Lamezia, operazione “Quarta Copia”: Assunta Villella nega accuse davanti al gip, proseguono interrogatori anche per altri indagati

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Lamezia Terme - Si è dichiarata estranea alle ipotesi accusatorie che le sono state attribuite nell’ambito dell’operazione “Quarta Copia”, Assunta Villella, 46 anni rimasta coinvolta nell’inchiesta che lo scorso 6 dicembre ha portato alla luce un traffico illecito di rifiuti e inquinamento ambientale nel territorio di Lamezia. Questa mattina, assistita dai suoi legali di fiducia, gli avvocati Alessandro Parisi e Francesco Gambardella, nell’interrogatorio di garanzia, ha risposto alle domande del gip. La donna ha quindi chiarito alcuni aspetti in merito alle contestazioni che le sono state mosse. Stando al resoconto e alle ricostruzioni degli investigatori, la 46enne avrebbe avuto il ruolo di vedetta/staffetta delle diverse operazioni di interramento e sversamento di camion di rifiuti. Si è trattato di un doppio interrogatorio, per il tribunale di Lamezia e di Catanzaro dal momento che la Polizia di Stato, su delega della Direzione distrettuale antimafia delle procure di Catanzaro e Lamezia Terme, ha eseguito due distinte ordinanze di custodia cautelare a carico di 20 persone.

Oggi, inoltre, si è tenuto anche l’interrogatorio per altri indagati, Domenico Sacco che si è avvalso della facoltà di non rispondere e per Giuseppe Parisi (per quanto riguarda l’ordinanza di Lamezia, difeso dall’avvocato Antonio Larussa). Nella giornata di ieri 9 dicembre, invece, si è tenuto l'interrogatorio di Tommaso Galati (difeso dall'avvocato Tiziana D’Agosto). Nell’interrogatorio dinanzi al GIP di Lamezia Terme, Dottoressa Prignani, Galati si è avvalso della facoltà di non rispondere pur dichiarandosi estraneo ai fatti contestati. Gli interrogatori di garanzia proseguiranno anche nei prossimi giorni. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti ed inquinamento ambientale. Le indagini, condotte dai poliziotti della Squadra mobile di Catanzaro e dal Commissariato di Lamezia Terme, supportate da intercettazioni telefoniche, hanno fatto emergere l’esistenza di un "vero e proprio sistema criminale organizzato che gestiva in modo illecito la filiera del recupero e dello smaltimento dei rifiuti, che venivano sversati all’interno di discariche abusive nel comprensorio lametino".

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