Lamezia: operazione "Affari di famiglia", custodia cautelare in carcere per quattro - VIDEO

affari_famigliac_polizia_arresti_091015.jpg

Lamezia Terme - Dalle prime ore di oggi la Polizia di Lamezia Terme, in collaborazione con la Squadra Mobile di Catanzaro, sta eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di quattro persone, Cristian Greco di 27 anni, la moglie Melania Bonaddio di 29 anni, il fratello Giovannino Greco di 32 anni e il cugino Francesco Greco, tutti facenti parte dello stesso nucleo familiare, di cui uno ritenuto responsabile di cessione di sostanza stupefacente ad un minore, tutti ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione e induzione a rendere dichiarazioni false ad investigatore privato e all’Autorità Giudiziaria.

VIDEO

Il 23 giugno è stata eseguita un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico di Cristian Greco, indagato per la cessione di canapa indiana per il valore di 1.000 euro ad un minore e successivamente per averlo minacciato ed aggredito per non aver completamente saldato in tempo il debito. I suoi parenti, per come risultato dall’attività investigativa, per occultare i delitti del congiunto, avevano il giorno stesso dell’arresto, contattato telefonicamente il minore, l’avevano incontrato, minacciato e costretto a ritrattare la propria versione davanti ad un investigatore privato e al Pubblico Ministero, obbligando a riferire anche davanti il Pm che il debito di 1000 euro era relativo all’acquisto di un motorino. In più l’avevano obbligato a  versare loro 800 euro per il pagamento di un investigatore privato ingaggiato dalla difesa di Cristian Greco per svolgere investigazioni difensive.

operazione-afari-di-famiglia4-ott-2015.jpg

Dall’attività d’indagine è emerso come il minore sia rimasto vittima delle violenze e prevaricazioni della famiglia Greco, incorrendo in numerose contraddizioni davanti al Pm in sede d'interrogatorio, preferendo assumersi la responsabilità di una falsa ritrattazione e impegnandosi a pagare per conto di Greco anche le spese per le indagini difensive.Le indagini di carattere tecnico, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, sviluppate da personale della Sezione Investigativa del Commissariato di Lamezia Terme sono state ritenute tali da giustificare il ricorso ai provvedimenti restrittivi eseguiti oggi.

I NOMI

Greco-Cristian.jpg

Cristian GRECO

 

Greco-Giovannino.jpg

Giovannino GRECO

 

Greco-Francesco.jpg

Francesco GRECO

 

Bonaddio-Melania.jpg

Melania BONADDIO

“Una vicenda molto complessa questa è una difesa a riccio di tutta la famiglia quando Cristian Greco è stato in difficoltà. Quello che è stato assolutamente nuovo per me è la tracotanza di questa gente che dice al minorenne non solo devi ritrattare anche davanti al Pm ma devi pagare le spese legali . Questo è un quadro indiziario tanto grave che ha indotto il gip di ordinare la custodia cautelare in carcere per l’intero nucleo familiare. La famiglia Greco è una famiglia già conosciuta visto le diverse operazioni che li riguardano, non sono una nuova cosca, ma sono una famiglia che cerca di costruirsi uno spazio attraverso la droga”. Questo è quanto è emerso nella conferenza stampa che si è tenuta oggi al Commissariato di Lamezia Terme dopo l’arresto di un intero nucleo familiare quello dei Greco.

Il procuratore Domenico Prestinenzi prende la parola e spiega che “la vicenda si concentra su Cristian Greco che è chiamato a rispondere del reato di detenzioni al fine di spaccio di sostanze stupefacenti e poi di un’attività estorsiva, in pratica, costringere un tossicodipendente, P. V., minorenne a consegnargli la somma di 1000 euro come corrispettivo prolungata di stupefacente. In relazione a questo episodio ci sono state le dichiarazioni del minore e del padre, secondo cui Cristian Greco minaccia più volte e picchia il minore, ma successivamente a seguito di ritrattazione che avviene in sede di indagine difensive dal minore e dal padre, che aveva denunciato Cristian Greco, viene revoca la misura cautelare applicata per mancanza di gravità indiziaria. A seguito di altre emergenze dell’attività, si scopre che queste ritrattazioni erano state imposte. E a riguardo abbiamo le dichiarazioni del padre, che non solo chiarisce l’iter della vicenda successivamente all’arresto di Greco, ma abbiamo una serie di contatti telefonici, negati di fatto dal minore, quali dimostrano che V. venne contatto dal fratello, dal cugino e dalla moglie di Cristian Greco e con minacce viene costretto non solo all’epoca prima a ritrattare e poi a confermare questa ritrattazione ma soprattutto a corrispondere la somma di 800 euro all’investigatore privato per le indagini difensive che in un primo tempo servirono per la scarcerazione, per mancanza di gravità indiziaria su Cristian Greco. Le intercettazioni telefoniche hanno valenza proprio perché il minore dichiara di non conoscere la moglie di Cristian Greco e dichiara di essersi sentito solo qualche volta con gli altri due indagati. In ogni caso abbiamo le nuove dichiarazioni del padre, il quale dichiara che i fatti si erano svolti così come aveva dichiarato in un primo momento e abbiamo riscontri con l’articolo 74 pendente in seguito al processo a Catanzaro che confermano la veridicità delle nuove accuse. Sono state emesse ordinanze di custodia in carcere anche nei confronti della moglie di Cristian Greco”.

Il dirigente del Commissariato di Polizia di Lamezia Terme, Antonio Borelli ringrazia il procuratore Prestinezi e la dottoressa Agostini per l’operazione svolta alle prime luci dell’alba e spiega che “quando la parte lesa dichiara di non aver mai parlato con Giovannino Greco e Francesco Greco e ne Melania questo strideva con quello che noi avevamo in mano dove c’erano evidenti contatti tra questo ragazzo che poi è stato indagato per false dichiarazioni al Pm, e quello che erano le risultanze investigative in cui i contatti tra il giovane e gli arrestati erano quotidiani- spiega il dirigente.

“Si erano anche inventati la storia relativa alla compravendita di un motorino, che abbiamo accertato essere privo di assicurazioni, fermo dal 2007, il cui valore era appunto di 1000 euro. Che si tratti di una sceneggiata architettata da tutta la famiglia lo deduciamo al primo interrogatorio di garanzia, dove Cristian Greco dice di aver picchiato il minore per un debito di un motorino, guarda caso in quel giorno ci sono tantissimi contatti tra il minorenne e gli arrestati  il quale viene convocato dagli stessi e gli viene detto non solo tu dovrai ritrattare ma le spese legali che noi dobbiamo affrontare ce le devi pagare tu. Quindi parliamo di una parte lesa che è costretta a pagare le spese legali per aver inguagliato nella loro ottica perversa Cristian Greco. Che il minorenne fosse impaurito lo capiamo perché lui dichiara sia all’investigatore che al pm una serie di falsità visto che il Pm era in possesso di dati assolutamente contrastanti con quello che dichiarava il minorenne. Il padre è stato quello che ci ha svelato le paure del figlio, perché dice che il figlio non ha la patente, ha un motorino a casa e non lo usa da tre anni, guarda casa il giorno dopo l’arresto si presenta dal padre con la storia del motorino da dire agli inquirenti”. “Ringrazio - conclude il dirigente - la squadra mobile che ha collaborato nell’attività di esecuzione”.

 B.Z.

© RIPRODUZIONE RISERVATA