Maltrattamenti in famiglia, Polizia arresta due persone a Catanzaro

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Catanzaro - Lo scorso venerdì personale del Commissariato sezionale di Catanzaro Lido, coadiuvato da personale del Nucleo Investigativo Salute e Ambiente, ha dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari in un luogo di cura nei confronti di un catanzarese di 54 anni, per il reato di maltrattamenti in famiglia. La misura coercitiva è stata emessa dall’Autorità Giudiziaria a seguito dell’attività svolta dal Commissariato che ha permesso di trovare concreti riscontri su quanto denunciato dalla moglie che per molti anni è stata vittima di violenti comportamenti dell’uomo, manifestati sin dall’inizio del loro matrimonio. Un rapporto coniugale ormai deteriorato a causa dei continui comportamenti violenti dell’uomo che, anche in conseguenza della dipendenza dall’alcool da cui era affetto, l’avrebbe maltrattata per anni, non risparmiando gli altri familiari. Innumerevoli episodi con umiliazioni e violenza fisica, in un crescendo di aggressività. Solo a seguito dell’ultimo episodio di violenza di cui la donna è stata vittima, e per il quale è stata costretta a ricorrere alle cure del Pronto Soccorso cittadino, la stessa ha deciso di abbattere il muro del silenzio e denunciare tutto alla Polizia di Stato, temendo fortemente per la propria incolumità e quella dei figli. Quanto riferito dalla donna ha trovato riscontro negli interventi effettuati presso la residenza coniugale dai poliziotti in servizio di controllo del territorio su richiesta della stessa che, fino ad agosto di quest’anno, non aveva inteso formalizzare denuncia/querela nei confronti del marito.

Inoltre, nel pomeriggio di lunedì personale dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico (UPG e SP), ha dato esecuzione alla misura cautelare del Divieto di Avvicinamento ai luoghi frequentati dalle parti offese, a carico di un uomo, rumeno di 33 anni, per il reato di maltrattamenti in famiglia. Anche in questo caso vittima di anni di umiliazioni e violenze una giovane donna e i figli in tenerissima età. Fin dall’inizio della loro convivenza l’uomo si era mostrato aggressivo e, nel tempo gli episodi sono stati sempre più frequenti con insulti e minacce e che spesso culminavano in violenze fisiche anche dinnanzi ai bambini, allo scopo, inoltre di allontanarla progressivamente dal proprio nucleo familiare d’origine e controllare morbosamente la vita personale della donna. Nonostante la ferma opposizione della giovane donna, la cercava ossessivamente in ogni luogo questa si recasse. L’attività degli Agenti dell’UPG e SP ha avuto origine a seguito di una innumerevole serie di interventi effettuati da equipaggi della Squadra Volante e dei Carabinieri presso l’abitazione dei due, su richiesta della donna, che hanno preso atto e segnalato all’Autorità Giudiziaria la situazione familiare ormai compromessa, in quanto degradata e violenta, che andava avanti da circa 6 anni, in cui si era evidenziata pienamente l’indole aggressiva, ossessiva e possessiva dell’uomo.

Il culmine degli episodi, dopo tante denunce già presentate dalla giovane donna, ma sistematicamente rimesse, è rappresentato dall’ennesimo intervento delle Volanti, quando l’uomo si è recato presso l’abitazione di un’amica della propria convivente, dove quest’ultima si era rifugiata, arrampicandosi dal balcone, minacciandola con frasi del tipo “apri se no ti brucio la casa”, tanto da indurre la vittima, terrorizzata, a chiamare per l’ennesima volta la Polizia. Per sfuggire agli Agenti ha tentato la fuga calandosi attraverso una canaletta esterna, non riuscendo tuttavia a sottrarsi al controllo poiché veniva comunque fermato da alto equipaggio che stazionava nei pressi della stessa abitazione. Nell’ultima denuncia resa la donna ha riferito che anche nel periodo in cui era ospitata presso una struttura protetta, con i suoi figli, l’uomo, individuato il luogo della struttura, faceva in modo di incontrarla per reiterare le minacce e per apostrofarla nei modi più offensivi e frustranti, tanto da ingenerare in lei un forte stato di ansia e di stress, con il timore per la propria incolumità e dei figli. L’insostenibile situazione, rappresentata nelle varie denunce della vittima e comprovata dagli Agenti della Squadra Volante, hanno indotto l’Autorità Giudiziaria a prendere in considerazione il grave quadro indiziario e quindi a disporre la misura cautelare del Divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla parte offesa, - ad almeno 500 mt – prescrivendo anche il divieto di comunicazione con la stessa

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