Lamezia, giudice del lavoro condanna Ministero della Salute per una trasfusione di sangue infetto

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Lamezia Terme - Ministero della Salute condannato e riconosciuto l'indennizzo a un medico lametino dopo una trasfusione che gli avrebbe procurato un'infezione da epatite C. Il Tribunale di Lamezia Terme, sezione Lavoro e Previdenza, con una recente sentenza del giudice Antonella Lobello ha accolto il ricorso avanzato da un medico lametino in tema di indennizzo da sangue infetto e da vaccinazioni obbligatorie. Il professionista venne sottoposto a una trasfusione d’una sacca di sangue nel 1979 nel corso d’un intervento chirurgico presso l’Ospedale di Lamezia Terme.

Nell’anno 2016, ricoveratosi presso l’Ospedale “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro per essere sottoposto a intervento chirurgico, effettuatigli i prescritti esami laboratoristici, scoprì d’aver contratto l’epatite C. Avanzò pertanto domanda per ottenere l’indennizzo previsto dalla legge ma la Commissione Medica Ospedaliera di Messina, pur riconoscendo il nesso di causalità tra la trasfusione subìta e l’infezione contratta, ritenne che non vi fosse alcun danno ascrivibile a una delle categorie previste dalla legge. Il professionista lametino quindi, rappresentato dall’avvocato Tommaso Colloca ricorse al Tribunale lametino che istrui il procedimento con una consulenza tecnica d’Ufficio affidata a Riccardo Calabria. Si costituì il Ministero della Salute deducendo la correttezza del giudizio medico-legale espresso a Messina.

All’esito di approfondita perizia, il consulente ha concluso: "Alla luce del quadro strumentale e biochimico riscontrato e tenendo conto di quanto emerso nel corso dell’esame clinico effettuato in corso di visita peritale, va riconosciuta la condizione patologica del ricorrente". Il Tribunale in conclusione ha accolto la domanda, condannando il Ministero della Salute a corrispondere l’indennizzo, oltre interessi dalla domanda come per legge, nonchè al pagamento delle spese di lite.

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