Lamezia, telefonate insistenti e appostamenti all'ex ragazza: 23enne passa dal carcere ai domiciliari

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Lamezia Terme - È passato dal carcere agli arresti domiciliari con braccialetto elettronico di controllo il 23enne che lo scorso agosto era stato raggiunto da una misura cautelare in carcere perchè ritenuto responsabile del reato di “atti persecutori”. Il giovane è stato condannato a 2 anni e 10 mesi di reclusione. Il Gip di Lamezia ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato Antonio Larussa e ha alleggerito la misura cautelare con i domiciliari.

I fatti 

La vittima, una giovane donna, era costretta a vivere in uno stato di insicurezza e paura per via degli atti persecutori nei suoi confronti subendo aggressioni e minacce che l’hanno portata a rivolgersi ai militari dell’Arma. I Carabinieri hanno applicato le procedure previste per il “codice rosso”, introdotto con la legge 69/2019, che prevede l’applicazione di una serie di misure volte a rafforzare e velocizzare le procedure per la tutela delle vittime dei reati di violenza domestica e di genere. 

Gli accertamenti condotti dai Carabinieri, sotto la direzione della Procura della Repubblica di Lamezia Terme, avevano consentito di raccogliere elementi probatori utili a dimostrare che l’uomo, un 23enne di Lamezia attraverso numerose e insistenti telefonate, messaggi su social network e appostamenti sotto l’abitazione della donna, con la quale aveva intrattenuto una relazione affettiva, aveva ingenerato nei confronti della vittima uno stato di insicurezza e paura, tale da alterarne, in modo incisivo, le abitudini quotidiane.

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