Lamezia, processo "Nuove leve": 12 condanne e 2 assoluzioni

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Lamezia Terme – Si è concluso il primo capitolo giudiziario del processo “Nuove Leve” scaturito dall’operazione che il 24 febbraio del 2016 aveva “incastrato” quella che gli inquirenti hanno definito la nuova generazione della cosca Giampà. Giovani che si sarebbero adoperati per continuare nell’esercizio delle attività estorsive sul territorio per conto dei capi cosca sottoposti a regime detentivo. Due assoluzioni e pene dai 10 ai 4 anni sono state emesse questa mattina nel Tribunale di Catanzaro nei confronti dei 14 imputati che hanno scelto il rito abbreviato.

Le condanne

Vincenzo Giampà detto “Il Camacio” – 5 anni e 4 mesi (4mila euro di multa)

Eugenio Giampà – 8 anni

Roberto Castaldo – 10 anni

Gregorio Scalise – 8 anni

Giuseppe Paone – 8 anni

Francesca Allegro – 8 anni

Michele Muraca – 6 anni (6mila euro di multa)

Marco Francesco De Vito – 9 anni e 4 mesi

Danilo Cappello detto “Kirbi” – 8 anni e interdizione perpetua dai pubblici uffici

Andrea Mancuso – 4 anni e 3 mesi (4mila euro di multa)

Vincenzo Vigliaturo – 4 anni e 3 mesi (4mila euro di multa)

Maria Muraca – 7 anni e 4 mesi

 

Le assoluzioni

Francesco Renda (difeso dagli avvocati Aldo Ferraro e Antonella Pagliuso)

Claudio Paola (difeso dall'avvocato Aldo Ferraro)

Assolti completamente, quindi, per tutti i capi di imputazione, Francesco Renda e Claudio Paola mentre Eugenio Giampà è stato assolto solo per i capi 2 e 3 e 4 e condanno per il capo 1 (associazione mafiosa), Vincenzo Giampà assolto dal capo 1 (associazione mafiosa) e condannato per il capo 5 (estorsione) e Danilo Cappello assolto, invece, per il capo 11 (estorsione). Per quanto riguarda il risarcimento delle parti civili è stato quantificato in 20mila euro per la Regione Calabria e il Comune di Lamezia Terme e 10mila euro all’Ala, previsti anche 1.600 euro per il risarcimento delle spese processuali.

Tra i reati contestati agli imputati dall'accusa, a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso e di numerose estorsioni ai danni di esercizi commerciali ed imprenditori di Lamezia Terme, nonché di atti intimidatori consistiti nel posizionamento di bottiglie incendiarie nei pressi delle attività commerciali e di danneggiamenti con l'utilizzo di ordigni esplosivi. Il Pm Romano nelle scorse udienze aveva chiesto pene dagli 8 ai 14 anni. Le parti civili sono state rappresentate dall’avvocato Carlo Carere per l’Ala e per il Comune di Lamezia Terme l’avvocato Caterina Restuccia. Il collegio difensivo è composto, tra gli altri, dagli avvocati Giuseppe Spinelli, Antonio Larussa, Wanda Bitonte, Salvatore Cerra, Francesco Gambardella, Saverio Loiero, Ramona Gualtieri, Rita Cellini, Giusy Caliò, Pipicella.

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