Lamezia Terme - Una vasta operazione antimafia, denominata "Andromeda", è stata condotta stamane dalla Polizia di Stato di Catanzaro che ha esguito 36 arresti tra esponenti di spicco delle consorterie Iannazzo e Cannizzaro – Daponte attive nel comprensorio di Lamezia Terme. Le attività investigative, coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catanzaro, hanno permesso di accertare la responsabilità degli indagati in ordine a numerosi episodi estorsivi a carico di imprenditori. In particolare è stato accertato l’accordo, formalizzato attraverso veri e propri “summit mafiosi”, tra la cosca Iannazzo e quella Giampà di spartizione dei proventi del racket, secondo un collaudato sistema operativo. Vengono, altresì, contestati episodi omicidiari della guerra di mafia che ha insanguinato, anche recentemente, Lamezia Terme. Arrestati anche un noto imprenditori del settore della grande distribuzione alimentare ritenuto organico del clan mafioso.
I NOMI
- IANNAZZO Vincenzino detto “U Moretto”, 24/06/1954;
- IANNAZZO Francesco detto “U CAFARONE”, 08/03/1955;
- DAVOLI Antonio, 04/11/1966;
- PROVENZANO Antonio, 21/10/1959;
- IANNAZZO Pietro, 27/10/1975;
- IANNAZZO Giovannino, 21/01/1957;
- IANNAZZO Antonio detto “MASTRO ‘NTONI”, 10/03/1957;
- IANNAZZO Emanuele, 10/05/1981;
- BUFFONE Peppino, 13/02/1955;
- SESTO Adriano, 06/11/1974;
- GAGLIARDI Bruno, 24/03/1974;
- GAGLIARDI Alfredo, 21/01/1978;
- MASCARO Francesco Costantino, 09/01/1974;
- PERRI Francesco detto “FRANCO”, 02/06/1968;
- PULICE Gennaro, 09/08/1978;
- CANNIZZARO Domenico detto “RICCIOLINO”, 09/06/1975;
- CHIEFFALLO Mario, 16/01/1950;
- CHIEFFALLO Antonio, 17/08/1982;
- TORCASIO Vincenzo detto “U GIAPPONE”, 29/07/1978;
- DAPONTE Peppino, 04/09/1960;
- MARRAZZO Peppino, 10/08/1960;
- LUPIA Pasquale, 03/07/1963;
- LIPAROTA Antonio, 20/11/1968;
- LO SCAVO Vincenzino, 25/03/1957;
- PONTIERI Francesco Salvatore, 27/03/1967;
- CANNIZZARO Domenico Antonio detto “MIMMO”, 25/10/1966;
- ANZALONE Angelo, 15/03/1978;
- DAPONTE Gino Giovanni, 24/06/1962;
- IANNAZZO Santo, 15/10/1958 (arresti domiciliari);
- SCALISE Gregorio, 05/06/1992 (arresti domiciliari);
- TAVELLA Rocco, 17/05/1984 (arresti domiciliari);
- SANTORO Mariantonia, 24/03/1965 (arresti domiciliari);
- KOVAL Vasyl, 10/01/1983 (arresti domiciliari);
- BONADDIO Vincenzo, 23/01/1959 (arresti domiciliari);
- MURACA Antonio, 22/07/1969 (arresti domiciliari);
- GIAMPA’ Vincenzo detto “ENZO”, 26/01/1970 (arresti domiciliari).
- ZINGRAFF Nathalie Angele, 13/03/1974;
- CARUSO Antonello, 17/05/1970;
- PROVENZANO Alessandro, 13/05/1987;
- PROVENZANO Angelo, 24/03/1969;
- CAVALIERE Giuseppe, 26/11/1956;
- SCARDAMAGLIA Claudio, 07/02/1972 (arresti domiciliari);
- CAPARELLO Raffaele, 03/11/1949 (obbligo di dimora);
- JANNATE Nadia, 21/08/1973 (obbligo di dimora);
- D.M.S. (assolto in appello)
Le indagini condotte dalla Polizia di Stato, nell’ambito dell’operazione “ANDROMEDA”, hanno consentito di individuare alcuni dei responsabili degli omicidi di Torcasio Antonio cl. ’71, avvenuto in Lamezia Terme il 23/5/2003 all’epoca reggente dell’omonima cosca Torcasio-Cerra-Gualtieri, nonchè quello dell’omicidio di Torcasio Vincenzo cl. ’84 e del ferimento di Curcio Vincenzo cl. ’80, occorso in Falerna (CZ) il 27/7/2003.
