Lamezia, tutte le assunzioni contestate alla Fondazione “Calabresi nel mondo”

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Lamezia Terme – Nel mirino degli inquirenti, nell’inchiesta che ha travolto la Fondazione “Calabresi nel mondo”; anche alcune assunzioni. Un capitolo a parte, infatti, viene dedicato proprio a questo filone: “La natura clientelare delle assunzioni”.

Un’accusa rivolta proprio all’ex presidente ed ex parlamentare lametino Pino Galati e così scrivono gli inquirenti: “L’intera gestione della Fondazione Calabresi nel Mondo è avvenuta in maniera del tutto funzionale alla soddisfazione di esigenze personali e private del Galati”. Proprio secondo l’accusa, infatti: “Galati ha camuffato le assunzioni presso la S.O.I. celandola dietro esigenze dei progetti, per i quali, tuttavia, era prevista una procedura pubblica, tramite short list”.

Ma è passando in rassegna le assunzioni che gli inquirenti evidenziano quella che poi definiscono la natura “clientelare”, […] L’esistenza di una cointeressenza (un legame politico elettorale) fra il Galati e la maggior parte dei beneficiari dei contratti con la Fondazione Calabresi nel mondo. La vicinanza politica (documentata dai ruoli rivestito in seno ai consessi locali) rileva il legame tra gli assunti e il Galati. Di adamantina evidenza è in particolare la connessione fra le cariche possedute (od aspirate nel caso di candidati) presso il Comune di Lamezia Terme (città del Galati) e l’assunzione presso la Fondazione Calabresi nel Mondo”.

A spiccare, tra i nomi, anche quelli di ex consiglieri comunali, o componenti della giunta dell’allora sindaco Speranza, o quelli di parenti o persone vicine ad esponenti politici. Tra le persone assunte, che non sono indagate, ci sono: i due componenti della Giunta Speranza, Francesco Giuseppe Cicione e Giuseppina Crimi, l‘ex assessore nella giunta Mascaro Michelangelo Cardamone, l’ex consigliere comunale Luigi Muraca (’64).

Ci sono poi Giuseppe Bianco, nipote di Antonio Giuseppe Bianco, segretario generale della Fondazione; Isabella Vento, figlia di Maurizio, all’epoca vicepresidente della Provincia di Catanzaro, e coordinatore provinciale di Forza Italia; Saverio Brutto, figlio del consigliere comunale di Catanzaro nel 2012 Tommaso Brutto legato a Galati da rapporti politici; Giovambattista De Sarro, fratello di Francesco, ex presidente del consiglio comunale di Lamezia nell’Amministrazione Mascaro; Giandomenico Ferrise, figlio di Aldo, che fu assessore nella Giunta Speranza; Vincenzina Palmieri, moglie di Tranquillo Paradiso, consigliere comunale nell’Amministrazione Mascaro.

Ci sono poi, Paolo Strangis, cognato di Cicione; Santo Alessandro Maria Iannazzo, candidato con Forza Italia alle amministrative del 2015, e ancora Salvatore Pirelli, legato da un rapporto di fiducia con Galati; e Giuseppe Marrazzo, cognato di Fabio Davoli, vicesegretario della Fondazione, nonché assunto anche lui. Compaiono poi Basilio Giordano legato da un legame politico; Barbara Maria Caterina; Fiorella Ceccacci, Donatella RoccaAgazio Praticò, Pietro Stanizzo, Giovanni Talarico e Domenico Zaffina, quest'ultimi entrambi legati politicamente e candidati nel 2015 alle comunali a Lamezia con Forza Italia. Ci sono poi Pompeo Torchia, legato politicamente a Galati, nonché segretario generale della Fondazione “I Sud del Mondo”, e Mariangela Cairo. Il suo nome compare tra quelli dei tre indagati: lei è l’ex segretario generale della Fondazione “I Sud del Mondo”, di cui Galati è presidente.

Assunzioni che, secondo gli inquirenti, sarebbero state manipolate “[…] con profitto derivante dal prestigio connesso al potere ed al consolidamento del bacino elettorale”, inquirenti che hanno specificato come sarebbe stato simulato il loro impiego nella Struttura operativa interna, la cui nomina era affidata alla scelta fiduciaria del presidente, ma impiegandoli in realtà in progetti finanziati con fondi comunitari.

Al riguardo la Procura aveva chiesto il sequestro a Galati di beni per un importo di oltre un milione, la cifra indicata come danno per la Regione. Richiesta che è stata però rigettata.

C.S.

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