Lamezia, processo Andromeda: in aula la testimonianza di tre imprenditori

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Lamezia Terme - Tre i testimoni chiamati a rispondere alle domande del Pm Romano e della difesa nell’ambito del processo “Andromeda” che si sta svolgendo nell’aula Garofalo del Tribunale di Lamezia per gli imputati che hanno scelto il rito ordinario: Franco Perri, Domenico Cannizzaro, Vincenzo Bonaddio, Rocco Tavella, Mariantonia Santoro, Vasyl Koval, Raffaele Caparello e Nadia Jannate. Il processo è scaturito dall’omonima operazione “Andromeda” scattata il 14 maggio 2015 contro i Iannazzo-Cannizzaro-Daponte.

Il primo testimone, l’imprenditore edile Giovanni Gentile, ha riferito in merito alla vendita di alcuni locali ad uso commerciale costruiti dalla sua ditta a Sant’Eufemia. A salire sul banco dei testimoni anche Giovanni Curcio che lavora in un panificio dove però era titolare suo fratello. In particolare Curcio ha parlato dei rapporti, in merito alla produzione del pane, con la famiglia Perri intrapresi già anni prima dai suoi genitori.

Ultimo a salire sul banco dei testimoni, l’imprenditore edile Giuliano Caruso. Il testimone ha raccontato di un’estorsione di cui è stato vittima nel 2011 durante alcuni lavori in piazza della Repubblica. “Ho scelto di collaborare e di raccontare tutto alla Dda” ha affermato Caruso riferendo dell’estorsione ai suoi danni da parte di Angelo Torcasio “Porchetta”, poi diventato collaboratore di giustizia a seguito del fermo eseguito dalla Squadra Mobile di Catanzaro nel 2011 per tentata estorsione aggravata dall'art.7 in concorso con Giuseppe Giampà e Battista Cosentino.

Inoltre, Caruso in qualità di testimone ha riferito, in aula, anche di un altro episodio: una "proposta" per l’esecuzione di alcuni lavori avanzata da Angelo Torcasio: “Mi disse che siccome doveva essere costruito uno stabile dove era la concessionaria Fiat “Tripodi”, mi avrebbe fatto fare a me i lavori”. “Mi disse ancora - ha aggiunto - che qualora fossi stato intenzionato alla realizzazione della struttura presso la Fiat il cemento era da lui gestito tramite Piacente”. Altro punto sul quale il testimone ha riferito in aula, rispondendo alle domande del Pm Elio Romano prima e della difesa di Franco Perri dopo, la circostanza in cui, come ha specificato Caruso: “Angelo Torcasio in quella circostanza mi disse anche che per la realizzazione della struttura, oltre alla famiglia Giampà era interessata anche la famiglia Iannazzo per conto dei Perri che erano i nuovi proprietari della struttura”. L’imprenditore ha ribadito poi di aver da subito detto di “non essere interessato”. L’udienza è stata poi rinviata al 6 marzo con l’ascolto di altri testimoni chiamati dalla pubblica accusa.

R.V.

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