Lamezia: Operazione Chimera 2, 18 arresti

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Lamezia Terme - I carabinieri di Catanzaro, e di Lamezia Terme, ha eseguito 16 ordinanze di custodia cautelare in carcere ed una di sottoposizione agli arresti domiciliari nei confronti di 17 soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, di  associazione a delinquere di tipo mafioso, finalizzata alla commissione di estorsioni in danno di imprenditori e commercianti dell’area  lametina nonchè all’illegale porto e detenzione di armi. I provvedimenti hanno interessato esponenti di spicco della cosca “Cerra-Torcasio-Gualtieri” quali Pasquale Torcasio , 45 anni, e Cesare Gualtieri, 36 anni, nonchè componenti del gruppo di fuoco dell’omonima cosca. L’indagine, che costituisce il proseguio dell’operazione “Chimera”, eseguita lo scorso 14 maggio, si è sviluppata grazie anche alla collaborazione di vari imprenditori. Un ulteriore provvedimento cautelare in carcere è stato eseguito dalla D.I.A. di Catanzaro.

I NOMI DEGLI ARRESTATI: Pasquale Torcasio, Domenico Torcasio, Giovanni Torcasio, Federico Gualtieri, Nicola Gualtieri (Cl. 92), Francesco Gualtieri, Giuseppe Rainieri, Luciano CiminoGiancarlo Chirumbolo, Luciano Arzente, Nino Cerra (nipote dell’omonimo boss),  Angelo Francesco Paradiso,  Antonio Gualtieri, Cesare Gualtieri,  Massimo Crapella,  Giuseppe Gullo, Nicola Gualtieri (Cl. 45), Vincenzo Torcasio.

Scoperte 13 estorsioni, 6 imprenditori collaborano

Sono 13 le estorsioni scoperte dai carabinieri e dalla Dia di Catanzaro nell'ambito dell'inchiesta della Dda del capoluogo calabrese. Nel corso delle indagini gli investigatori si sono avvalsi della collaborazione di sei imprenditori che hanno deciso di denunciare e di fornire elementi utili per individuare i responsabili delle estorsioni. Gli imprenditori di Lamezia Terme sottoposti ad estorsioni dagli esponenti della cosca Cerra-Torcasio-Gualtieri operano in diversi settori tra cui imprese edili, negozi di ottica e stazioni di servizio.

I negozi di abbigliamento erano quelli maggiormente tartassati, con l'imposizione di sconti dal 30% al 50% rispetto ai prezzi di vendita. Oltre al pagamento di somme di denaro veniva imposta anche l'assunzione di familiari e persone vicine agli ambienti della 'ndrangheta lametina. Dalle indagini è emerso anche che gran parte dei proventi delle estorsioni servivano per mantenere gli esponenti delle cosche che si trovano detenuti ed anche i loro familiari. Per mettere a segno le estorsioni gli indagati hanno compiuto anche numerosi danneggiamenti agli esercizi commerciali e minacce agli imprenditori. Gli investigatori hanno effettuato, inoltre, numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali. Gli esponenti delle cosche detenuti davano disposizioni dal carcere ai loro familiari sulle modalità di gestione delle estorsioni. Durante i colloqui veniva utilizzato un linguaggio in codice oppure venivano pronunciate frasi solamente con il labiale.

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Pasquale TORCASIO

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Cesare GUALTIERI

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Nino CERRA

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Angelo Francesco PARADISO

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Nicola GUALTIERI

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Domenico TORCASIO

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Giovanni TORCASIO

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Federico GUALTIERI

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Antonio GUALTIERI

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Francesco GUALTIERI

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Nicola GUALTIERI

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Giuseppe RAINIERI

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Luciano CIMINO

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Giancarlo CHIRUMBOLO

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Massimo CRAPELLA

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Luciano ARZENTE

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Giuseppe GULLO

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