In particolare l’omicidio di Torcasio Vincenzo suscitò particolare clamore in quanto compiuto nelle adiacenze del Commissariato di P.S. di Lamezia Terme all’atto della presentazione del predetto presso il citato ufficio. L’omicidio di Torcasio Vincenzo che cagionò altresì il grave ferimento di Curcio Vincenzo, fu realizzato nel mese di luglio 2003 innanzi ad una paninoteca ubicata in Falerna (CZ), località turistica della costa tirrenica, alla presenza di numerosi avventori dell’esercizio commerciale.
Entrambi gli episodi delittuosi si inquadravano in una strategia criminale volta a mantenere, da parte delle cosche Iannazzo e Cannizzaro-Daponte, l'esclusivo controllo del territorio di gran parte del comprensorio di Lamezia Terme, anche attraverso l'eliminazione fisica degli esponenti di spicco della cosca avversa Cerra-Torcasio-Gualtieri anch'essa attiva soprattutto nel campo delle estorsioni.
Gli omicidi si inquadravano ambedue in una strategia criminale volta a mantenere da parte delle cosche Iannazzo e Cannizzaro-Daponte, l’esclusivo controllo del territorio di gran parte del comprensorio di Lamezia Terme, anche attraverso l’eliminazione fisica degli esponenti di spicco della cosca avversaria Cerra-Torcasio-Gualtieri anche essa attiva sopratutto nel campo delle estorsioni. Le attività investigative, hanno permesso, l’accertamento e la contestazione di numerosi episodi estorsivi realizzati da esponenti delle cosche Iannazzo e Cannizzaro-Daponte a carico di commercianti ed imprenditori del comprensorio lametino. In questo contesto le acquisizioni investigative derivanti dalla propalazioni di diversi collaboratori di giustizia, hanno permesso di cristallizzare un “formalizzato accordo” tra gli esponenti delle attività estorsive con relativa spartizione dei proventi. In relazione all’accordo tra gli esponenti di spicco della cosca Giampà quelli della cosca Innazzo sono stati contestai nel provvedimento cautelare reati fine di estorsione a membri della citata consorteria Giampà quali Bonaddio Vincenzo, Giampà Vincevo e Muraca Antonio. Riguardo ai reati fine contestati ad alcuni sodali alla cosca Iannazzo, è da evidenziare anche la partecipazione di elementi di spicco della cosca Prostamo-Pititto, attiva nella provincia di Vibo Valentia e contigua ai Mancuso di Limbadi, quali familiari di Rocco Tavella, come affidabile fornitore di armi in determinate circostanze.
Arrestato imprenditore Franco PERRI proprietario del centro commerciale "Due Mari" e Claudio Scardamaglia
Le complesse attività investigative condotte dalla Squadra Mobile di Catanzaro e coordinate dalla locale Procura Distrettuale Antimafia, sviluppate con meticolosa attività di riscontro delle diverse dichiarazioni di più collaboratori di giustizia nonché dall’imponente attivazione di servizi tecnici hanno permesso di ricostruire anche la vicenda che aveva portato alla sottrazione della bara dell’imprenditore Perri Antonio ucciso nel 2003, da elementi della cosca Torcasio e le vicende connesse con riunioni di ‘ndrangheta che avevano coinvolto anche ‘ndrine della provincia di Reggio Calabria intervenute per mediare la guerra di mafia che si stava scatenando tra i gruppi contrapposti dei Iannazzo con i Torcasio-Gualtieri. L’attività investigativa ha fatto emergere poi lo stretto collegamento dell’imprenditore Franco Perri, figlio del defunto Antonio, con la cosca Iannazzo alla quale non ha esitato a chiedere la gambizzazione di suo fratello Marcello per motivi di carattere economico.
© RIPRODUZIONE RISERVATA