Lamezia, operazione 'Mari Neri' su sfruttamento del lavoro: Riesame rigetta ricorso per due imprenditori contro dissequestro beni

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Lamezia Terme - Il Tribunale del riesame di Catanzaro ha rigettato i ricorsi proposti da Franco e Pasqualino Perri, avverso il decreto di sequestro preventivo di 665.000 euro e delle società delle quali i due indagati sono amministratori, emesso dal Gip nel luglio scorso.

Il Riesame, quindi, ha ritenuto valide le tesi accusatorie scaturite dalle indagini svolte dalla Guardia di finanza di Lamezia Terme (Nucleo Operativo Nucleo Mobile) sotto la direzione del procuratore della Repubblica di Lamezia, Salvatore Curcio. Franco e Pasqualino Perri, difesi rispettivamente da Aldo Ferraro e Vincenzo Visciglia, operanti nel settore della grande distribuzione sono indagati per il reato di sfruttamento del lavoro ai danni di 79 dipendenti per fatti che sarebbero accaduti tra il 2016 e il 2017. Dalle attività investigative, come si ricorderà, sono emersi gravi indizi di reità a carico degli indagati in ordine al prefigurato reato di cui all’art. 603-bis c.p.: in particolare, avrebbero - secondo l’accusa - impiegato manodopera per lo svolgimento dell’attività di azienda, sottoposta a condizioni di sfruttamento, corrispondendo retribuzioni in modo palesemente difforme dai contratti collettivi nazionali, violando la normativa relativa all’orario di lavoro e approfittando del loro stato di bisogno derivante dall’assenza di ulteriori opportunità occupazionali. Gli indagati avrebbero imposto ai lavoratori di rinunciare a parte delle ferie, alle indennità per impiego nei giorni festivi e alle ore di straordinario, pena la mancata assunzione. Tale condotta delittuosa avrebbe consentito agli imprenditori di trarre gli illeciti profitti oggetto di sequestro preventivo.

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