Lamezia, operazione "Asta la vista": chiuse le indagini per 28

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Lamezia Terme – Conclusione delle indagini preliminari, a carico di 28 persone, rimaste coinvolte nell'inchiesta "Asta la vista" scattata il 6 aprile del 2019. L’operazione aveva svelato un presunto sistema di illegalità nella gestione delle aste, che aveva portato la procura di Lamezia Terme all'iscrizione di 77 persone nel registro degli indagati. Sono, infatti, superiori a 100 i capi di imputazione che sono contestati e riguardano per lo più reati contro la pubblica amministrazione.

I NOMI

Chiuse le indagini nei confronti di Raffaele Calidonna 59 anni, Sara Calidonna 32 anni, Rosa Giampà 43 anni, Fabiana Aiello 38 anni, Pantaleo Ruocco 65 anni, Carlo Caporale 58 anni, Elia Anania 41 anni, Massimo Sereno 55 anni, Giuseppe Benincasa 59 anni, Antonio Iannazzo 64 anni, Vincenzo Iannazzo 31 anni, Chiara Caporale 28 anni, Attilio Floro 39 anni, Antonio Trovato 48 anni, Francesco Trovato 23 anni, Francesco Notaris 51 anni, Adele Benincasa 57 anni, Antonio Benincasa 26 anni, Francesco Benincasa 57 anni, Michele Amatruda 52 anni, Francesco Bevilacqua 48 anni, Gianpaolo Bevilacqua 53 anni, Gianfranco Caporale 58 anni, Benedetta Caporale 26 anni, Fulvio Amendola 62 anni, Danila Luana Mazzocca 49 anni, Nerea Mazzocca 27 anni, Vittorio Mazzocca 77 anni.

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Un sistema criminale consolidato che avrebbe puntato a condizionare, stravolgere e manomettere il delicato settore delle aste giudiziarie cittadine: 12 persone arrestate, 9 misure di interdizione e oltre 70 indagati per quasi 100 reati contestati nell’operazione eseguita dalle Fiamme gialle di Lamezia sotto le direttive del procuratore della Repubblica Salvatore Curcio e del sostituto procuratore Giulia Scavello.

A giocare un ruolo chiave sarebbe stato Raffaele Calidonna, titolare di un'agenzia di assicurazioni e servizi intestata alla figlia. Secondo l’accusa Calidonna avrebbe partecipato direttamente ai raggiri o si sarebbe avvalso di alcuni collaboratori, tra cui avvocati, commercialisti o complici all’interno del tribunale, oltre che dell’agenzia d’affari e servizi. Così riusciva ad ottenere ribassi e informazioni riservate relative alle aste giudiziarie dei suoi clienti. Quando le notizie non risultavano utili per il raggiungimento dello scopo, Calidonna però, avrebbe avvicinato altri offerenti, e, sempre secondo l'accusa, li avrebbe intimiditi al fine di farli desistere, adducendo vicinanze a cosche locali. Ora, le persone sottoposte ad indagini e i loro difensori hanno facoltà di prendere visione degli atti ed entro venti giorni dalla notifica dell’atto di presentare memorie, produrre documenti e depositare documentazione o rilasciare dichiarazioni.

"Per i restanti indagati - si legge in una nota dei legali Aldo Ferraro e Antonella Pagliusoinfatti -  lo scorso 01/02/2021 è stata chiesta l’archiviazione della relativa posizione. Tra di loro rientra il funzionario giudiziario Michele Albanese, in servizio presso l’ufficio esecuzioni mobiliari ed immobiliari del Tribunale di Lamezia Terme, sul cui operato si erano addensati dubbi investigativi. Invero - proseguono - l’estraneità di Michele Albanese ai molteplici fatti oggetto di contestazione, e la correttezza dell’operato dell’intero ufficio in cui egli svolgeva le sue funzioni, era già emersa all’esito del giudizio di riesame, laddove il Tribunale aveva escluso i gravi indizi di colpevolezza nei suoi confronti per 3 dei quattro reati che gli venivano contestati, mentre per il quarto è intervenuta la Corte di Cassazione che, nell’ottobre 2019, ha accolto il ricorso presentato dai difensori Avv. Aldo Ferraro e Avv. Antonella Pagliuso del Foro di Lamezia Terme, annullando senza rinvio la misura cautelare che residuava nei suoi confronti, perché “il fatto non sussiste”, ordinando l’immediato rientro in servizio del cancelliere. Analogo esito - aggiungono - totalmente liberatorio ha riguardato la posizione del Dr. Massimo Durante, anch’Egli assistito dall’Avv. Aldo Ferraro, nei cui confronti il Tribunale del Riesame di Catanzaro aveva annullato integralmente la misura cautelare degli arresti domiciliari che gli era stata applicata, con motivazioni la cui correttezza e la cui irreprensibilità ha oggi indotto l’Ufficio di Procura a chiedere l’archiviazione anche nei suoi confronti". 

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