Lamezia Terme, 26 luglio - Bombe, ancora bombe ad attività commerciali. Per fortuna, visti gli ultimi episodi dei mesi scorsi in cui si piazzavano bombe anche nel primo pomeriggio, i due episodi si sono verificati intorno alle 2:30 di questa notte, a distanza di pochi minuti. Un boato ben distinto in entrambi i casi che avrà fatto sobbalzare quanti dormivano nei rispettivi quartieri, tutti e due centralissimi, di Lamezia.
Le bombe sono state infatti posizionate davanti due bar: uno è il "Sole e Luna" alla fine di corso Giovanni Nicotera, all'incrocio con via Timavo, via Leonardo da Vinci e piazzetta Nicastro, mentre l'altra al "Caffè Mazzini", vicino l'omonima piazza (già d'Armi, ndr). I posizionamenti dei due ordigni potrebbroe avere un significato diverso dal semplice "messaggio di racket" visto che sono stati fatti esplodere nei confronti di bar di proprietà di parenti dei nuovi pentiti. Nel caso del Caffè Mazzini si tratta dell'esercizio commerciale del figlio del collaboratore di giustizia Battista Cosentino mentre, nell'altro caso, si tratta dell'attività di un cognato del collaboratore di giustizia Angelo Torcasio. Entrambi, Cosentino e Torcasio, hanno reso diverse testimonianze e sono stati decisivi per gli arresti dell'operazione Medusa, e le altre operazioni Medea e Minerva compiute contro il clan Giampà dalla Dda nell'ultimo mese. Sul posto sono intervenuti i volontari della Malgrado Tutto, polizia e carabinieri. In entrambi i casi c'è stato bisogno dell'ausilio della Scientifica per effettuare i rilievi. Entrambi gli ordigni, esplosi l'uno a pochi minuti di distanza dall'altro, sarebbero di medio potenziale anche se alcune finestre di abitazioni vicine e i mobili all'interno della banca di fronte il bar Mazzini, sono stati investiti dall'onda d'urto scaturita dalla deflagrazione. S'indaga anche sulla tempistica mentre il messaggio sembra essere chiaro e rivolto ai pentiti da chi ha assunto il comando ora che la cupola dei Giampà si trova in carcere. Qualche elemento in più dovrebbe venire dalle telecamere ubicate vicino ai luoghi delle esplosioni e lungo il possibile percorso compiuto dai "postini del clan".
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