Lamezia, sequestrati pontile e tre impianti di maricoltura nell'area ex Sir. Tre gli indagati

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Lamezia Terme, 11 marzo - Operazione “Natter”, questo il nome scelto dalla Capitaneria di Porto di Vibo Valentia diretta dal comandate Luigi Piccioli e  coordinata dalla Procura della Repubblica di Lamezia nelle persone del procuratore capo Salvatore Vitello e del sostituto procuratore Luigi Maffia, che ha visto il sequestro del pontile dell’area ex Sir e quello che rimane degli impianti in disuso di tre società dedite alla maricoltura. Tramite quattro mezzi in dotazione alla Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, nel mese di febbraio 2011, è iniziata l’attività di monitoraggio e controllo, anche in ore notturne, per rilevare o meno la presenza di segnalamenti per i natanti. Le attività di monitoraggio in acqua sono state affiancate a terra anche da due mezzi radiomobili della capitaneria di porto.

I motivi per i quali la Capitaneria di Porto di Vibo ha sequestrato il pontile dell’area Ex Sir riguarderebbero le condizioni di “degrado e fatiscenza con pericolo di crollo” in cui versa la struttura che “a causa della precarietà statica, causata dal mancato utilizzo e manutenzione, arreca pericolo alla sicurezza della navigazione, dei trasporti e pregiudizio per la pubblica e privata incolumità”. Le violazioni accertate, in questo singolo caso, riguarderebbero: attentato alla sicurezza dei trasporti, omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina e la mancanza dei prescritti segnalamenti marittimi. Oltre al sequestro del pontile, affidato in custodia al Comune di Lamezia Terme, sono stati sequestrati tre impianti di maricoltura che a tutt’oggi insistono nello specchio d’acqua antistante l’area industriale Ex Sir. Si tratta di quel che resta degli impianti, in abbandono e in alto mare, della “Ora Ora Maricoltura” Srl, specializzata nell’allevamento di tonno rosso, di tre gabbie galleggianti  e tre boe di colore rosso di proprietà della “Nautilus Società Cooperativa” specializzata nell’allevamento di spigole e orate, e di una gabbia “a polipo” e due boe di colore rosso della “Ittisud Srl” (specializzata nell’allevamento di spigole, orate e saraghi e le cui reti si ruppero durante la mareggiata del 13 e 14 febbraio 2007).

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Anche per quel che riguarda gli impianti sono stati ipotizzati diversi reati quali: attentato alla sicurezza dei trasporti, getto pericoloso di cose, deturpamento di bellezze naturali, abbandono di rifiuti, mancanza dei prescritti segnalamenti marittimi. Gli stessi reati sono stati contestati agli amministratori delle tre società iscritti nel registro degli indagati. Ai legali rappresentati è stata quindi intimata la bonifica degli specchi d’acqua dove giacciono i resti degli impianti. La Procura ha sottolineato che non si escludono ulteriori sviluppi per quel che riguarda “eventuali fondi pubblici ricevuti dalle società per la realizzazione degli impianti di maricoltura”.

 

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