Catanzaro - Si è concluso oggi il giudizio di rinvio dalla Corte di Cassazione nel processo “Sisifo”, celebrato dinnanzi alla Corte di Appello di Catanzaro, presieduta dal giudice Fabrizio Cosentino e, a latere, Ippolito Luzzo e Maria Rita De Girolamo, a carico di Rosario Notarianni difeso dall’avvocato Aldo Ferraro, Salatino Antonio difeso dagli avvocati Pino Spinelli e Antonio Larussa, Concetto Trovato difeso dall’avvocato Antonio Larussa, Vincenzo Giampà difeso dagli avvocati Pino Spinelli ed Enzo Visciglia, Greco Sergio Ugo Roberto difenso dagli avvocati Antonio Larussa e Lucio Canzoniere e Francesco Olandini difeso dall’avvocato Gianluca Careri. La vicenda processuale riguarda sei persone accusate di usura nei confronti di un imprenditore. La Corte di Cassazione, con sentenza del 20 luglio 2018, aveva annullato la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione per il reato di usura pronunciata in secondo grado nei confronti di Rosario Notarianni nonché le confische disposte nei confronti degli imputati, con conferma delle condanne comminate all’esito del giudizio di primo grado.
La Corte di Appello di Catanzaro, giudicando in sede di rinvio, ha assolto Rosario Notarianni dall’unico reato in contestazione “perché il fatto non sussiste”, disponendo nei suoi confronti la revoca delle pene accessorie, della confisca e la conseguente restituzione dei beni. La Corte ha poi operato una rideterminazione delle pene comminate nei precedenti gradi di giudizio nei confronti di Concetto Trovato condannandolo alla pena di 3 anni di reclusione ed euro 6.666 di multa, ed assolvendolo del reato di tentata estorsione di cui al capo G) "perché il fatto non sussiste"; Vincenzo Giampà alla pena di 4 anni e 8 mesi di reclusione ed euro 1.134 di multa, escludendo la recidiva; la Corte ha altresì disposto la revoca della confisca dei beni nei confronti degli imputati Olandini, Salatino e Vincenzo Giampà nonché dei terzi interessati, disponendo la restituzione in loro favore dei beni, confermando per il resto e respingendo le richieste di refusione delle spese proposte dalle parti civili.
Il collegio difensivo era composto dagli avvocati Aldo Ferraro, Pino Spinelli, Lucio Canzoniere, Gianluca Careri, Antonio Larussa, Domenico Sinopoli, Enzo Visciglia.
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