Lamezia, Curcio su operazione Buitre malo: “In città l’usura è molto diffusa ma le denunce sono scarse” - VIDEO

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Lamezia Terme - “Riteniamo di avere fermato una persona che desta un allarme di non poco conto dal punto di vista della pericolosità sociale”. E, a giudicare dal materiale sequestrato al presunto usuraio Carmelo Furci (48 anni) nell’operazione “Buitre malo”, coglie perfettamente nel segno la dichiarazione del procuratore della Repubblica, Salvatore Curcio, nella conferenza stampa, nella sede del Gruppo della Guardia di finanza lametina (che ha eseguito le indagini coordinate dal sostituto procuratore Giuseppe Falcone) convocata per illustrare i dettagli dell’operazione. Sul tavolo c’è un vero e proprio arsenale: 7 pistole; 10 caricatori, con 645 munizioni di vario calibro; ordigni esplosivi e materiale esplodente e 167 mila euro confezionate con cura in mazzette e messe sottovuoto. Ma non è tutto. C’è anche una divisa della polizia penitenziaria, con tanto di stivali, guanti, maglione e un mephisto per occultare il volto. 

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Naturalmente, alla luce di quanto emerso, le attività investigative sono tuttora in corso sia sul fronte dell’usura che, come mette in risalto Curcio, “a Lamezia è molto diffusa, però le denunce sono scarse. Invito la comunità a denunciare”, che su quello delle armi. “L’usura è un reato devastante e inquina l’economia - dice con forza il comandante regionale della Guardia di finanza, generale di divisione Fabio Contini - ed è quindi importante mantenere alto il livello di guardia in questi territori perché, anche in momenti di calma apparente, chi delinque è sempre pronto a dare esecuzione ai propri disegni criminosi”.  Procura e Guardia di finanza hanno dunque intenzione di andare fino in fondo nel contrasto all’usura che, come afferma il comandante provinciale della Guardia di finanza, generale di brigata Dario Solombrino, “è un reato considerato odioso dal punto di vista sociale. Tocca persone in uno stato di necessità. Ed è difficile da accertare e da portare poi a livello dibattimentale. Così come è difficile calcolare la percentuale degli interessi praticati. Certo, in questo caso, con questi interessi, non ci sono difficoltà”. 

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“Buitre malo” si è articolata in tre fasi. A spiegarle, è il comandante del Gruppo della Guardia di finanza lametina, tenente colonnello Clemente Crisci: “La prima fase ha riguardato le attività investigative. Furci era già sotto la nostra lente. Abbiamo chiamato le due vittime, ma c’è stata molta reticenza. Quindi, ci siamo concentrati sugli accertamenti bancari, ed è emerso che le due vittime avevano saldato in un solo giorno il loro debito con Lottomatica. Poi, la seconda fase: l’attività intercettiva e la videosorveglianza del bar-tabaccheria dei due coniugi. Ed è venuto fuori che spesso Furci intascava direttamente l’incasso. Infine, abbiamo chiamato le vittime che, di fronte all’evidenza delle indagini che acclaravano il reato, hanno confermato l’usura perpetrata nei loro confronti con gravi minacce di morte”. 

Giuseppe Maviglia

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