Le mani delle cosche lametine sui mondiali di sci di Cortina: interdittiva antimafia per quattro aziende del Nord

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Lamezia Terme - Imprese edili del Nord ma legate alle cosche mafiose calabresi, e in particolare a quelle di Lamezia Terme. È lo spaccato che emerge dalle carte che hanno portato all'emissione di quattro interdittive antimafia da parte della prefettura di Mantova durante lo scorso mese di settembre nei confronti di altrettante ditte mantovane. Imprese impegnate in appalti pubblici milionari e in alcuni casi perfino nei cantieri dei mondiali di sci 2021. Come nel caso della Garda Srl che lavorava in uno dei cantieri di Cortina, e che secondo gli inquirenti lombardi sarebbe legata alla cosca lametina dei Iannazzo. Gli investigatori hanno incontrato diverse figure oscure nei cantieri dei Mondiali “con il compito di controllo del personale e sostanziale direzione dei cantieri”– si legge nell’interdittiva antimafia nei confronti della Garda srl –, tra cui Gennaro Longo, “ritenuto contiguo alla famiglia’ndranghetista Iannazzo-Giampà” e già alla guida della Elle due costruzioni impegnata, nel 2012, nell’edificazione della caserma dei carabinieri di Dueville nel vicentino (Longo, nell'ambito della vicenda giudiziaria che lo ha coinvolto a Dueville è stato assolto lo scorso 1 agosto con sentenza emessa dal gip di Catanzaro con rito abbreviato, ndr), appalto ottenuto grazie ai buoni servigi di corregionali residenti al Lido di Venezia. La società mantovana ha sede presso uno studio di consulenza aziendale, la “Unitax Consulting Stp”.

Proprio gli accertamenti hanno permesso alla prefettura di Mantova di individuare le atre tre ditte che sono poi state a loro volta colpite dall’interdittiva antimafia. La Garda Srl di fatto non avrebbe infatti partecipato alle gare per i cantieri dei Mondiali di sci a Cortina né usufruito di subappalti, ma aveva fornito mano d’opera per i cantieri, e tra i dipendenti dell’impresa mantovana sono stati trovati diversi operai con precedenti di polizia e anche collegati con la criminalità organizzata calabrese in particolare; dipendenti che di fatto assumevano il controllo dei cantieri. Il Gruppo Interforze Antimafia (Gia) di Mantova - così come riportano diversi giornali del territorio, come la "Gazzetta di Mantova" - ha anche messo in luce, attraverso l’esame delle fatturazioni, il collegamento della ditta mantovana con ulteriori società con sede in Veneto ed Emilia Romagna, sottoposte, a cascata, all’esame delle Prefetture competenti. “Tali controlli hanno evidenziato – si legge in una nota della prefettura di Mantova – che tutte e quattro le società in questione risultano collegate per contiguità o per rapporti di parentela o per correlazioni con soggetti indagati per reati spia o colpiti da altri provvedimenti interdittivi, a organizzazioni mafiose principalmente orbitanti negli ambienti della ‘ndrangheta. I clan di riferimento sono quelli dei Grande Aracri, dei Iannazzo Giampà e dei Giardino”. Quel che emerge è "un sistema volto alla mimetizzazione delle attività della criminalità organizzata nel territorio, attività che, spesso, vedono le società operanti in altri contesti territoriali ed intestate a soggetti prestanome”.

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