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